La conquista della strategia e della tattica rivoluzionaria è una strada a senso unico
dal giornale del PC di Grecia "Rizospastis" del 22/23 Dicembre 2012
Eliseos Vaghenas *
Il 15-16 Dicembre si sono tenuti a Mosca i lavori del Seminario Internazionale sul tema: "Il movimento comunista internazionale oggi e domani". Al seminario hanno partecipato rappresentanti del Partito Comunista del Vietnam, Partito Comunista del Brasile, Partito Comunista di Grecia(KKE), Partito Comunista dell'India, Partito Comunista dell'India (marxista), Partito Comunista Cinese, Partito Comunista di Cuba, Partito Comunista Libanese, Partito Comunista di Ucraina, Partito Comunista Portoghese, Partito Comunista della Federazione Russa, Partito Comunista Ceco-Moravo.
Certamente non è la prima volta che rappresentanti dei PC di diversi paesi si riuniscono per parlare di tali questioni. Infatti, recentemente si è svolto a Beirut il 14° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti ed Operai con la partecipazione di 60 PC.
Dunque, quello che interessa è di mettere in evidenza, anche con l'occasione dell'incontro di Mosca, alcuni elementi fondamentali della contrapposizione ideologica - politica che si svolge nelle file del movimento comunista ed operaio internazionale.
La questione della "svolta di sinistra" mondiale e della diversa "miscela di gestione"
Citiamo "alcuni elementi" perché è difficile fornire attraverso le pagine del giornale l' insieme della contrapposizione. Una delle questioni sorte è stata posta dal Partito che ha organizzato l'incontro. Il presidente del PC della Federazione Russa, Gennady Ziuganov ha ritenuto che "la svolta mondiale a sinistra è quasi inevitabile", e dopo aver elogiato la Cina e il Vietnam per i positivi ritmi di crescita, in seguito ha evidenziato le emergenti "economie" dei BRICS, considerando che si tratta di paesi in cui vi è una forte regolamentazione statale dell'economia, aggiungendo che anche da altre parti "stanno cercando di trovare una soluzione attraverso soluzioni di sinistra, come mostrato dall'aspirazione di Obama di ridurre i privilegi delle banche, di promuovere la previdenza sociale e il finanziamento per l'istruzione. Inoltre anche l'Unione Europea sta cercando di mettere la museruola al capitalismo, ai mercati, al liberalismo, alle banche e sta adottando misure di carattere socialista".
Sulla stessa rotta anche altri partiti partecipanti a questo incontro, hanno valutato nel merito che il problema è "nel sistema del capitalismo neoliberista" (ad esempio, Partito Comunista di Cuba), lasciando così la possibilità di esistenza di un altra gestione nell'ambito del capitalismo, in grado di eliminare i problemi che vivono i lavoratori. Come esempio, sono stati riportati i governi "progressisti" dei paesi del America Latina.
Il KKE con i suoi interventi all'incontro di Mosca ha documentato le sue posizioni, osservando:
"L'attacco del capitale è forte e unificato. Il suo scopo è di ridurre ulteriormente il prezzo della forza-lavoro, per aumentare i profitti dei monopoli, per trasferire il peso della crisi sui popoli. Il regime dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo fa nascere e acuisce i problemi sociali. I bisogni sociali non possono essere soddisfatti sul terreno del capitalismo!
Le forze che gestiscono il capitalismo e la sua crisi sono costantemente al servizio di questo obiettivo. E questo a prescindere dalla forma di gestione, come avviene nei paesi dell'Unione europea vale a dire la politica restrittiva, che approfondisce la recessione dell'economia capitalista, o la politica espansiva che gonfia i deficit e il debito, come accade negli Stati Uniti.
In entrambi i casi sono i popoli che pagano per le conseguenze attraverso la riduzione dei salari e delle pensioni, alti tassi di disoccupazione, l'abolizione dei diritti di sicurezza sociale e del lavoro, la commercializzazione dei servizi sociali, le privatizzazioni, le misure fiscali dure.
Spesso sentiamo dire che il deterioramento della situazione della classe operaia, dei contadini, dei ceti medi urbani, l'indebolimento del futuro dei giovani sono dovuti al capitalismo "sfrenato", al neo-liberismo, al capitalismo da casinò.
