Il "povero Sud" contro il "ricco Nord"?
20/05/2013
La colpa è del nostro destino infame!
La colpa è di un Dio malvagio!
La colpa è della nostra insipienza!
La colpa, più di ogni altra cosa, è del vino!
Di chi è la colpa? Chi? ... Nessuno lo sa.
Ma il colpevole è stato individuato! Perlomeno se dobbiamo credere ai signori Tsipras [leader della formazione opportunista SYRIZA] e Kammenos [leader di Greci Indipendenti, partito conservatore nato dalla scissione di Nuova Democrazia], al quotidiano "Pontiki", al "'nido di calabroni" fascista di Alba Dorata e ai tanti altri che ce lo mostrano. Il colpevole è la signora Angela Merkel, il nostro "demone", il primo ministro della Germania e della zona euro nel suo complesso. Il moderno Kaiser d'Europa, che ci odia, che ci tormenta...
Questa è l'interpretazione, così ... "classica" da rammentarci il poeta Konstantinos Kavafis e la sua poesia "Aspettando i barbari":
"Che cosa stiamo aspettando?
I barbari sono attesi qui oggi.
Perché il Senato è silente?
Perché i deputati siedono senza emanare nuove leggi?
Perché i Barbari stanno arrivando.
Quali leggi possono formare i deputati ora?
Arriveranno i barbari e faranno la legge".
Naturalmente i "barbari", come ci spiegano Tsipras, Kammenos e gli altri, non sono ostili soltanto ai greci, ma a tutto il Sud. E questo se da un lato ha reso la nostra vita insopportabile, dall'altro porta con sé, secondo queste stesse persone, la nostra speranza e la nostra salvezza: dobbiamo fonderci in un "fronte dei poveri del Sud contro i ricchi del Nord". Allora potremmo rovesciare il "Kaiser" e l'UE sarà trasformato da "lupo" in agnello. La tanto bramata "solidarietà dell'UE" potrà esprimersi e nei fiumi scorrerà miele e manna cadrà dal cielo! Finalmente le strade saranno spianate con l'oro promesso quando il paese ha aderito alla CEE nel 1981.
Cosa vogliono nasconderci?
Questa è una spiegazione davvero di comodo per chi ha gestito e gestisce il destino di milioni di lavoratori in Grecia, Italia, Portogallo, Cipro, Spagna. Per tutti coloro che detengono il vero potere nelle loro mani! Secondo questa logica il sistema capitalista, che costringe tutta la società alla produzione di beni e servizi per il vantaggio di una manciata di persone, quelli che possiedono i mezzi di produzione, non ha alcuna responsabilità! Non prendetevela con quelli che vivono nel lusso senza sapere come e cosa producono le varie imprese, quelli che comprano e vendono azioni, non hanno alcuna responsabilità. In nessun modo sono colpevoli l'Unione europea e le sue quattro "libertà" (libertà di movimento di capitali, merci, servizi e forza lavoro) che costituiscono la pietra angolare di tutte le reazionarie ristrutturazioni degli ultimi due decenni, diffondendo ovunque la mercificazione dell'istruzione e della salute, l'abolizione delle conquiste sociali, la disoccupazione e la miseria.
Com'è semplice! Com'è conveniente, per chi vuole "democratizzare", "sanificare" il capitalismo e l'unione interstatale europea, la UE. E' molto facile additare la Merkel come unico "ostacolo" per la prosperità dei lavoratori e di una trasformazione filo-popolare della UE.
Vogliono nascondere la barbarie del sistema capitalista dietro il "velo" della signora Merkel. Vogliono mistificare la primaria contraddizione del sistema: quella tra capitale e lavoro! I lavoratori non devono cadere in questa trappola. Non devono prestar fede agli slogan sul presunto "patriottismo", sulla "resistenza" e contro "l'occupazione", in cui indulgono queste forze politiche che si contendono la gestione del sistema.
Qual è la realtà?
Forse qualcuno può argomentare che la Germania "ha guadagnato" dalla crisi, mentre i paesi del Sud del mondo stanno perdendo. La realtà è che la Germania, per via dello sviluppo ineguale del capitalistico, è ancora in una fase di crescita capitalistica. Non perché la Merkel ha una sorta di bacchetta magica, ma perché il capitalismo ha leggi oggettive. Così, per esempio, il capitale affluisce verso quei paesi che possono assicurare ai proprietari capitalisti profitti più facili e sicuri.
