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Assenza di democrazia o rivelazione della sua natura di classe?



20/06/2013

Nota della Sezione Relazioni Internazionali del CC del KKE su temi di attualità


La chiusura di ERT, con l'emanazione dell'atto legislativo e la sospensione del suo segnale nell'arco di poche ore, costituisce una escalation dell'autoritarismo del governo. Più dure sono le misure che il governo adotta per conto del capitale, più aumenta l'autoritarismo da parte dello Stato, con il fine di intimidire il popolo, manipolarlo e reprimere la protesta.

Questa decisione, che ha anche suscitato reazioni all'interno della coalizione di governo, non tanto per il suo contenuto quanto per il modo in cui la decisione è stata presa, ha creato una corrente di solidarietà e di sostegno ai 2.500 lavoratori licenziati, con manifestazioni di massa. Il KKE ha messo a disposizione la sua frequenza radio e la stazione TV (902) per consentire ai lavoratori di trasmettere il loro programma di sciopero, dimostrando in questo modo che i comunisti "sostengono quelli che si levano" nella lotta. Ci si domanda cosa provino i giornalisti della ERT in proposito dato che un anno fa, nel periodo delle elezioni dello scorso anno, erano particolarmente aggressivi con i rappresentanti del KKE mentre ora i loro programmi sono trasmessi grazie al KKE.

Tuttavia, questa corrente di solidarietà non è affatto omogenea. Le forze politiche borghesi e piccolo borghesi, che hanno reagito alla decisione del governo, fin dall'inizio si sono concentrate sul tema della "democrazia", trascurando il fatto che il governo sta cercando per conto dei capitalisti di adattare lo Stato borghese alle loro esigenze con un insieme di misure che assicureranno un costo delle forza del lavoro più conveniente, presupposto per la ripresa dell'economia capitalista. Per questo motivo, l'atto legislativo non è legato solo alla ERT, ma anche alle imprese aventi rilevanza strategica, come EAS (sistemi d'armamento), ELBO (industria automobilistica) e altre, oggetto dell'attenzione dei gruppi monopolisti locali e stranieri. Lo stesso atto legislativo è legato anche a organizzazioni pubbliche attive nel campo della ricerca, del welfare e di altri servizi sociali. La loro chiusura, fusione e sottoutilizzazione spianano la strada al profitto del capitale sui bisogni delle persone.

All'interno di questo quadro, il governo sta tentando di "ristrutturare" ERT, al fine di controllare in modo più efficace le notizie, di consegnare la proprietà e una parte delle sue infrastrutture al settore privato, riorganizzando più facilmente il sistema delle frequenze televisive a favore degli imprenditori. Questo il contenuto di classe reale del conflitto oggi in corso, e non l'"abolizione della democrazia" di cui SYRIZA e gli altri stanno parlando. Quando SYRIZA parla di democrazia, nasconde che si tratta della democrazia borghese, ossia della dittatura dei monopoli che domina l'economia.

La decisione della magistratura borghese (il Consiglio di Stato) emessa questa settimana, che da un lato chiede al governo di riaprire il sistema radio-televisivo pubblico, ma dall'altra approva lo scioglimento della società e il licenziamento di migliaia dei lavoratori, da evidenza del quadro reale di questa "democrazia", in cui il personale politico della borghesia agisce per i suoi interessi, a volte con decreti legislativi - decine negli ultimi 4 anni - altre volte sotto il mantello dei rapporti di forza in parlamento o con decisioni giudiziarie o intimidazione e repressione violenta. Il problema non è la "democrazia" in generale, ma quali interessi di classe serve e, in fin dei conti, quale classe è al potere. La discussione che deve essere avviata tra la gente è quale lotta risponde ai suoi interessi, contro chi e con quale prospettiva. Per quanto riguarda il KKE, la risposta è chiara ed è posta ogni giorno attraverso la sua attività: c'è bisogno di un'alleanza popolare, di una lotta di classe, orientata al conflitto con il potere borghese e il suo stato, che ostacoli la gestione antipopolare e spiani la strada al rovesciamento del potere capitalistico e per l'organizzazione dell'economia in base ai bisogni contemporanei del popolo e non ai profitti della plutocrazia.


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