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Appello dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del KKE


 
03/09/2012
 
Invitiamo il popolo a perseguire la sua strada, a far affidamento sulla propria giusta causa e sull'organizzazione, l'aggregazione e l'alleanza dei lavoratori, dei contadini, degli autonomi, insieme ai giovani e alle donne delle famiglie degli strati popolari: per ritrovare l'ottimismo e la forza e contribuire ad un percorso vittorioso di rottura e rovesciamento del potere dei monopoli e dei gruppi capitalistici, per la liberazione dalle catene della UE, attraverso la conquista del potere della classe operaia-popolare.
 
Questa oggi deve essere la scelta e la risposta popolare alla crisi che è in continua espansione e approfondimento, agli sviluppi nell'UE e al debito, alla feroce offensiva antipopolare.
 
Il governo di ND-PASOK-Sinistra democratica esprime e promuove fermamente le richieste dei gruppi affaristici in Grecia e nell'Unione europea. La prospettiva che si sta preparando per il popolo è drammatica: i disoccupati sono costretti a pagare le tasse se hanno una casa, i malati sono lasciati senza medicine, i bambini sono esclusi dagli asili. Queste e altre sono le cose che la gente è chiamata a combattere con decisione, per spezzare le catene che li lega alle varie forme di gestione politica della crisi del capitalismo, per avanzare verso una via d'uscita favorevole al popolo, per la soddisfazione dei suoi bisogni.
 
Qualunque forma di gestione venga imposta, una diluizione nell'attuazione del memorandum, una nuova sforbiciata, nuovi prestiti ed Eurobond, un ritorno alla dracma o altro, non rimedierà alla riduzione dei salari, delle pensioni, dei servizi sociali, alla disoccupazione, alle nuove misure draconiane. Nessuna proposta per la gestione del sistema risponde ai bisogni della classe operaia e degli strati popolari, sia la proposta dell'attuale governo che la proposta di SYRIZA, in quanto sono tutte allineate alla strategia dei monopoli ed europeista. La critica unilaterale alla Germania e ai governi greci che hanno accettato le proposte UE-FMI-BCE, la cosiddetta troika, le grida di tradimento nazionale e di sottomissione, non hanno nulla a che fare con i veri interessi del popolo. Esprimono il disaccordo sulla gestione della crisi, mascherati da pretestuosi slogan filopopolari, in modo che la gente non si rivolti contro il sistema di sfruttamento in sé, ma alterni la sua preferenza per l'uno o l'altro gestore del sistema.
 
Naturalmente la formazione politica maggiormente reazionaria e anticomunista "Alba dorata", agisce demagogicamente nel tentativo di sfruttare la confusione, utilizzando il tema complesso e di estrema gravità dell'immigrazione. Si prepara e allena per la sua missione fondamentale: praticare violenza organizzata e attacchi omicidi contro gli immigrati. Il suo compito è quello di giocare il ruolo delle contemporanee "squadracce di sicurezza" a spese del movimento operaio e popolare, con l'obiettivo di spezzarlo e difendere gli interessi del sistema.
 
Le persone oggi sono in possesso di tutte le prove che dimostrano che un compromesso tra il popolo e i monopoli, tra le forze del capitale e il lavoro, è impossibile. Oggi, il rapporto negativo di forze ancor più sfavorevole, dopo il voto del popolo alle elezioni di giugno, può cambiare: spetta al popolo e da oggi si deve iniziare a cambiare. Nessun progresso può essere fatto senza un KKE forte, senza un cambiamento nei rapporti di forza, prima di tutto nel movimento operaio e sindacale.
 
Nelle elezioni la maggior parte delle persone hanno votato per i partiti che guardano alla UE come unica alternativa: con la permanenza della Grecia nell'Unione europea e nella zona euro a qualsiasi costo, sotto lo slogan mistificatorio della rinegoziazione del prestito, sostenuto fin dall'inizio dai tre partiti di governo di coalizione e adottato da SYRIZA nella seconda tornata elettorale, abbandonando lo slogan dell'abolizione del memorandum e dell'accordo sul prestito.
 