Nelle unioni imperialiste e nel sistema capitalista globale nel suo complesso, si formano relazioni di interdipendenza ineguale, sulla base del potere economico e politico-militare di ogni paese. Questo avviene anche nella UE, dove la Germania sta giocando il ruolo di "forza motrice" dell'integrazione capitalistica del vecchio continente.
Questo non vuol dire che tutti i tedeschi stanno vincendo! C'è anche in Germania un incremento di indigenza relativa e assoluta tra i lavoratori. Si calcola che 16 milioni di tedeschi vivono in povertà, vale a dire il 15,1% della popolazione. I disoccupati sono 2,9 milioni e i lavoratori, soprattutto i giovani lavoratori, con salari compresi tra i 300 e i 400 euro sono più di 7,3 milioni.
E in Germania un pugno di capitalisti sta vincendo, come nel resto del mondo capitalista. Allo stesso tempo, l'agenda anti-operaia viene applicata negli altri paesi dell'Unione europea, con o senza memorandum.
Le difficoltà del modo di produzione capitalistico si evidenziano con maggiore intensità nei paesi del Sud: disoccupazione, povertà, miseria, ecc, perché la crisi del capitalismo si è manifestata qui, e la causa non risiede nei "ladri" e nei "truffatori" (che sono solo la ciliegina sulla torta del sistema), ma nella natura stessa del capitalismo, che ora non può che dare origine a crisi e guerre.
Naturalmente la fase di recessione, che i paesi del Sud dell'UE stanno vivendo oggi, comporta la distruzione delle forze produttive, in forma di svalutazione delle materie prime e, soprattutto, della primaria forza produttiva: l'essere umano. Questo si esprime attraverso l'improvviso aumento della disoccupazione, la riduzione degli stipendi-salari, il deterioramento delle condizioni di riproduzione della forza lavoro nel loro complesso. I capitalisti cercano di scaricare il peso della crisi, per quanto possibile, sui lavoratori dipendenti, per aumentare il livello di sfruttamento, ottenere un maggiore plusvalore per unità di tempo lavorato.
Contemporaneamente mentre viene distrutta dalla crisi una sezione dei capitalisti, un'altra risulta vincente. La sezione che sta perdendo sta promuovendo un'altra formula di gestione del capitalismo, per salvarsi dall'annientamento. Sta cercando di conquistare la maggior parte dei lavoratori a questo progetto. Ma i lavoratori non devono farsi attrarre sotto una falsa bandiera! Perché il capitalismo, qualunque sezione del capitale abbia la meglio, non cambia. I lavoratori, al Nord e al Sud, devono alzare la loro bandiera: la socializzazione dei mezzi di produzione, la pianificazione centrale, il controllo operaio-popolare. Le esigenze contemporanee e reali dei lavoratori possono essere soddisfatte solo sotto questa bandiera.
Sul cosiddetto "Fronte del Sud"
Questa assurdità deve essere immediatamente gettata nel pattume. Con l'elezione di Hollande, ci dicevano che un "vento soffierà da Sud". Cosa si è dato? Che erano parole vuote! Hollande ha continuato la stessa linea politica antipopolare, sia negli affari interni che all'estero (vedi gli esempi del Mali e della Siria). Quale posizione ha assunto sulla questione di Cipro? Non si è unito al "fronte" della UE? Non ha forse anche lui chiesto sacrifici ai lavoratori, ai pensionati e ai giovani ciprioti, per salvare il salvabile del capitalismo e la cosiddetta "prospettiva europea"?
Non può esistere alcuna "alleanza" stabile tra i "paesi del Sud", in cui domina lo sviluppo ineguale del capitalistico ed esistono forti conflitti e competizione tra le borghesie di questi paesi e le borghesie all'interno di ciascun paese.