Ciò richiede attenzione. Si tratta di un metodico e pianificato tentativo per ingannare i popoli. Queste caratterizzazioni cercano di nascondere la sostanza vale a dire che il responsabile per la disoccupazione, la povertà, i problemi della gente, in generale, le crisi e le guerre imperialiste è il modo di produzione capitalistico e non soltanto una forma della sua gestione. Vale a dire che è il sistema che vive e respira dallo sfruttamento della classe operaia, dalla estrazione di plusvalore, la ricerca del profitto, il concorso per l'espansione in nuovi mercati.
La responsabilità è del sistema che si basa sul potere dei monopoli e la proprietà capitalistica dei mezzi di produzione.
La vita dimostra che è impossibile seguire una linea politica a favore dei lavoratori finché il potere, gli strumenti economici e la ricchezza sono nelle mani del capitale. Si tratta di un trappola ben architettata e noi abbiamo il dovere di smascherarla, combattere e spiegare la verità ai popoli in modo aperto e deciso.
E 'vero che oggi la crisi non si è manifestata in alcuni paesi capitalisti, mentre ci sono alti tassi di sviluppo. Questo è il risultato della legge dello sviluppo ineguale del capitalismo. Prima della crisi la Grecia ha avuto tassi relativamente alti di sviluppo capitalistico, per un periodo di venti anni! In quel periodo si era manifestata la crisi delle "tigri asiatiche", la crisi in Russia e in Turchia, e in alcuni altri paesi. Oggi c'è crisi in Grecia, mentre la statistica borghese indica che in Russia e in Turchia vi è una crescita. Però, anche lì dove il meccanismo capitalista si sta avviando, la crescita sarà segnata dallo sfruttamento più selvaggio, che si svolgerà su un campo di rovine dei diritti lavorativi e popolari.
La questione delle "particolarità nazionali"
Un altro punto che è emerso dalla discussione è stato quello delle cosiddette "particolarità nazionali". Il rappresentante del Partito Comunista Cinese ha focalizzato esattamente alle "particolarità cinesi del socialismo" come è "l'apertura dell'economia" con la quale si intende la sempre maggior integrazione della Cina all'economia mondiale capitalista e la "liberazione delle forze produttive" con la quale si intende lo sviluppo e il rafforzamento dei rapporti di produzione capitalistici.
In realtà e secondo le valutazioni del nostro Partito nelle Tesi per il 19° Congresso, "nella Cina odierna, il PCC dirige la via capitalistica di sviluppo, incrementa i rapporti con l' Internazionale socialista. Il percorso, e più in generale le posizioni per "l'economia mista" che tempo fa sosteneva la socialdemocrazia , la posizione del "socialismo di mercato", esercitano una influenza negativa al Movimento Comunista Internazionale e vengono sfruttate in modo molteplice contro se stesso."
Il rappresentante del PCC si è soffermato sugli sforzi che compie il suo partito per la "cinesizzazione del marxismo" ,come ha detto, per far sì che la teoria del marxismo corrisponda alla realtà cinese.
Come ha riportato il KKE nel suo intervento iniziale, "il nostro Partito difende le leggi generali della rivoluzione e dell'edificazione socialista e respinge la logica dei 'modelli nazionali' che nella sostanza ritrattano le leggi generali."
Questa posizione del nostro Partito ha provocato una discussione, soprattutto da parte di altri partiti, che presentano la Cina come un "modello di sviluppo socialista." Così, ad esempio, il Partito Comunista dell'India si è incentrato sul tema delle cosiddette "particolarità nazionali", che dovranno essere presi in considerazione dai Partiti Comunisti, sostenendo nella sostanza le posizioni del Partito Comunista Cinese.
E' stato dovuto, da parte del KKE, chiarire le seguenti cose: "Certo, nella nostra lotta è necessario tenere conto delle specificità nazionali, per esempio, il livello di sviluppo delle forze produttive, la posizione geografica, le tradizioni culturali ecc. Tuttavia questo non vuol dire che possiamo evocare le specificità nazionali per dimetterci dalle leggi generali della rivoluzione socialista. Si tratta di una vecchia discussione che ha avuto inizio dopo la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, quando certi partiti nel nome delle particolarità nazionali della Russia, sollevarono la questione di dimissione dalla esperienza di questa grande rivoluzione. Ciò in seguito ha condotto in Europa Occidentale una seria di PC, sotto il richiamo delle particolarità nazionali, all'affermazione della corrente dell' "eurocomunismo" che sostanzialmente si è dimesso dalle leggi generali della rivoluzione socialista, dalla dittatura del proletariato e più in generale dalla lotta rivoluzionaria. Tali partiti ritenevano che attraverso le "riforme strutturali" e la "democrazia politica" il sistema capitalista può trasformarsi in socialista. Consideriamo che la vita ha smentito questi approcci ".
