Comunicato Stampa: A proposito delle riunioni della delegazione del CC del KKE, guidata dal membro dell'Ufficio Politico G. Marinos, con i rappresentanti delle missioni diplomatiche di Iran, Libano, Palestina e Siria
Una delegazione del Comitato Centrale del KKE guidata Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio Politico, ha visitato nella mattinata di lunedì [23 agosto 2010] le ambasciate di Iran, Libano, Siria e la delegazione diplomatica dell'Autorità palestinese, in Grecia. La delegazione ha incontrato l'ambasciatore iraniano Mehdi Honardoost, l'ambasciatore della Siria Houda Al-Houmsi, il capo della delegazione diplomatica dell'Autorità palestinese Samir Amou Gazale e la rappresentante dell'Ambasciata del Libano, Rania El Abdallah.
Con questi incontri il KKE intende informarsi sugli ultimi sviluppi e, a sua volta, presentare le posizioni del Partito rispetto alla situazione di pericolo che si concretizza per il popolo greco e per gli altri popoli della regione a causa dei piani imperialisti e del coinvolgimento del governo greco del PASOK [partito socialdemocratico alla guida del paese].
Giorgos Marinos ha espresso la profonda preoccupazione del KKE sugli sviluppi nella vasta regione del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente. Dopo gli incontri ha rilasciato la seguente dichiarazione riguardo i più pericolosi processi in atto per i popoli:
Dichiarazione di Giorgos Marinos
- Cresce il coinvolgimento del governo del PASOK nei progetti imperialisti
- I popoli della regione, il movimento sindacale di classe e tutte le forze antimperialiste e pacifiste devono essere vigili e pronte a lottare.
"I centri imperialisti stanno preparando nuovi scenari di guerra e macchinazioni diplomatiche contro i popoli di Iran, Libano, Siria e Palestina, che fanno prevedere sviluppi pericolosi. Con l'incontro di oggi nelle ambasciate di questi paesi il KKE manifesta innanzitutto la solidarietà con i popoli della regione, solidarietà espressa in questi anni dal Partito e dal movimento di classe e antimperialista, non solo a parole ma con azioni continue e coerenti.
Oggi dobbiamo far fronte all'ultimatum particolarmente minaccioso degli Stati Uniti e di Israele contro l'Iran, con il sostegno della UE e della NATO. Indipendentemente dai pretesti utilizzati dagli imperialisti, questi atti ostili devono essere condannati in pieno dai popoli.
Allo stesso tempo, le irruzioni della macchina da guerra israeliana sulla linea di frontiera con il Libano indicano la crescente aggressività di Israele volta a garantirsi il saccheggio delle vaste risorse energetiche della regione, ignorando i diritti del Libano.
In queste circostanze il coinvolgimento del governo greco del PASOK negli affari del Medio Oriente si è intensificato, cosa che il KKE condanna. La recente presenza "attiva" del Primo Ministro greco e del presidente dell'Internazionale Socialista nella regione evidenzia l'approfondimento delle relazioni del nostro paese e dell'Unione europea con Israele, pur continuando il massacro del popolo palestinese. Lo scambio di visite tra il governo greco e quello israeliano, gli annunci e le dichiarazioni successive, non hanno nulla a che fare con gli interessi dei popoli della regione, quello greco e israeliano. Al contrario, confermano e promuovono la cooperazione economica, politica e militare tra i due paesi al fine di aumentare la redditività del capitale soprattutto in condizioni di crisi capitalistica e di intensificazione dei conflitti e delle rivalità interimperialiste per soddisfare il bisogno di materie prime, lo sfruttamento e il controllo delle fonti di ricchezza, la crescita degli investimenti e dei mercati. La situazione in Medio Oriente è diventata più complessa da quando si è intensificata l'aggressività imperialista.
Il tentativo di assumere da parte della borghesia greca un ruolo attivo, opposto al cosiddetto "ruolo" pro-palestinese recentemente adottato dalla borghesia turca nella regione, rivela che dietro le "tavole rotonde" e le "commissioni ministeriali congiunte tra Grecia e Turchia" esistono antagonismi feroci che si aggravano non solo tra le borghesie dei paesi imperialisti più potenti, ma anche tra le borghesie che cercano di svolgere un ruolo regionale nei piani imperialisti. In questo gioco geopolitico ciascuna forza partecipa secondo il suo potere economico, militare e politico nella piramide imperialista, secondo la sua collocazione nel sistema internazionale e la sua posizione geografica e strategica.
Nonostante si tenti di presentare questa collaborazione multilaterale del PASOK con Israele come "un successo diplomatico" del governo, in realtà si tratta della provocatoria assoluzione dell'aggressività imperialista. Il governo del PASOK si "sporca nuovamente le mani nel sangue" delle vittime di Israele, degli USA, della NATO e dell'UE. Pertanto deve essere condannato assieme agli altri partiti che servono il capitale, sostenitori di questa linea politica: ND [partito conservatore di centro destra] e il LAOS [partito estrema destra].