Supponiamo, in linea teorica, che venga creato un tale "fronte", quale sarebbe il risultato? L'Eurozona potrebbe spaccarsi con la creazione di due euro, oppure alcuni paesi potrebbero tornare alla valuta nazionale. Nel migliore dei casi, per come ce la descrivono, sarà seguita un'altra formula di gestione, come quella di Obama negli Stati Uniti, che il signor Tsipras promuove per la Grecia. L'esperienza ha dimostrato che non ci sarà alcun beneficio per il popolo. La disoccupazione è un grave problema negli Stati Uniti (è in aumento, al 7,6% secondo le statistiche ufficiali, al 14% secondo studi più attendibili), oltre il 10% delle persone sopravvivono grazie alle mense per i poveri, mentre 46 milioni di persone negli Stati Uniti (15%) vive sotto la soglia di povertà e il 42% sulla soglia di povertà. Un bambino su sette negli Stati Uniti vive in condizioni di povertà e di miseria. Ovunque la salute, l'istruzione e la sicurezza sociale sono mercificati. Il 15% della popolazione non ha copertura sanitaria e il 30% ha una copertura di base, che in sostanza non soddisfa neanche i bisogni più elementari. L'età pensionabile è di 67 anni per uomini e donne e la povera gente è indebitata fino al collo con le banche e lo Stato borghese...
I vecchi trucchi della classe borghese
La separazione tra il "povero Sud" e il "ricco Nord" è un vecchio trucco della classe borghese e degli opportunisti. Per cominciare, non si riferisce alla UE ma al mondo intero, attraverso il confronto tra i paesi del Nord (Grecia compresa) con i paesi più poveri del mondo. Questa divisione tra i paesi "poveri" e "ricchi", si concentra sul tasso del PIL, i dati del consumo della popolazione, ma non potrebbe essere disgiunta dai seguenti fatti:
- Che anche nei paesi più poveri del mondo la ricchezza è accumulata nelle mani di pochi, che vivono sfacciatamente al di sopra del resto della popolazione.
- Che anche nei paesi più ricchi del mondo, vi è un'enorme povertà.
- Che i ricchi dei "paesi poveri" e i ricchi nei "paesi ricchi" fanno un "fronte comune" contro i lavoratori. Creano le loro unioni e i loro meccanismi al fine di mantenere e rafforzare il loro potere. La NATO e l'Unione europea si annoverano tra tali unioni.
- Che i lavoratori, indipendentemente dal fatto di vivere in "paesi poveri" (dove scarseggia l'acqua) o in paesi ricchi (dove ci si può lavare due o tre volte al giorno), hanno il comune interesse a rovesciare il potere del capitale.
I partiti borghesi e opportunisti, in nome degli interessi della "nazione" e dell'"economia nazionale" chiedono alla classe operaia dei paesi sviluppati il "consenso" e i sacrifici per mantenere una posizione di leadership sul piano della competitività, mentre nei paesi meno sviluppati vengono chiesti "consenso" e sacrifici per adeguare e sviluppare il paese, in modo che l'economia diventi più "competitiva": in entrambi i casi il capitale tiene per sé l'intera torta.
Questo è il motivo per cui nella nostra era il livello di sviluppo dei paesi si pone come discrimine. I lavoratori se seguono questa logica sono portati ad allinearsi in ogni occasione con la "linea politica nazionale", determinata dal personale della classe borghese, sugli obiettivi fissati dalla classe borghese dei loro paesi. Un obiettivo dei capitalisti in ogni nazione è di migliorare la loro posizione nella "piramide" imperialista globale in modo che le loro aziende possano conquistare quote maggiori di mercato attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali e della forza lavoro. Il loro obiettivo non ha nulla da offrire ai lavoratori, fatta salva una piccola parte, un'"aristocrazia operaia" che come una iena aspetta di mangiare gli avanzi dei "leoni" del capitalismo, le più forti imprese monopolistiche.
Quelli che parlano del "Fronte del Sud", di "un'occupazione del paese da parte della Germania", dell'uscita dall'euro o dall'Unione europea ma rimanendo nel capitalismo, in sostanza chiedono ai lavoratori di continuare a faticare per la classe borghese o di una parte di essa, che vuole un'altra "formula" di gestione e altre alleanze internazionali e ambisce a trattare con una zona euro più piccola.
