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Secondo giorno per lo sciopero di 48 ore: Migliaia di persone hanno partecipato ieri alla mobilitazione del PAME


08/11/2012

  • Impressionante dimostrazione del PAME ieri in piazza Syntagma
  • Repressione di Stato organizzata dal governo alla manifestazione
  • La lotta continua con ancora maggiore determinazione sui luoghi di lavoro

Mentre in Parlamento i partiti borghesi ingiungevano al popolo l'ennesimo atto di sottomissione per salvare i monopoli, apprestandosi a votare il 3° Memorandum, un pacchetto di barbare misure antioperaie, decine di migliaia di scioperanti e manifestanti della classe lavoratrice e delle famiglie popolari facevano sentire la loro voce in tutto il paese: "Lavoratore non devi accettare questa moderna schiavitù, è possibile abolire tutte queste leggi e i padroni". E "Nessun sacrificio per la plutocrazia; l'oligarchia deve pagare per la crisi".

Ad Atene, per il secondo giorno consecutivo, decine di migliaia di manifestanti si sono riversate in piazza Syntagma. Dopo l'accerchiamento del Parlamento da parte del PAME durante la mobilitazione di martedì, mercoledì pomeriggio migliaia di persone provenienti da tutta l'Attica hanno sfilato con le bandiere del PAME da piazza Omonia al centro di Atene. Hanno risposto alla chiamata di molte federazioni di categoria, sindacati e sindacalisti di classe, schierati nelle file del PAME, così come alle chiamate del Movimento dei lavoratori autonomi e dei piccoli commercianti (PASEVE), della Federazione delle donne greche (OGE) e del Fronte studentesco militante (MAS).

La manifestazione di massa ha percorso le vie centrali della città e invaso piazza Syntagma. Gli slogan senza tregua, non si sono fermati neanche sotto la pioggia torrenziale. Ognuno è rimasto in posizione e le voci si sono levate più forti: "Qui e ora lotta di classe, perché non si può vivere con 400 euro al mese".

La mobilitazione del PAME è rimasta ordinata nonostante il tentativo di intimidazione. Si è trattato di un piano organizzato di selvaggia violenza di stato e di brutale repressione contro i manifestanti, che la Segretaria Generale del CC del KKE, Aleka Papariga, ha denunciato in Parlamento, sottolineando tra l'altro: "E' impossibile che la linea politica perseguita e che le misure in cantiere non siano accompagnate dalla violenza di stato, dalla repressione e dall'autoritarismo; è solo grazie alla resistenza del popolo che il piano di intervento delle forze militari in occasione degli scioperi e delle occupazioni, non sia stato portato a termine. La violenza, che vediamo in piazza Syntagma e che denunciamo, è ancora maggiore nei luoghi di lavoro, sebbene lì resti inosservata. Stamane i padroni hanno trasportato i lavoratori in pullman sui posti di lavoro, contro la loro volontà e con la minaccia del licenziamento, perché iniziassero a lavorare alle due del mattino prima che i picchetti prendessero posto. Non ci sono commenti! Purtroppo nella maggior parte delle ali del Parlamento la sensibilità è selettiva. La violenza aumenterà, lo sappiamo molto bene. Senza violenza non siete affatto persuasivi, da questo punto di vista la situazione si fa molto seria. Troverete altri pretesti per colpire le manifestazioni. E se non li troverete, li creerete: lo diciamo avendo piena coscienza della situazione".

Di fronte all'ampio uso di lacrimogeni e cannoni ad acqua, i manifestanti hanno rafforzato la loro determinazione e i loro slogan.

Le forze del PAME sono rimaste serrate per ore fino a tarda notte nelle vie centrali e intorno piazza Syntagma, nonostante la pioggia battente. Hanno dimostrato ancora una volta che la lotta di classe organizzata e ben protetta ha la forza di distruggere i piani dello Stato borghese.

Il gruppo parlamentare del KKE all'interno del Parlamento ha esposto il carattere di classe delle misure, mentre la Segretaria del KKE ha affermato: "In nessun caso il popolo deve sostenere gli interessi di una parte dei gruppi affaristici contro gli altri. Ciò significherebbe la sconfitta del movimento per molti anni". Nel suo discorso Papariga ha indicato i seguenti assi fondamentali:
  • L'offensiva è indiscriminata contro il lavoro salariato, autonomo e contadino. Il governo sta presentando un disegno di legge volto a garantire il recupero della redditività del capitale e degli investimenti.
  • Oggi si scontrano due formule politiche, l'una contro l'altra. Da una parte la formula di SYRIZA [opportunisti di sinistra, ndt] e dall'altra quella di ND [Nuova Democrazia, conservatori, ndt], con le varie sfumature apportate dal PASOK [socialdemocratici] e da Sinistra Democratica. Essendo dominanti, ne consegue che parte del popolo è indotto a schierarsi a favore di una sezione della classe borghese e l'altra parte a favore di un'altra sezione della classe borghese.
  • Una soluzione a favore del popolo implica l'abolizione dei monopoli e il disimpegno dall'UE. Ciò significa il rovesciamento del potere politico dei monopoli. Non ci sono altre vie d'uscita alla crisi a vantaggio del popolo.
Va notato che la discussione in Parlamento sulle nuove misure antipopolari è stata condotta nel 95° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. Così il primo ministro Samaras, leader del partito di destra ND, non ha mancato l'occasione di attaccare il socialismo reale con odio e menzogne, parlando di "totalitarismo" e "mancanza di democrazia". In ogni caso, l'attacco di Samaras, che ha ricevuto la risposta che meritava dai deputati del KKE, conferma un dato: che nelle condizioni di aggravamento della crisi e putrefazione del capitalismo, la loro paura del vero avversario, ossia dell'altro percorso di sviluppo che ha avuto inizio con la costruzione del socialismo nel secolo precedente, li perseguita, nella veglia e nel sonno...

La posizione di SYRIZA in Parlamento è stata anch'essa rivelatrice. Concentrandosi su questioni procedurali e sulla propaganda inerente alla "deviazione" dalla democrazia, SYRIZA ha sostenuto una formula per la gestione del capitalismo, chiedendo al governo di fissare "limiti chiari per la negoziazione". Ha dimostrato il suo attaccamento all'Unione europea, quando ha ricordato che "la linea politica della signora Merkel è quanto ci sta isolando dall'Unione europea". In sostanza, sostiene che un semplice cambio di governo sia sufficiente a migliorare la vita dei lavoratori, senza rotture con l'Unione europea e il sistema capitalista.

Alla fine, in 153 hanno votato a favore, approvando il 3° Memorandum. Sull'esito di voto è stata annunciata l'espulsione di 6 deputati del PASOK e 1 di ND.

Vi saranno tante altre mobilitazioni, perché la lotta, soprattutto nei luoghi di lavoro, sia rafforzata, e perché sempre più lavoratori siano coinvolti in maniera attiva e organizzata nella lotta per il rovesciamento della linea politica antipopolare. Un rovesciamento che non verrà in un singolo colpo o una singola mobilitazione, ma attraverso una dura battaglia fino a quando il popolo non entrerà in rottura totale con l'UE e i monopoli.


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