Aggressione contro i sindacalisti e i lavoratori del PAME in manifestazione al Ministero
31/01/2013
Ieri (30/1) si è verificato una brutale aggressione della polizia antisommossa contro i delegati delle federazioni e sindacati di classe al Ministero del Lavoro, mobilitatisi immediatamente a seguito delle dichiarazioni inaccettabili del Ministro del Lavoro, G. Vroutsis, il quale asseriva che il sistema di sicurezza sociale "è costruito sulla base di rapporti clientelari". L'attacco della polizia è conseguente alla decisione del governo di aumentare l'autoritarismo e la repressione contro le lotte della classe operaia e popolare per poter attuare le sempre più aspre misure che impoveriscono le persone e per frenare la lotta organizzata del popolo. Le dichiarazione di Vroutsis fanno presagire un nuovo attacco al sistema di sicurezza sociale.
La violenza e la ferocia scoperta del governo che ha inviato la polizia antisommossa, arrestato 35 sindacalisti del PAME e ferito 9 operai, concatena l'ultima di una serie di operazioni repressive, attuate con rabbia in questi mesi dal governo con il fine di reprimere le lotte e per intimidire il movimento operaio e popolare. La mobilitazione dei lavoratori è stata immediata. Si sono riuniti davanti al Ministero del Lavoro. Tuttavia, la polizia antisommossa è stata in grado di trarre in arresto i 35 sindacalisti, con l'uso dei manganelli e dei lacrimogeni, respingendo i manifestanti che in solidarietà si erano raccolti davanti al Ministero del Lavoro.
Il governo e la classe borghese prendono di mira il diritto di sciopero, il diritto di dimostrare in modo organizzato per contrastare l'offensiva del capitale ai lavoratori.
Per accattivarsi il giudizio degli "investitori", vale a dire i monopoli nazionali ed esteri, il governo mano nella mano con la Magistratura, che ha un chiaro carattere di classe, sta tentando di imporre il bavaglio al paese, offrendo garanzie di sicurezza al capitale contro il movimento operaio e popolare.
La provocazione del governo ha fallito
Il governo, alcune ore dopo, ha diffuso attraverso i mass media borghesi fotografie manomesse in cui si mostrerebbe il gabinetto del Ministro del Lavoro a soqquadro, per convincere che la delegazione del PAME e le organizzazioni sindacali avessero invaso il Ministero con fini vandalici. I sindacalisti del PAME hanno denunciato la provocazione, smentendo categoricamente che il movimento operaio di classe sia ispirato a una tale logica e pratica ed evidenziando come invece questa sia indirizzata contro la lotta della classe operaia-popolare.
La dichiarazione del portavoce del governo è stata arrogante e calunniosa e non a caso ha definito la protesta dei sindacati di classe come una "forma di violenza" o di "estremismo", associando in modo spregevole e provocatorio le forme di lotta del movimento popolare con gli attacchi "terroristi" delle ultime settimane. Tutto ciò conferma chiaramente che gli obiettivi di questi atti sono parte dell'intimidazione e della repressione del movimento operaio e popolare. Tutto ciò conferma altresì che l'elemento di disturbo dell'atmosfera di consenso e silenzio che il governo vuole imporre è la lotta di classe.
L'intimidazione non avrà successo. I manifestanti, riuniti in un corteo consistente, combattivo e organizzato, dal Ministero del Lavoro hanno marciato verso la Direzione generale della polizia di Atene, dove i sindacalisti erano stati tradotti, gridando slogan come: "Rilasciate i lavoratori, non sono terroristi, vogliono lavoro" e "la legge e l'ordine dei padroni verranno infrante dalla giusta causa dei lavoratori". Con il passare delle ore, la solidarietà si è rafforzata e il numero di persone al di fuori della stazione di polizia è aumentato.
La rabbia e la solidarietà sono straripanti
A seguito degli eventi, continuano a pervenire le dichiarazioni di solidarietà dei sindacati, delle federazioni e delle organizzazioni del movimento.
La Segretaria Generale del Comitato Centrale del KKE, sopraggiunta dalla mobilitazione degli agricoltori, si è unita al presidio davanti alla Direzione di polizia di Atene. Nelle sue dichiarazioni ha sottolineato quanto segue: "Chiediamo solo una cosa al Ministro del Lavoro: che produca il video in cui sarebbe filmata la devastazione commessa dai rappresentanti del movimento sindacale che stavano legittimamente protestando contro le dichiarazioni provocatorie del Ministro e lo passino ai canali TV. Ci venga mostrato il video. Dov'è il danno? 40 persone si sono recate per un faccia a faccia al Ministero, sindacalisti, delegati. Per fare cosa? Per distruggere gli uffici? Per distruggere i computer? Per picchiare il Ministro? Questo è ridicolo. E quando un ministro fa dichiarazioni provocatorie, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno il diritto di andare a dimostrare il giorno successivo. Questo è quanto è successo e niente altro (...) quando un governo non è disposto alla minima concessione di fronte alla sofferenza delle persone, allora non ha altra scelta che la violenza alle persone. Ma la forza popolare é più grande e può respingere la repressione di Stato, poiché, in ultima analisi, per quanto consistenti siano gli apparati dello Stato, le persone sono più numerose. In tal senso il popolo non deve temere. Deve invece temere i tormenti a venire e quindi acquistare il coraggio, la resistenza e lottare contro le menzogne e le calunnie. Poiché diffamano i lavoratori quando dicono che qualsiasi conquista è frutto di clientelismo, diffamano i lavoratori quando li dipingono come vandali... "
Una risposta combattiva, la mobilitazione continua
Nel tardo pomeriggio è stato annunciato che il fermo è stato trasformato in arresto e che il Procuratore ha accusato i 35 sindacalisti di disturbo della quiete e di danneggiamenti aggravati. Il presidio davanti la Direzione di polizia di Atene è continuato fino a tarda notte e una nuova manifestazione è stata organizzata per il giorno successivo con l'obiettivo di far prosciogliere i militanti del movimento di classe.
Giovedì 31/01 sono in sciopero i marinai, il personale sanitario, gli autisti dei pullman e delle ferrovie, mentre sono in corso le mobilitazioni degli agricoltori e si sta intensificando la preparazione dello sciopero generale di febbraio, previsto per metà mese.
In queste condizioni il rafforzamento della solidarietà di classe internazionale con le lotte in Grecia e con il PAME è necessario.
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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