Inoltre, abbiamo dovuto soffermarci brevemente sulle conclusioni del KKE formulate nella Risoluzione del 18° Congresso riguardanti l'edificazione socialista nell' URSS.
La questione della partecipazione dei comunisti ai governi borghesi e degli stadi intermedi verso il socialismo
Nel nostro intervento iniziale abbiamo sottolineato che "come Partito escludiamo l'eventualità della nostra partecipazione ai governi borghesi anche se questi vengono chiamati "di sinistra" o "patriottici" perché dopo aver studiato la storia del nostro Partito e del movimento comunista internazionale, dopo studio approfondito della situazione oggettiva, siamo giunti alla conclusione che non vi siano fasi intermedie tra il capitalismo e il socialismo. Non esiste potere transitorio. Il potere sarà o nelle mani della classe operaia o nelle mani del capitale. La partecipazione del PC ad un governo di "sinistra" nell' ambito del capitalismo si rivela dannosa per il movimento popolare. Concretamente, con "parole d'ordine di sinistra" si perpetua lo sfruttamento della classe operaia, si sorregge la redditività del capitale.
Questa posizione ha suscitato interesse, dal momento che, per esempio, il PC della Federazione Russa ha stabilito nel suo programma non uno, ma tre stadi verso il socialismo e inoltre esalta il governo di "centro-sinistra" dei Primakov - Maschiukov che per un semestre ha gestito la crisi in Russia (1998 - 1999). Posizioni analoghe per gli stadi intermedi e partecipazione nei governi di "sinistra", hanno sia i PC indiani sia il PC Portoghese e il PC Ceco-Moravo, mentre il PC di Brasile, oggi sta materializzando questa linea politica. In particolare il Partito Comunista Portoghese ha fatto riferimento alla via "per uno sbocco di sinistra, patriottico, affinché il Portogallo possa crescere come paese indipendente, sovrano", cosa che ora non è possibile fare all' interno dell' U.E. Un obbiettivo che questo partito ha delimitato nello stadio distinto della cosiddetta "democrazia avanzata".
Da parte del KKE si è dovuto mettere in evidenza quanto segue: "La competizione intercapitalista si intensificherà, il sistema diventerà più aggressivo, le sue possibilità di concessioni saranno successivamente ridotte ulteriormente (...)
La lotta dei comunisti acquista grande e fondamentale importanza in quanto hanno il compito storico di rafforzare la lotta per il rovesciamento del sistema marcio, in modo che la classe operaia e il popolo prenda il potere nelle proprie mani e costruisca la nuova società socialista che è più attuale e necessaria di prima. Questo potere operaio, popolare esprime gli interessi dei molti.(della stragrande maggioranza)
Ciò significa che i mezzi di produzione, la ricchezza diventerà proprietà di chi la produce, di chi la crea, e l'economia sarà organizzata in base alla soddisfazione dei bisogni popolari, si svilupperà in modo pianificato e sarà in grado di garantire il diritto al lavoro per tutti, nonché servizi sociali gratuiti. Questo percorso di sviluppo, annullerà le cause delle crisi capitaliste. Il potere operaio, popolare procederà allo svincolamento dalle unioni imperialiste, la NATO e l'UE.
All' interno della unione interstatale, più in generale all'interno del sistema imperialista si realizzano fra gli stati capitalisti relazioni ineguali a causa delle differenze esistenti nei loro punti di partenza storici, nel loro potenziale sviluppo, nei loro vantaggi geografici, nella loro forza economica e politico-militare.
La concessione dei diritti di sovranità da parte della classe borghese all'interno di un'organizzazione imperialista come l'UE o la NATO avviene in modo cosciente sulla base del criterio dell' interesse di classe unificato contro i popoli, per la perpetuazione del sistema capitalistico, per il più efficace funzionamento delle unioni imperialiste.
