Gli sviluppi nella NATO e la sua strategia e la strategia del KKE nella lotta contro la NATO
Elisseos Vagenas
e-mail:cpg@int.kke.gr
04/02/2013
Cari compagni,
Ringraziamo il TKP per l'organizzazione di questa importante iniziativa, qui a Istanbul, che ci da l'opportunità di discutere della nostra attività contro la NATO, in un momento in cui questa organizzazione imperialista si sta preparando per la "fase aperta" della nuova guerra imperialista in Siria.
Compagni,
Non possiamo delineare la nostra strategia contro la NATO e la sua attività, se non ci è chiara la natura della NATO e come ai nostri giorni venga formata la sua strategia.
Il nostro partito giudica la NATO quale un'alleanza predatoria delle classi borghesi dei paesi che la compongono. Da questo punto di vista non concordiamo con la visione delle forze opportuniste d'Europa, raccolte attorno al cosiddetto Partito della Sinistra Europea, che rappresentano la NATO come "una prigione" che gli USA hanno costruito per i paesi dell'Europa e ci invitano a rafforzare l'Unione europea, politicamente e militarmente, in modo che possa diventare un "contrappeso" alla NATO. Si tratta di una visione che stravolge completamente la realtà sia riguardo la NATO sia l'UE e dimostra la saggezza della posizione leninista che non ci può essere lotta contro l'imperialismo, senza l'acuirsi della lotta contro l'opportunismo, il quale inietta il veleno dell'ideologia borghese nel movimento operaio, proprio come sta accadendo.
La verità è che l'Unione europea, il cui 90% dei membri appartengono alla NATO, non può avere una natura diversa dalla NATO! La UE è un meccanismo interstatale nelle mani dei monopoli, fin dalla sua fondazione, di cui esprime l'aggressività imperialista sia all'interno dei paesi, sia in relazione alle altre potenze rivali. Allo stesso tempo l'Unione europea, pur formando una sua polizia e un suo apparato militare, mantiene un'eccellente cooperazione con la NATO, che ovviamente non è affatto una "prigione" per i monopoli europei e i loro rappresentanti. La UE è meccanismo politico-militare imperialista tra Stati, a cui partecipa la classe borghese di ogni paese in base alla sua forza (economica, politica, militare). Oggi, nel quadro della NATO gli Stati Uniti occupano il "posto d'onore", evidenziano come nel sistema imperialista e nelle sue organizzazioni si formano relazioni di interdipendenza disuguale. Tra gli Stati Uniti e l'Unione europea (o tra i paesi che ne sono membri), si può sviluppare una forte competizione e altresì possono nascere disaccordi e conflitti. Ma gli Stati Uniti e l'Unione europea trovano e troveranno sempre un "comune denominatore" quando si tratta di colpire i popoli, il movimento operaio-popolare, mentre le loro "lotte interne" riguardano la "spartizione del bottino". In nessun caso l'UE può rappresentare un contrappeso agli Stati Uniti e alla NATO, come erano stati nel passato l'URSS e il Patto di Varsavia, perché sono legate con lo stesso cemento, vale a dire la redditività del capitale e la brama di accrescere il profitto.
In passato, la NATO è stata la punta di diamante del capitalismo contro il mondo socialista e il movimento operaio. Dopo il rovesciamento del socialismo in URSS, il suo ruolo repressivo si è protratto e ha rafforzato il potere borghese nei suoi Stati membri. Con il "nuovo concetto strategico della NATO del 2020", adottato a Lisbona, la NATO cerca di legittimare l'intervento contro i popoli in caso di minaccia interna al potere borghese di uno degli stati membri della NATO. Inoltre, la sua attività è stata estesa a nuovi paesi. Negli ultimi due decenni abbiamo potuto vedere come agisca per formare apparati statali (di polizia e militari) nei paesi occupati (Iraq, Afghanistan) o nei paesi sotto protettorato (come il Kosovo), in modo che questi ultimi possano facilmente essere assimilati nei piani imperialisti della NATO.
Inoltre, vediamo che la NATO sta rafforzando le sue operazioni militari imperialiste, al di là dei propri confini, legittimata dalle Nazioni Unite e dall'OSCE (con cui ha firmato accordi di cooperazione).
La NATO si coordina con l'Unione europea e utilizza il cosiddetto "Partenariato per la pace", in cui sta cercando di integrare tutti i paesi disposti a collaborare.
Essa cerca di estendere il controllo dei mercati, in collaborazione con le altre potenze imperialiste al di fuori della NATO, presentando questo obiettivo come il contrasto a presunte "nuove minacce" (cyber-attacchi, la pirateria, l'installazione di missili balistici e armi nucleari, la "sicurezza energetica", il cambiamento climatico, l'immigrazione, l'acqua).
La NATO vuole garantirsi la capacità di realizzare il "primo colpo nucleare", eliminando o limitando la potenzialità di risposta, motivo ulteriore di confronto con la classe borghese russa.
Riteniamo che negli ultimi anni, nel quadro dell'economia capitalistica globale, la forza degli Stati Uniti e dell'Unione europea si sta riducendo, mentre le potenze emergenti, che cercano di coordinare le loro attività, stanno guadagnando terreno (Cina, Russia, India, Brasile). Ma il cosiddetto mondo "multipolare", è l'espressione della competizione tra vecchie e nuove potenze e "centri" imperialisti, che si intensifica e causa, tra l'altro, interventi militari e guerre imperialiste.
