Lo sciopero di 48 ore del PAME del 21-22 aprile rappresenta un passo decisivo per l'intensificazione della lotta
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Il successo dello sciopero di 48 ore del Fronte Militante di Tutti i Lavoratori (PAME - All Workers’ Militant Front) rappresenta un passo decisivo nell'intensificazione della lotta della classe operaia, degli strati popolari e dei giovani. Decine di migliaia di operai e impiegati, del settore pubblico e privato, hanno raccolto l'invito del PAME - alleanza dei sindacati, delle federazioni, delle sigle di categoria e degli attivisti che condividono un approccio di classe - e sono scesi in sciopero, partecipando alle manifestazioni di massa organizzate in 69 città in tutto il paese.
Lo sciopero di 48 ore esprime da un lato l'opposizione alle misure antipopolari del governo socialdemocratico del PASOK e in particolare al nuovo disegno di legge che incide negativamente sulla sicurezza sociale a scapito dei diritti dei lavoratori e degli strati popolari poveri. D'altra parte mette in discussione la cosiddetta legittimità borghese e le intimidazioni della plutocrazia.
Il successo dello sciopero è stata una risposta chiara alle misure antipopolari annunciate dal governo socialdemocratico del PASOK che promuove tagli sugli stipendi e sulle pensioni, l'aumento dell'età pensionabile, l'applicazione generale di forme flessibili di occupazione, l'abolizione delle limitazioni ai licenziamenti collettivi, le privatizzazioni mediante nuove riforme reazionarie che obbligano gli enti locali alla fusione, l'abolizione delle regole sul cabotaggio che favoriscono il lavoro nero, la liberalizzazione delle professioni chiuse, ecc..
I lavoratori hanno respinto lo sforzo coordinato del governo e delle altre forze borghesi e opportuniste in cerca del consenso popolare per "salvare il paese dalla crisi". Hanno rifiutato e smascherato il falso dilemma di scegliere tra "Unione europea o Fondo Monetario Internazionale" l'istituzione che assumerà la missione di condurre il popolo alla bancarotta garantendo nel contempo nuovi immensi profitti alla plutocrazia.
Sin dall'alba del 21 aprile migliaia di lavoratori hanno picchettato i cancelli delle fabbriche e degli altri luoghi di lavoro e paralizzato per 48 ore grandi società multinazionali, grandi industrie, grandi magazzini, alberghi, il porto del Pireo (il più grande porto del paese) e altri innumerevoli siti.
La classe operaia in Grecia è ora più forte, ha sfidato le intimidazioni dei padroni e del sindacalismo giallo che guida le federazioni sindacali del settore privato (GSEE) e del settore pubblico (ADEDY). La borghesia e in particolare gli armatori che ne costituiscono il nocciolo duro, hanno compiuto ogni sforzo per fermare lo sciopero dei portuali indetto dal PAME; tanto che una decisione del tribunale del 20 aprile ha dichiarato lo sciopero illegale. Tuttavia, nemmeno per un solo momento la decisione del giudice ha piegato i marinai decisi a salvaguardare il loro diritto allo sciopero di 48 ore.
Dobbiamo anche evidenziare come ancora una volta il GSEE abbia sostenuto il governo e agevolato la campagna di intimidazione lanciata dalla plutocrazia attraverso i media, promovendo il crumiraggio e non aderendo allo sciopero. D'altra parte, ADEDY ha partecipato allo sciopero nella sola giornata del 22 aprile: il suo comizio nel centro di Atene ha registrato una scarsa partecipazione da parte dei lavoratori.
Al contrario, la manifestazione di massa del PAME in piazza Syntagma ad Atene ha visto la presenza di decine di migliaia di persone che hanno condannato la barbara offensiva antisindacale e antipopolare lanciata dal governo, dai padroni, dalla UE e dai partiti della borghesia.
Nel suo discorso Yiannis Tasioulas, presidente del Sindacato dei lavoratori edili di Atene ha condannato l'azione degli armatori di far dichiarare lo sciopero illegittimo e ha sottolineato che "la legge è ciò che è giusto per i lavoratori". I rappresentanti del PASEVE (movimento dei lavoratori autonomi e i piccoli commercianti contro i monopoli - All Greek Antimonopoly Rally of the self-employed and the small tradesman) e di altri sindacalisti hanno portato i loro saluti alla manifestazione.
Una delegazione del Partito Comunista di Grecia, guidata dalla Segretaria generale del CC del KKE, Aleka Papariga, ha partecipato al raduno.
"Ancora una volta i marinai hanno indicato la strada con coraggio e la disobbedienza avverso la decisione antisindacale adottata dalla magistratura. Dobbiamo resistere altrimenti ci condurranno a Washington e Bruxelles, nella zona euro e nel FMI, come pecore al macello. Il dilemma che il governo ci pone davanti è ottenere un prestito con il popolo che perde tutti i suoi diritti o non accettarlo e in questo caso il popolo perde tutto lo stesso. I lavoratori devono respingere questo approccio e rilanciare il movimento, perché solo questa via apre la strada ai diritti dei lavoratori. La ripresa economica che ci prospettano implica il recupero dei profitti della plutocrazia; il FMI e l'Eurozona perseguono l'abolizione delle conquiste dei lavoratori e la frammentazione delle lotte popolari; qualsiasi prestito porterà in cambio nuove misure antisindacali ancora peggiori. Il popolo deve mostrare la sua forza", ha commentato Aleka Papariga nella sua dichiarazione ai media.
Lo sciopero di 48 ore del PAME ha riscosso la solidarietà di decine di Partiti Comunisti e Operai, Federazioni e Sindacati da tutto il mondo, cosa di grande importanza.
La lotta prosegue con lo sciopero di 24 ore indetto per lunedì 26 aprile dai marinai contro l'abolizione della regolazione del cabotaggio e la completa liberazione della navigazione promosse dall'Unione europea e dal governo. Sono previste dimostrazioni per il 1° maggio e mobilitazioni multiformi nel prossimo periodo che assicurano la prosecuzione e l'intensificazione della lotta.
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