Dichiarazione del Comitato Centrale del KKE sugli sviluppi a Cipro
Atene 26/03/2013
Il KKE condanna l'accordo dell'Eurogruppo su Cipro e esprime la sua solidarietà con il popolo cipriota che deve affrontare le misure antipopolari che vengono attuate a suo danno.
L'attuazione dell'accordo costituisce una escalation dell'offensiva antipopolare con conseguenze drammatiche, come la riduzione dei salari, la demolizione dei fondi di previdenza e assistenza sociale, l'accelerazione delle privatizzazioni, il rapido aumento della disoccupazione. Il primo rifiuto cipriota del parlamento aveva a che fare con la conservazione di Cipro come paradiso fiscale per i monopoli e la difesa degli interessi della borghesia. Nulla a che vedere con gli interessi dei lavoratori. I recenti avvenimenti dimostrano la necessità che i popoli si sollevino contro la "strada a senso unico dell'UE" e le misure antipopolari.
La crisi di Cipro si crea per fattori interni, è frutto del percorso di sviluppo capitalista di Cipro e della sua integrazione nell'Unione Europea in condizioni della più generale crisi di sovraccumulazione di capitale. Non esistono crisi importate o esportate. Inoltre, i primi segnali evidenti della crisi sono apparsi alla fine del 2011, quando per la prima volta si sollevò la questione di ricorrere ai meccanismi dell'Unione Europea e della zona euro.
La crisi sarebbe esplosa anche se Cipro non fosse stato un paradiso fiscale, anche se il sistema finanziario "gonfiato", che non è una peculiarità nazionale cipriota, complica e aggrava la situazione. La svalutazione dei capitali sovraccumulati delle banche cipriote è il punto di partenza per la promozione di diversi obiettivi e mira a trasformare Cipro in un anello debole all'interno della zona euro. E' certo che la gestione e lo sviluppo della crisi ha a che fare anche con le contraddizioni interimperialiste su come si distribuiranno i danni derivati da questa, così come chi beneficerà dei giacimenti di idrocarburi nella regione. Il ricorso agli aiuti di uno o un altro centro imperialista non risolve il problema, ma lo colloca ancora più in profondità nel vortice delle contraddizioni e antagonismi interimperialisti. Ciò è stato dimostrato dalle illusioni per quanto riguarda l'uso della Russia capitalista da parte del governo borghese di Cipro.
Solo in condizioni di potere operaio esistono possibilità di utilizzo delle contraddizioni ed è realista l'obiettivo di sviluppare relazioni economiche di reciproco beneficio con gli altri paesi della regione. Questo potere cercherà di cooperare con gli Stati e i popoli che oggettivamente hanno un interesse diretto a resistere ai centri economici, politici e militari dell'imperialismo. Si tratterà di utilizzare ogni breccia del "fronte" imperialista, creato dalle contraddizioni interimperialiste, per salvaguardare gli interessi del popolo.
Le leggi dell'economia capitalistica non possono essere utilizzate a favore dei lavoratori attraverso un governo di gestione e negoziazione di "destra" né di "sinistra". Non ci può essere nessuna trattativa a favore del popolo, come dice SYRIZA, nel quadro dell'alleanza predatoria dell'Unione Europea, già dimostrato dal fatto che il parlamento cipriota ha votato 25 leggi del Memorandum, nonostante le intenzioni del precedente governo. Ciò che si dice a riguardo di una negoziazione dinamica è una presa in giro consapevole del popolo. E non è una soluzione per il popolo la posizione di stare all'interno o all'esterno della zona euro, o la posizione all'interno della zona euro ma al di fuori della Troika.
Inoltre, è stato confermato che la questione cipriota, come una questione di invasione e di occupazione, non può essere risolta con la giustizia all'interno dell'Unione Europea. Gli imperialisti hanno respinto il diritto internazionale e le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La questione cipriota oggi si conduce a un nuovo "Piano Annan", o forse a una versione anche peggiore. In generale, la situazione nel Mediterraneo Orientale è sempre più complessa soprattutto dopo l'avvicinamento di Turchia e Israele e le aspirazioni che si sono manifestate in Egitto per quanto riguarda la revisione della ZEE [Zona Economica Esclusiva] con Cipro, sullo sfondo delle rivendicazioni turche.
I rappresentanti del nostro governo tripartito che chiedono all'Unione Europea di esprimere solidarietà con uno dei suoi Stati membri, è un inganno deliberato contro il popolo. La cosiddetta solidarietà nell'Unione Europea è ipocrisia in quanto le relazioni tra gli Stati capitalistici sono rapporti di disuguaglianza e di dominio del più forte. Le teorie di SYRIZA e soprattutto dei Greci indipendenti e di Alba Dorata, che attribuiscono la posizione dell'Unione Europea all'ostilità contro la Grecia o all'ostilità contro i paesi del Sud, nascondono le responsabilità dell'Unione Europea e dei governi borghesi.
"Dimenticano" che l'attacco contro il sistema bancario di Cipro si produce dopo che il controllo del sistema bancario di ogni paese da parte della Banca Centrale Europea è stato deciso e legiferato, uno sviluppo che è stato applaudito da tutti i partiti della "strada a senso unico dell'UE".
Oggi, la leadership politica di Cipro mira a promuovere nuove illusioni di trasformare l'isola in un centro per l'energia, mentre che il popolo lavoratore sarà al centro dell'attacco classista lanciato dai gruppi monopolistici. Durante tutti questi anni, si è confermata la posizione del KKE che l'adesione di Cipro all'Unione Europea non ha risolto, ma, al contrario, ha complicato la questione nazionale di Cipro, che sarà ulteriormente aggravata dopo l'incorporazione di Cipro all'Associazione per la Pace della NATO.
L'unico cammino per il popolo cipriota è la sua lotta per il disimpegno dall'Unione Europea e per la socializzazione dei monopoli nell'ambito del potere popolare. Questa è la via della lotta per una soluzione giusta e essenziale per la questione cipriota. In questo cammino, si devono riunire i popoli dei 27 Stati membri dell'Unione Europea in modo che la ricchezza prodotta passi nelle mani dei popoli.
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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