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Il movimento popolare deve mirare al capitale



08/06/2011

La dichiarazione dell'Ufficio Politico del KKE del 7 giugno sui recenti sviluppi in Grecia sottolinea quanto segue: "E' incoraggiante che le persone e i giovani siano per strada a dimostrare la loro rabbia repressa. Può nascerne un clima militante efficace se si evolvesse in una decisiva partecipazione nel movimento di classe organizzato, impegnato nella lotta per respingere e invertire la barbarica linea politica antipopolare e non per cambiare i leader di governo o per piccoli aggiustamenti all'agenda dei monopolisti. Il governo, i partiti e gli apparati del sistema hanno tutto l'interesse che la rabbia popolare mantenga un orientamento vago, intrappolato in slogan insulsi o in costrutti ideologici reazionari.

Per rendere efficace la lotta popolare e giovanile e avere la forza di erigere barriere contro le misure sempre più barbare, la classe operaia deve mirare ai responsabili del disastro popolare, cioè i gruppi di imprese, l'Unione europea e i partiti al loro servizio. Bisogna lottare per i diritti contemporanei, puntare ai necessari cambiamenti radicali nell'economia e nella gestione del potere, perché lo sviluppo serva a soddisfare i bisogni popolari e non i profitti del grande capitale".

Il 7 giugno la Gioventù Comunista di Grecia (KNE) ha animato dimostrazioni di massa ad Atene e Salonicco, a cui hanno partecipato migliaia di giovani.

Il Segretario del CC del KNE, Theodoris Chionis, ha parlato al raduno ad Atene e ha sottolineato che è la "proprietà capitalistica dei mezzi di produzione e della terra a impedire l'utilizzo della ricchezza prodotta dalla classe operaia e dagli strati popolari per i propri bisogni. Per questo motivo ogni impresa e ogni posto di lavoro, la campagna, i porti, gli aeroporti, gli ospedali, le scuole e gli istituti di formazione devono diventare fortezza della lotta intransigente contro il capitale e i suoi partiti, contro le misure barbariche, con l'obiettivo di trasformare la proprietà privata dei mezzi di produzione in proprietà pubblica.

Chiamiamo il popolo a sollevarsi, a dare nuovo slancio alla lotta di classe. Da domani visiteremo i luoghi di lavoro, daremo il nostro meglio perché nel giorno di mercoledì 15 giugno lo sciopero generale chiuda tutto, si fermi l'intera Grecia per spezzare le intimidazioni e il ricatto dei padroni e ricatto del governo. Le manifestazioni del PAME devono essere fiumi in piena.

Stiamo facendo una chiamata alle armi perché si moltiplichi l'organizzazione popolare attraverso una partecipazione combattiva e di massa, cambiando i rapporti di forza. Ovunque dobbiamo ingaggiare una lotta in difesa dei disoccupati, dei giovani lavoratori, degli studenti, con l'obiettivo di un radicale rovesciamento del sistema capitalista.

Oggi esistono nuove precondizioni per la liberazione del popolo e dei giovani dai dilemmi e dalle ambizioni borghesi, da un sistema che non ha prospettive. Esistono anche delle trappole. Per questo motivo occorre allearsi con il KKE. Noi non pagheremo la crisi, né i debiti e i profitti del capitale. Lottiamo affinché la classe operaia e i suoi alleati diventino padroni del paese e del loro futuro".

E' seguito un corteo verso il Ministero del Lavoro, mentre a Salonicco i manifestanti del KNE hanno dato vita a una occupazione simbolica degli uffici dell'Unione Industriale e marciato alla volta della Segreteria Generale di Macedonia-Tracia.


Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


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