D'altronde le recenti dichiarazioni di Papandreou-Netanyahu dimostrano il proposito dei loro contatti bilaterali che è quello di esercitare una maggiore pressione e ricatto sui palestinesi che con la "pistola alla tempia", conducono l'ennesimo "dialogo" su cosa sono disposti a perdere. Intanto continuano gli assassinii di palestinesi, persiste il muro della vergogna, gli insediamenti di massa, e nonostante il recente attacco criminale contro la flottiglia a largo delle acque di Gaza.
Viene così confermato ancora una volta che le pretese ottime relazioni del governo greco con i paesi arabi e la Palestina sono pura ipocrisia. Il governo ha dichiarato pari responsabilità da parte palestinese, equiparando le vittime con i carnefici. Il governo greco ha ottimi rapporti con i monopoli, non con i popoli della regione.
Il KKE ritiene che, in vista di questa situazione la lotta di classe antimperialista ha bisogno di rafforzarsi e di prevenire i piani per la cosiddetta "democratizzazione del Medio Oriente esteso" con la creazione di un "Nuovo Medio Oriente". Tali piani negli ultimi anni hanno incontrato ostacoli a causa della resistenza armata e generale dei popoli della regione.
Un compito fondamentale della lotta dei popoli è quello di condannare la NATO che si prepara ad adottare una nuova strategia contro l'umanità. Questa nuova dottrina sarà discussa al vertice di novembre 2010 a Lisbona e prevede tra l'altro l'intensificazione degli interventi contro i popoli sotto i pretesti più disparati, tra cui, oltre la lotta al terrorismo, la sicurezza interna ed energetica, le crisi politiche ed economiche, perfino i cambiamenti climatici. È sempre più evidente che il diritto internazionale che i popoli conoscevano nel periodo di presenza attiva e di azione dell'Unione Sovietica e del sistema socialista in campo internazionale, non esiste più. L'ONU segue la stessa direzione, costituendo il campo delle contraddizioni interimperialiste e strumento per l'attuazione del disegno imperialista.
Il KKE continuerà a lottare contro le unioni imperialiste, a opporsi all'invio di forze militari del nostro Paese nelle missioni all'estero. Così, oggi, chiediamo il ritiro da decine di missioni militari greche al di fuori dei confini del paese. Non solo a causa del loro costo esorbitante, quando in nome della crisi vengono tagliate prestazioni sociali, sanità e istruzione, ma anche perché queste missioni militari sono integrate nei progetti contro altri popoli e in nessun modo servono gli interessi della classe operaia e degli strati popolari nel nostro paese. E' significativo che gli interventi degli USA e della NATO in Iraq e in Afghanistan abbiano avuto lo stesso risultato di morte, povertà e maggiori profitti per il capitale. Il KKE sostiene il diritto di ogni popolo a determinare il proprio percorso di sviluppo, senza l'intervento imperialista straniero e umanitario".
In conclusione, Giorgos Marinos ha affermato:
"Secondo noi è necessaria la lotta operaia e popolare nel Mediterraneo orientale e in Medio Oriente, che acquisisca un carattere politico unitario di classe capace di fronteggiare non solo i piani imperialisti ma le condizioni specifiche di ciascun paese, prevenendo il fanatismo religioso, le divisioni e i conflitti etnici e separatisti, che sappia definire le prospettive per il rovesciamento del potere dei monopoli, per il socialismo.
Chiediamo:
- L'abbandono da parte del governo greco delle esercitazioni e della cooperazione militare con Israele.
- Il richiamo di tutte le missioni militari greche al di fuori dei confini del paese.
- Il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale di ogni paese contro ogni minaccia imperialista e contro ogni intervento sotto qualsiasi pretesto.
- Il ritiro dell'esercito israeliano dai territori arabi occupati (Golan, Cisgiordania, ecc).
- Il completo smantellamento degli insediamenti e la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele (Striscia di Gaza e Cisgiordania), con Gerusalemme Est come sua capitale.
- L'applicazione della risoluzione sulla questione dei rifugiati. Il ritorno dei profughi palestinesi in base alla Risoluzione 194 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e in conformità con altre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
- Il rilascio immediato da parte di Israele di tutti i prigionieri politici libanesi e palestinesi, nonché dei ministri e parlamentari palestinesi.
- Il ripristino dell'integrità territoriale del Libano e il ritiro dell'esercito israeliano dai territori occupati nel Libano meridionale, compresa la regione di Shebaa.
- Facciamo appello ai popoli della regione, al movimento sindacale di classe e a tutte le forze antimperialiste e pacifiste di essere costantemente vigili e pronti a lottare".
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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