Un obiettivo fondamentale dei monopoli statunitensi ed europei, che riguarda la nostra regione, è l'utilizzo della NATO negli interventi militari in un ampio "arco" di paesi: dal Nord e Centro Africa al Mediterraneo orientale e il Medio Oriente, dal Golfo Persico abbracciando i Balcani, il Caucaso e il Mar Caspio, assumendo un ruolo più attivo nei piani per il controllo di importanti riserve strategiche di petrolio e di gas naturale e delle loro reti di trasporto.
Compagni,
Se teniamo in conto quanto detto, dobbiamo e possiamo tracciare una nostra strategia e definirne gli obiettivi che renderanno difficile l'attuazione dei piani della NATO, innalzando ostacoli, liberando infine i popoli dei nostri paesi dal circolo vizioso delle guerre e gli interventi imperialisti e della "pace imperialista".
Il KKE, che ha costantemente lottato per l'uscita della Grecia dalla NATO fin dall'epoca della sua adesione nel 1952, ha tracciato con precisione tale strategia.
In sintesi si possono evidenziare due assi portanti, strettamente legate tra loro: uno inerente alle basi ideologico-politiche della nostra lotta contro la NATO; l'altro relativo alle azioni e le iniziative specifiche che sviluppiamo come partito, con gli altri militanti avversi all'organizzazione imperialista della NATO.
Per quanto riguarda la base ideologico-politica della nostra lotta, dobbiamo entrare in conflitto con molte argomentazioni borghesi e opportuniste, che favoriscono la distorsione della realtà nella coscienza dei lavoratori e del popolo, e impongono loro di credere che la permanenza del nostro paese nella NATO è nell'interesse dei lavoratori. Per esempio la NATO viene presentata come un presunto "garante della sicurezza e dell'integrità territoriale" della Grecia. La presunta "certezza" che la Grecia non sarà coinvolta in una guerra generalizzata, ad esempio, con la Turchia o un altro paese della regione, fino a quando è nella NATO, che la partecipazione alla NATO è una "merce di scambio nelle mani della nazione", per la difesa dei cosiddetti "interessi nazionali" o che la lotta per il disimpegno dalla NATO non sia necessaria poiché la NATO a un certo punto si dissolverà da sé.
Il nostro partito svolge un intervento ideologico serio e sistematico, in modo da rivelare ai lavoratori la falsità e l'ipocrisia di tutte queste argomentazioni, così come una pletora di altri argomenti usati dalle forze borghesi e opportuniste nel nostro paese. I comunisti sono chiamati a rivelare ai popoli che la "nuova" NATO non diventerà migliore, né "promuoverà la sicurezza" in tutto il mondo, come sostiene la propaganda borghese. Il KKE confuta i costrutti ideologici che costituiscono un abbandono della visione leninista dell'imperialismo e della presa di posizione contro le unioni imperialiste e le organizzazioni interstatali. Costrutti che cercano di dividere la politica dall'economia, di sottovalutare il ruolo della classe borghese del paese e promuovere la questione della "dipendenza", della divisione della classe borghese in "nazionale" e "asservita agli stranieri", "produttiva" o " compradora ", ecc, seminando illusioni su alleanze con settori della classe borghese e soluzioni favorevoli al popolo nel quadro del sistema, all'interno della NATO e dell'UE.
Contemporaneamente il Partito svolge un ruolo di primo piano nel secondo asse di attività, sia per iniziative indipendenti e sia attraverso l'attività dei comunisti nei sindacati, soprattutto nel Fronte militante di tutti i lavoratori (PAME) e nelle organizzazioni di massa, quali il Comitato greco per la distensione internazionale e la pace (EEDYE), contro la NATO e gli interventi e le guerre imperialiste.
I comunisti lottano:
Perché le forze armate del paese non vengano utilizzate nei piani imperialisti.
Perché lo spazio aereo, marittimo e il territorio del paese non siano utilizzati come un trampolino di lancio per le guerre imperialiste, in particolare in questo periodo contro la Siria e l'Iran.
Perché le basi NATO e USA non siano utilizzate, soprattutto la base in Suda e perché vengano eliminate le armi nucleari dal paese.
Perché il cosiddetto scudo "antimissile" degli USA-NATO non sia installato in Europa.
Contro la cosiddetta spesa per la difesa, vale a dire l'acquisto di nuove attrezzature militari per le esigenze della NATO.
Per la cancellazione delle esercitazioni militari e di tutti gli accordi di cooperazione militare con Israele.
In queste condizioni, la rivendicazione dell'uscita dai piani imperialisti e il disimpegno del nostro paese, e di ogni paese, dalla NATO, può acquisire nuovo dinamismo nel quadro della lotta per il potere. Lottiamo contro la posizione ipocrita di SYRIZA, che evita la richiesta di disimpegno-ritiro della Grecia dalla NATO occultandola dietro la richiesta più generale della "dissoluzione della NATO". E' un diversivo per indurre le persone a rinunciare alla lotta per il disimpegno. L'indebolimento della NATO richiede l'indebolimento di questa alleanza attraverso l'uscita dei nostri paesi dalla NATO, come frutto della lotta dei popoli, che può essere efficacemente garantita solo dal potere della classe operaia e popolare.
In ogni caso, il rapporto con la NATO è un criterio di valutazione ciascun partito, della sua posizione e affidabilità verso il popolo. La lotta costante per il disimpegno, la denuncia del ruolo della NATO e dei pericoli immediati per le persone coinvolte nelle avventure e nelle guerre imperialiste e il coordinamento di questa lotta, deve essere all'ordine del giorno.
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