Sciopero generale: risposta di classe massiccia e decisiva contro l'assalto ai lavoratori
12/05/2011
Uno sciopero generale di grande importanza è stato organizzato dal PAME mercoledì 11 maggio in Grecia in opposizione all'aggressione sistematica contro i lavoratori, scatenata dal governo del PASOK, l'Unione Europea, il FMI, la BCE e la plutocrazia del paese, con il sostegno dei loro partiti. Innumerevoli i luoghi di lavoro deserti, sia nel settore privato che in quello pubblico. Fabbriche, aziende, cantieri, tutti i media, i porti e altri luoghi di lavoro sono rimasti chiusi. Sin dall’alba, i picchetti degli scioperanti circondavano i luoghi di lavoro, veri e propri ghetti, sostenendo lo sciopero dei lavoratori in modo massiccio e ben organizzato. I lavoratori in sciopero hanno combattuto una battaglia significativa e partecipando allo sciopero hanno sfidato il terrorismo, le intimidazioni, l'inganno e il fatalismo dei padroni.
Migliaia di comunisti, iscritti e quadri del KKE e KNE, con visite, discorsi e interventi nelle fabbriche e altri luoghi di lavoro, hanno protetto lo sciopero e contributo al suo successo.
Decine di migliaia di manifestanti hanno invaso il centro di Atene e decine di altre città per partecipare ai comizi organizzati dal PAME e hanno condannato, con la forza della loro consistenza numerica e della loro organizzazione, le misure anti-operaie del governo. In particolare, i salari nel settore pubblico e nelle ex municipalizzate sono stati presi di mira ancora una volta dalla classe borghese, così come le prestazioni sociali e le pensioni. Si sta cercando di imporre come principio generale il dogma: "rapporti di lavoro flessibili ovunque". Inoltre degli ingenti tagli alle spese sono previsti per l’assistenza sanitaria, la spesa medica, l’istruzione, l’assistenza sociale e per la copertura previdenziale delle professioni esposte a pericoli e condizioni dannose alla salute. Nuove imposte indirette saranno addossate sui lavoratori, mentre il governo sta progettando di chiudere gli enti pubblici e di licenziare lavoratori con contratti a breve termine.
Aleka Papariga, Segretaria Generale del Comitato Centrale del KKE, ha partecipato alla manifestazione del PAME ad Atene e ha fatto la seguente dichiarazione ai giornalisti: "La linea politica di coloro che ci condannano a una bancarotta orchestrata e controllata è simile a una bolletta della luce che non occorre aprire e leggere. La gente, gli operai e gli impiegati, i lavoratori autonomi devono scrivere le proprie pagine nella storia di questo paese, in caratteri grandi e chiari. La loro rabbia deve trasformarsi in forza in modo che possano portare a termine il contrattacco. Non vi sono alternative."
Il discorso principale al comizio del PAME ad Atene era di Vasilis Stamoulis, Presidente del Sindacato dei Lavoratori Tessili e del Cuoio, che tra l’altro ha rilevato quanto segue:
"Le nuove misure vessatorie in preparazione incontreranno la resistenza massiccia e decisiva degli operai, dei lavoratori autonomi, degli agricoltori poveri e medi, dei giovani e di tutto il popolo: questo è il nostro messaggio.
Vogliono metterci in ginocchio, vogliono soggiogarci, non vogliono che alziamo la testa per rispondere. La nostra risposta sarà un piano e una prospettiva per la nostra liberazione radicale e definitiva dalla proprietà capitalista. Qualunque forma di gestione scelgano, la barbarie non può essere umanizzata. Con o senza rinegoziazione debito, una dilazione o qualsiasi altro modo, saremo sempre noi che continueremo a pagare. Ci stanno portando alla bancarotta completa, per salvare i profitti del capitale.
Rivendichiamo che siano loro a pagare la loro crisi. Il deficit e il debito sono responsabilità loro. Ci sono enormi profitti nelle loro banche e nelle loro casseforti ...
Sparare colpi a salve come fanno le maggioranze della GSEE e ADEDY [sindacati maggiori rispettivamente dell’ambito privato e pubblico] non ci inganna: sono pienamente rispondenti alla linea politica del capitale e del governo. Come via d'uscita dalla crisi, propongono il rafforzamento della competitività del capitale.
E’ una parte della leadership dei compromessi sindacati europei che arriveranno nel nostro paese nei prossimi giorni per tenere il loro congresso e che per anni sono stati attivi e ansiosi nel perseguire una unica direzione: determinare come il capitale a livello europeo può diventare più competitivo rispetto agli altri centri imperialisti e concorrenti come Cina, India, ecc.
Questa casta di burocrati sindacali, questi lacchè delle multinazionali non sono benvenuti in Grecia".
Dopo il comizio i manifestanti hanno marciato per le strade di Atene e sono passati davanti al Parlamento. La parola d’ordine "Senza di te, nessun ingranaggio può girare. L’Operaio può fare a meno dei padroni", che rimbombava nelle manifestazioni, dimostra che il movimento sindacale greco riunito nel PAME ha un orientamento di classe, e s’adopera nell'organizzazione della lotta non solo per respingere l'assalto contro il popolo, ma anche per rafforzare il suo contenuto ideologico e politico, mettendo in evidenza la possibilità e la necessità di un'altra società, senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Il PAME ha organizzato dimostrazioni di sciopero e cortei in un totale di 73 città, di gran lunga più partecipate delle corrispondenti mobilitazioni organizzate dai capi compromessi delle federazioni sindacali del settore privato (GSEE) e pubblico (ADEDY).
Ad Atene nel corteo GSEE-ADEDY, conclusasi la manifestazione del PAME, ci sono stati tafferugli a causa dell'attivismo dei meccanismi provocatori a cui è seguito un attacco da parte delle forze speciali della polizia, in cui è rimasto ferito in modo grave un manifestante. L'assalto criminale della polizia contro i manifestanti è stato denunciato nel comunicato stampa rilasciato dal Comitato Centrale del KKE, nel quale si legge: "Il KKE denuncia l'assalto criminale della polizia che ha provocato il grave ferimento di un manifestante. L'assalto della polizia è nello stesso momento causa e risultato della linea politica del governo e dei meccanismi borghesi usati per domare la nostra rabbia e la nostra lotta, provocate dall'uragano antipopolare del governo, Unione europea e plutocrazia. Il popolo non deve cedere ad alcun tipo di ricatto e di attacco ma deve costruire un baluardo e contrattaccare".
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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