Nonostante il risultato elettorale negativo, caratterizzato da una significativa riduzione elettorale del KKE, nessun lavoratore deve sentirsi vincolato al voto dato ai partiti "dell'UE a senso unico", né aspettarsi qualcosa di positivo dalla coalizione dei tre partiti al governo o, in caso di suo fallimento, da un avvicendamento di SYRIZA. La partecipazione e il ruolo al governo di Sinistra democratica dimostra in pieno il fallimento della "sinistra di governo".
 
Il popolo non può attendere oltre. E' stato condannato alla bancarotta, mentre la spada di Damocle delle nuove misure pende sulla sua testa per molti anni a venire. Nell'attuale stato di emergenza imposto, in cui le persone non riescono a pagare le tasse, non si può nutrire l'illusione che non ci saranno ulteriori tagli dei salari, delle pensioni, della sanità; non si può sperare che il milione e 200mila disoccupati troverà un posto di lavoro grazie ad un anemico sviluppo capitalistico, magari nel settore dell'energia verde, promesso dal governo o dalla rinegoziazione di SYRIZA. Il tasso di disoccupazione aumenterà ulteriormente nel 2013.
 
Il KKE ha discusso e discute sulle sue difficoltà e sulle sue debolezze e su quelle del movimento e di come migliorare il suo agire per guidare il popolo e i giovani e per organizzare la loro lotta. C'è una soluzione favorevole al popolo.
 
Per queste ragioni chiediamo alla classe operaia e agli strati popolari, a prescindere dal voto espresso alle urne, di avviare una discussione aperta e organizzare una lotta unitaria contro le misure antipopolari, in modo da sbarazzarci dell'incubo del fallimento, dal giogo del dominio dei monopoli e dal loro potere, per liberarci dalle scelte e dagli impegni dell'UE.
 
Invitiamo le centinaia di migliaia di persone che sentono la necessità di agire, a organizzare insieme a noi il contrattacco popolare.
 
Una via di uscita dalla crisi favorevole al popolo esiste e deve diventare lo slogan del popolo, avviando la lotta per creare le pre-condizioni per uno sviluppo senza monopoli, senza sfruttamento di classe, con la socializzazione, la pianificazione centrale e il controllo operaio-popolare, con il disimpegno dalla UE e la cancellazione unilaterale del debito.
 
La proroga del memorandum proposta dal governo e la negoziazione di SYRIZA per posporre il pagamento del debito di uno o due anni o per ridurlo appellandosi ad accordi e organizzazioni internazionali, o il ritorno alla dracma, concretizzano gestioni diverse che porteranno ugualmente nuovi guai per il popolo, mentre il capitale ne sarà ancora una volta beneficiato.
 
La teoria dei quadri di SYRIZA secondo cui la bancarotta è un'arma dei deboli, è altrettanto dannosa per il popolo. In Argentina si verificò una cessazione dei pagamenti, la moneta venne slegata dal dollaro, dopo anni ci fu una nuova negoziazione e la cancellazione parziale del debito, ma la disoccupazione e la povertà imperversano nonostante lo sviluppo capitalistico. In nessun caso le persone possono trarre dei benefici nel quadro dell'Unione europea e del sistema: la situazione attuale comporta la svalutazione all'interno della zona euro e tagli costanti degli stipendi, delle pensioni e della spesa sociale. Il fallimento e l'uscita dall'euro saranno accompagnati da un forte rialzo dei prezzi dell'enorme flusso dei prodotti di importazione e una perdita enorme del potere d'acquisto dei lavoratori. In tutti i casi vi saranno una tassazione eccessiva e una profonda erosione del potenziale di sviluppo esistente nel paese.
 
Alcuni settori del capitale vogliono e saranno beneficiati dall'uscita della Grecia dalla zona euro, in quanto potranno investire con un minor capitale in un paese con una moneta svalutata e retribuzioni a livello bulgaro.
 
Le scelte della classe borghese e dell'UE sono inesorabili. Vogliono una forza lavoro a buon mercato e sottomessa, ora e in futuro, la frantumazione del movimento operaio radicale e di classe e del movimento popolare. Per questo motivo insistiamo sul fatto che i lavoratori voltino le spalle alle ricette per la gestione della crisi da parte del governo e di SYRIZA, per questo motivo chiediamo che il popolo tracci una rotta per il suo potere e il suo governo, liberandosi una volta per tutte dalla crisi e dalla bancarotta. La via d'uscita dalla crisi a favore del popolo, per il raggiungimento della prosperità delle persone e della società sono oggi interamente legate alla domanda di disimpegno e alla cancellazione unilaterale del debito, con il popolo proprietario della ricchezza che produce.
 
