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Sciopero riuscitissimo dei marinai nonostante la precettazione del governo


30/11/2010

L'importante sciopero dei marittimi in Grecia si protrae da una settimana. I marinai hanno sollevato la bandiera della resistenza per fronteggiare l'aggressione inedita e selvaggia perpetrata dagli armatori - forti delle politiche antipopolari del governo, dell'Unione europea e di FMI - contro ciò che rimane dei loro diritti, e si battono per la firma di accordi collettivi di lavoro soddisfacenti, con salari, diritti e copertura assicurativa adeguati.

La tenace determinazione degli scioperanti, guidati dal PAME e dai due sindacati degli equipaggi e dei macchinisti e tecnici della marina mercantile (PEMEN e STEPHENSON), ha infranto il muro di intimidazioni e i tentativi dei media borghesi controllati dagli armatori e dagli industriali di screditare la lotta. La propaganda borghese li definisce "lavoratori ben pagati che stanno distruggendo l'economia nazionale e creano problemi per il turismo".

Il Comitato esecutivo della Federazione dei marittimi greci (PNO, dominata da riformisti), sotto la pressione della risolutezza dei marinai che seguono la linea del PAME, ha deciso di continuare lo sciopero nel porto del Pireo.

E' significativo che gli equipaggi di tre navi allestite in altri porti, per spezzare lo sciopero, quando sono giunte nel porto di Pireo (il più grande del paese), hanno deciso in assemblee generali di partecipare all'agitazione, caricando i colleghi già in sciopero di rinnovata forza ed entusiasmo.

Ma le manovre antioperaie del governo non si sono limitate alle minacce. Nel pomeriggio di lunedì 29/11 il governo ha imposto la misura della precettazione dei marinai nell'estremo tentativo di rompere il gigantesco sciopero e di trasformare gli equipaggi di ciascuna categoria in schiavi di galere flottanti senza copertura previdenziale. Il governo socialdemocratico ha avviato i preparativi per questa misura vergognosa non appena è stato annunciato, ieri all'ora di pranzo, che i marinai avrebbero continuato l'agitazione iniziata nella mattinata di martedì (23/11) con un nuovo sciopero di 48 ore.

Si contano ora tre precettazioni ai danni dei marittimi da parte dei governi del PASOK e di ND [governi di centrosinistra e centrodestra, succedutisi alla guida del paese] nel corso dell'ultimo decennio. La precettazione dei marinai, che in pratica significa la messa al bando dello sciopero, decisa in nome del "pericolo nazionale", rappresenta un atto vergognoso contro i lavoratori e la prova della devozione dei governi succedutisi agli interessi degli armatori.

Il KKE nella sua dichiarazione sulla precettazione osserva che "questa denota l'intensificazione dell'autoritarismo del governo contro il movimento operaio. E' il tentativo di connotare le lotte dei lavoratori per il diritto al lavoro, al salario e allo sciopero come atti illegali e sovversivi. Vogliono condannare i lavoratori e il popolo alla povertà e alla miseria, renderli vittime permanenti delle conseguenze della crisi e del vicolo cieco determinato dall'obsoleto modello capitalista (...) L'autoritarismo del governo deve trovare l'indignazione e la condanna di tutti i lavoratori e gli strati popolari (...) Non deve esservi lotta o sciopero senza ripercussioni. Non di meno questo è il modo per resistere agli enormi e interminabili sacrifici patiti dal popolo. Nessun sacrificio per la plutocrazia, nessun compromesso che incateni il movimento operaio-popolare. La legge è ciò che è giusto per i lavoratori e non ciò che è nell'interesse degli armatori e dei capitalisti".

Il PAME nonostante la decisione del PNO di sospendere lo sciopero ha deciso di organizzare una nuova manifestazione martedì 30/11 nel Pireo. Sindacati e organizzazioni di massa hanno espresso in vari modi la loro solidarietà.


Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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