In effetti, nel quadro del sistema di sfruttamento si sviluppano relazioni di dipendenza, o, più precisamente, relazioni ineguali di interdipendenza. Tuttavia, questo problema, che è collegato alla assimilazione del paese nella piramide imperialista , può essere eliminato solo attraverso l'abolizione delle cause che danno luogo ad esso, vale a dire attraverso il rovesciamento della organizzazione capitalistica dell'economia e della società, con la soluzione dei problemi di potere e la proprietà dei mezzi di produzione. In caso contrario, la lotta per l'indipendenza e la sovranità, secondo un'espressione di V.I. Lenin sarà effettuata "sotto falsa bandiera".
La questione della "democratizzazione" dei rapporti internazionali
Un'altra questione fondamentale è stata quella del cosiddetto "mondo multipolare" che da parte di alcuni Partiti Comunisti, più intensamente da parte del PC Ceco-Moravo e del PC di Brasile, è stata presentata come la risposta dei popoli all'aggressività imperialista.
E' stato necessario da parte del KKE presentare la nostra valutazione: "il cosiddetto "mondo multipolare" della cosiddetta "nuova architettura dei rapporti internazionali" non è il mondo della pace e della sicurezza per i popoli ma è il mondo dell'acutizzazione delle contraddizioni interimperialiste" . E ancora: "vorremo sottolineare che non si può fare riferimento alla democratizzazione del diritto internazionale e delle organizzazione internazionale come chiedono l' "Internazionale Socialista" e il "Partito della Sinistra Europea" favorendo le illusioni che le guerre imperialiste possono essere fermate, senza toccare il capitalismo e il potere del capitale. Noi condanniamo le ingiuste, guerre imperialiste e lottiamo per lo sganciamento del paese da queste! Tuttavia, sappiamo che le guerre che costituiscono la continuazione della politica con altri mezzi violenti, sono inevitabili finché la società sarà divisa in classi, finché esisterà lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, finché domina l'imperialismo . La sostituzione della guerra con la pace a beneficio dei popoli non può essere raggiunto senza la sostituzione del capitalismo con il socialismo. Questa verità rende la nostra lotta oggi ancora più attuale, ancora più necessaria".
Necessità di conquista della strategia rivoluzionaria
Durante la discussione sono venuti a galla anche altre questioni di contrapposizione come ad esempio le questioni delle alleanze, ed altro ancora.
Nella discussione si son formulate differenti, fino a diametralmente opposte, opinioni, fatto che per l'ennesima volta sottolinea l'attualità della posizione del KKE: "la conquista della strategia rivoluzionaria e della tattica che corrisponde ad essa è un impresa difficile ma obbligatoria. E' lo strumento insostituibile che consente di creare un terreno stabile per la lotta ideologico-politica e di massa, contribuendo alla concentrazione e alla preparazione di forze operaie e popolari nel conflitto con il capitale, coi suoi partiti e con le unioni imperialiste per il rovesciamento della barbarie capitalista. E' un affare di quei Partiti Comunisti che si oppongono all'erosione opportunista, difendono la lotta di classe fino alla fine e lottano per la prospettiva socialista".
Il KKE, già otto anni fa, dal suo 17° Congresso, parlò apertamente della la necessità del polo comunista tra Partiti Comunisti che convergono nei loro approcci ideologici e politici, che difendono il marxismo-leninismo e il contributo del socialismo che abbiamo conosciuto.
Su questo percorso è stata fondata la Rivista Comunista Internazionale (RCI) che esprime la necessità di collaborazione tra riviste teoriche e politiche di Partiti Comunisti che hanno posizioni comuni per una serie di questioni teoriche e ideologiche fondamentali .
Alla Rivista Comunista Internazionale partecipano, oltre il KKE, il Partito del Lavoro del Belgio, il Partito Comunista del Venezuela, il Partito Comunista dei Popoli di Spagna, il Partito Socialista della Lettonia, il Partito Comunista del Lussemburgo, il Partito Comunista del Messico, il Partito Comunista Operaio Ungherese, l' Unione dei Comunisti dell'Ucraina, il Partito Comunista Operaio della Russia, il Partito Comunista Turco.
Inoltre interesse di partecipazione hanno espresso anche altri Partiti Comunisti che accolgono la necessità di realizzazione della strategia rivoluzionaria nel movimento comunista internazionale.
* E. Vaghenas è membro del CC del KKE e responsabile del Dipartimento Rapporti Internazionali
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
e-mail:cpg@int.kke.gr