Il governo del potere popolare trasformerà l'attuale proprietà dei grandi gruppi, delle imprese capitaliste, delle infrastrutture, dei mezzi di trasporto terrestri, via mare e aria, e la terra in proprietà del popolo.
 
Promuoverà cooperative di produzione tra piccoli e medi agricoltori e tra gli autonomi, garantendo ciò che oggi è solo un sogno per la maggior parte delle persone:
 
- Lavoro per tutti, sradicamento della disoccupazione. 
- Autosufficienza alimentare per tutti. 
- Assistenza sanitaria pubblica e gratuita, protezione sociale per tutti, abolizione dell'iniziativa privata in questi settori. 
- Istruzione per tutti. Utilizzo di mano d'opera scientifica, ricerca e tecnologia. 
- Cura gratuita dei bambini, degli anziani e delle persone con esigenze particolari da parte dello Stato. 
- Alloggi di qualità a buon mercato con elettricità, riscaldamento e acqua corrente. 
- Sport, cultura e tempo libero per tutti, con infrastrutture organizzate.
 
Svolgerà un ruolo di primo piano nelle relazioni economiche internazionali sulla base del vantaggio reciproco dei popoli. Con un popolo sovrano e forte che lotti per la prosperità, il paese sarà in grado di liberarsi dagli accordi imperialistici e dalla NATO, dal coinvolgimento in guerre imperialiste.
 
Il potere operaio e popolare ha realizzato immensi risultati per il popolo nei paesi in cui è stato edificato il socialismo. Ha fornito soluzioni ai problemi che i lavoratori nei paesi capitalisti potevano solo sognare. Abbiamo tratto insegnamento dagli errori e dalle carenze che hanno portato alla controrivoluzione e al rovesciamento del socialismo. La lotta per un nuovo tipo di potere resta necessaria e appropriata.
 
Ora, le persone devono prendere la situazione nelle proprie mani con lotte politico-sociali generalizzate. Queste lotte devono unire la classe lavoratrice - sia nel settore pubblico che privato -, i contadini poveri, i professionisti, le donne, i giovani in una sola direzione e in una stabile alleanza.
 
Nessun settore o gruppo di lavoratori può scongiurare la povertà relativa e assoluta, chiedendo di essere escluso dalle misure, vista la natura generale e lo scopo comune dell'offensiva. Al contrario, le rivendicazioni di ciascun settore, di ogni gruppo di lavoratori, dei disoccupati e dei pensionati, possono portare dei risultati solo se coniugano le proprie adeguate posizioni con le manifestazioni unitarie a livello nazionale. I lavoratori non devono accettare che le lotte dei vari settori siano in opposizione tra di loro, devono respingere la diffamazione delle forme avanzate di lotta, di scioperi decisi dai lavoratori per rispondere ai problemi intollerabili che devono affrontare.
 
In questa fase i fronti di lotta e resistenza nei luoghi di lavoro, nei settori e nei quartieri devono diventare torrenti che si fondano insieme e rafforzino la domanda generale per una via d'uscita dalla crisi favorevole al popolo, promossa con manifestazioni di massa militanti e forme corrispondenti di lotta. Le lotte devono essere basate sulla partecipazione di massa al processo decisionale e all'organizzazione. La lotta richiede partecipazione di massa, organizzazione e direzione politica di rottura con gli interessi e le scelte dei monopoli a livello nazionale ed europeo.
 
L'annuncio delle misure del governo che estorceranno alle persone 23,5 miliardi di dollari e la preparazione di un nuovo ciclo di misure è il primo scontro del popolo dopo le elezioni. Il nuovo attacco deve trovare una risposta adeguata in termini di forma e partecipazione: uno sciopero generale che in certe condizioni possa diventare punto di partenza per l'escalation e il rafforzamento stabile della lotta del popolo.
 
