In vista una nuova falsificazione?
Commento del quotidiano Rizospastis, organo del CC del KKE, sulla dichiarazione del ministro degli esteri russo S. Lavrov in Polonia su Katyn.
Il 2 settembre il Ministro degli Esteri della Russia, Sergey Lavrov, durante la visita in Polonia ha incontrato il suo omologo polacco Radoslaw Sikorski. Sergey Lavrov ha affermato, tra l'altro, che "il Presidente Dimitry Medvedev è impegnato personalmente nelle indagini degli incidenti di Katyn" e ha aggiunto, senza entrare nei dettagli, che "il Presidente ha ordinato la pubblicazione di ulteriori documenti, mentre il procedimento è in corso".
La notizia arriva appena dopo le rivelazioni di Ilyuhin Victor, ex pubblico ministero e deputato alla Duma del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR), sui meccanismi di falsificazione dei documenti degli archivi russi per screditare la leadership sovietica e il Partito Comunista dei bolscevichi durante la Seconda Guerra Mondiale. Victor Ilyuhin ha posto la questione nella Duma di Stato russa, tuttavia, non ha ricevuto finora alcuna risposta seria.
Dopo le dichiarazioni di Lavrov in Polonia, sorge spontanea la domanda se il governo russo e il Presidente Medvedev in particolare, intendano attivare nuovamente il dispositivo di falsificazione dei documenti storici, per avvalorare la loro versione dei fatti su Katyn, che fu presentata per la prima volta da Goebbels.
C'è da aspettarsi di tutto in particolare dopo la premiazione del regista polacco A. Waida che ha realizzato un film sulla versione nazista degli eventi.
Le dichiarazioni di Lavrov coincidono con lo sforzo di Mosca di penetrare in Polonia e accaparrarsi una quota maggiore del mercato UE. Nel contempo, i capitalisti in Polonia, facendo leva sulla "Carta europea dell'energia", cercano di trarre vantaggi dal passaggio dei gasdotti della russa Gazprom in territorio polacco.
Ci si potrebbe chiedere quanto a lungo la leadership russa sia disposta ad esporsi per conseguire gli obiettivi socio-politici della capitale. C'è fine a questo degrado che nutre l'isteria anticomunista e antisovietica in seno alla UE, all'OSCE, nel Consiglio d'Europa e nelle altre "istituzioni", dove prolificano risoluzioni e memorie anticomuniste? L'atteggiamento della Russia alimenta l'attuale tendenza anticomunista che si ritorce contro la Russia stessa, come dimostra la richiesta di risarcimento da parte dei paesi baltici per la presunta "occupazione sovietica".
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