Ci hanno bombardato con l'analisi infantile che la colpa per ogni cosa è della Merkel e del "Nord malvagio", perché si tratta di una soluzione atta a mistificare la barbarie capitalista e occultare le responsabilità del capitalismo e la necessità del suo rovesciamento. Per confondere il popolo riguardo a quale alleanza oggi sia necessaria.
Cavafis nel poema che abbiamo citato, quando fu evidente che i barbari non arrivavano, si chiedeva:
"E ora, che cosa succederà a noi senza i Barbari?
Essi erano una sorta di soluzione".
Quindi, coloro che ora stanno puntando a Merkel si chiederanno se il popolo capirà chi è veramente responsabile delle sofferenze che stanno patendo e di che tipo di alleanza è necessaria per ribaltare l'attuale inaccettabile situazione.
"Alleanza del Sud" o Alleanza popolare?
Coloro che propongono la formazione di "un'Alleanza del Sud" per i lavoratori come presunta "soluzione" alla crisi attuale, confondono le acque per un'altra ragione. Perché, in sostanza, stanno chiedendoci di credere che i governi borghesi dei paesi del Sud possano allearsi e difendere gli interessi della classe lavoratrice e popolare. Sarebbe un terribile errore per i lavoratori dei paesi del Sud aspettarsi qualcosa del genere. Attenderanno invano! La barbarie capitalista non può essere rovesciata dai governi che emergono dai meccanismi borghesi e rappresentano gli interessi del capitale, che si tratti di estrema destra o "di sinistra" o di "centro-sinistra". L'esperienza lo ha dimostrato!
L'alleanza di cui abbiamo bisogno oggi è l'Alleanza popolare della classe operaia, degli altri strati popolari urbani e rurali. Questa alleanza entrerà in rottura e rovescerà il capitalismo e i monopoli. Socializzerà i mezzi di produzione, organizzerà la pianificazione centrale dell'economia, formerà le istituzioni di controllo e di potere della classe operaia. Trarrà il paese fuori da ogni unione imperialista e si disferà dei rapporti di interdipendenza ineguale, che esistono nel quadro del sistema imperialista. Organizzerà la solidarietà e il coordinamento della lotta contro il capitalismo e i monopoli, non solo al Sud ma in tutta l'Europa, in tutto il mondo, con gli altri movimenti e i popoli che si stanno sollevando!
** Spiegazione del grafico
Mappa del mondo del consumo medio annuo di energia elettrica per persona
I paesi del Sud sono in rosso, i paesi del Nord in verde. Sulla base di questo indicatore, il nostro paese fa parte del "Nord" e il popolo greco insieme con gli altri popoli del "Nord" sono tra coloro che "tiranneggiano" il "povero Sud". Tuttavia, le stesse forze che classificano la Grecia al "Nord", sulla base di questo e di altri dati (ad esempio, il consumo medio di acqua per persona, elettrodomestici a persona, ecc), quando si parla di UE, classificano la Grecia come paese "povero del Sud", tiranneggiato dal "ricco Nord".
La divisione tra "Nord" e "Sud" è un vecchio "strumento" ideologico-politico nelle mani della classe borghese e degli opportunisti, che viene utilizzato in tutto il mondo. Il suo obiettivo è quello di inculcare ai lavoratori la logica del "consenso sociale" con la classe borghese o una parte di essa, che cerca di migliorare la propria posizione nel sistema capitalistico mondiale.
Ma il problema per la classe operaia e gli altri strati popolari non è la posizione migliore per il loro paese nel mercato capitalista globale, una migliore gestione del capitalismo, ma il rovesciamento della barbarie capitalista e la costruzione del socialismo, che eliminerà anche i rapporti di interdipendenza ineguali, che si formano nel quadro della "piramide" imperialista e creerà i presupposti per la soddisfazione dei bisogni popolari. Su questo percorso disponiamo dell'arma dell'Internazionalismo Proletario, l'unità di classe della classe operaia, a prescindere dal livello di sviluppo delle forze produttive di ogni paese.
* Elisseos Vagenas, Membro del CC del KKE, Responsiabile del dipartimento per le relazioni internazionali del CC
Articolo pubblicato in "Rizospastis" il 4/5/2013
Articolo pubblicato in "Rizospastis" il 4/5/2013
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
e-mail:cpg@int.kke.gr