In questa fase le persone devono dimostrare di avere il coraggio, di sapersi liberare dalle illusioni che vengono promosse dalle forze politiche che sostengono la partecipazione della Grecia nell'UE e voltare le spalle al ricatto e ai dilemmi intimidatori.
 
Oggi ci sono due percorsi di sviluppo che entrano in conflitto: da un lato, il percorso determinato dai monopoli e dai loro partiti e, dall'altro, il percorso di lotta di masse risolute e incrollabili che portino alla rottura e al rovesciamento del potere dei monopoli.
 
Non c'è via d'uscita fino a quando i lavoratori, i disoccupati, i pensionati saranno influenzati dalle varie formule di gestione del sistema, liberale, socialista o di "sinistra" che siano; fino a quando prevarranno il fatalismo e il disfattismo, la percezione errata che il popolo non possa vincere, né ingaggiare lotte efficaci, che il cambiamento radicale non avverrà mai e appartiene a una "Seconda Fase". Il popolo non deve adagiarsi passivamente sulle varie reti, chiamate ipocritamente reti di solidarietà e di carità, impostate in modo pianificato in modo che la gente si abitui all'idea di gestire la povertà.
 
Il KKE avvierà delle iniziative, a livello nazionale, settoriale e locale al fine di rafforzare la lotta di classe di massa, le iniziative popolari e la solidarietà sia nei fronti specifici di lotta che a livello politico generale. Il KKE invita le persone a sostenere politicamente e attraverso la lotta, le iniziative del partito, che ha presentato un progetto di legge per l'abolizione dei Memorandum, degli accordi sul prestito e delle misure antipopolari nel loro complesso.
 
Il KKE sarà in prima linea nelle lotte relative al reddito, ai contratti collettivi di lavoro, alle prestazioni sociali e alle pensioni, ai posti di lavoro, ai diritti dei disoccupati e le loro famiglie, alle opere pubbliche per infrastrutture sociali e programmi di edilizia abitativa, per l'istruzione, la sanità e il welfare, contro le privatizzazioni, contro le fusioni di banche che portano a licenziamenti e riduzioni di stipendi, contro i licenziamenti nel settore pubblico, sui problemi specifici e acuti dei giovani e delle donne, sul problema della droga, che è in aumento, per garantire assistenza medica e farmaci per tutti, per la salvaguardia dei fondi di previdenza sociale e il pagamento degli stipendi e delle pensioni.
 
Basta tasse e imposte ingiuste. Nessun pignoramento e aste per le famiglie indebitate degli strati popolari.
 
I sindacati, le organizzazioni di massa, i comitati popolari devono rafforzare la loro solidarietà e al tempo stesso devono fare richieste e adottare forme militanti di lotta.
 
Nessuno deve essere abbandonato alle grinfie del fisco e dei meccanismi statali, senza casa, senza cibo, né medicine, con i figli sospinti verso la malnutrizione. Nessuno deve essere lasciato solo contro la repressione e l'autoritarismo dello Stato.
 
Il KKE con la sua proposta per una via d'uscita sarà in prima linea in tutte queste lotte con i lavoratori, i disoccupati e i poveri che sono finiti sul lastrico e non possono assumersi nuovi oneri.
 
Dobbiamo invertire il disfattismo con la forza della nostra proposta, riponendo la fiducia nei lavoratori. Dobbiamo contribuire con decisione, in modo che l'immenso potere del popolo sia liberato dai vincoli dei dilemmi intimidatori, dall'anticomunismo, dall'intimidazione e dall'autoritarismo dei padroni e dello Stato.
 
La coscienza del popolo deve essere liberata in modo che mutino i rapporti di forza a favore degli interessi del popolo.
 
Il KKE invita i lavoratori a partecipare al 38° festival, il grande evento organizzato da KNE e ODIGITIS, di partecipare attivamente alle mobilitazioni che si svolgeranno nel corso del periodo successivo in tutto il paese e a Salonicco. I militanti e gli amici del KKE e della KNE devono essere in prima linea nella lotta, con altruismo e abnegazione, per spianare la strada alla vittoria del popolo.
 
Atene 29/08/2012
 
L'Ufficio Politico del CC del KKE
 
 

Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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