Aleka Papariga sulle decisioni della UE riguardo la Grecia
Domenica 28 marzo la Segretaria Generale del CC del KKE, Aleka Papariga, ha pronunciato un discorso durante una manifestazione del partito organizzata dalla gioventù comunista (KNE) del Pireo.
Tra l'altro Papariga ha osservato:
"La decisione dell'Unione sulla creazione di un meccanismo europeo, insieme con il FMI e l'intervento della Banca europea, è stata considerata come una grande vittoria della Grecia e del primo ministro. (...)
Ma quali decisioni sono state prese dall'Unione europea?
Prima di tutto, confermano che la crisi capitalistica è profonda e globale. Si evidenzia la grande rivalità e le contraddizioni tra i paesi e le unioni regionali capitaliste più potenti. Gli europei non guardano solo alla crisi in Europa, ma devono tenere il passo con gli sviluppi del mercato globale. Oggi, non è solo lo scontro classico tra centri imperialisti in concorrenza, cioè l'Unione europea, il Giappone e gli Stati Uniti. Oggi ci sono forze imperialiste, nuove forze regionali che pretendono una fetta della torta capitalista.
Così l'Unione europea ha adottato una soluzione temporanea e a breve termine, i cui frutti, ammesso che ci siano, saranno parziali, perché il sistema imperialista, o meglio il capitalismo nella sua fase imperialista, non riesce ad affrontare energicamente e in modo efficace le sue contraddizioni e i contrasti.
Quali decisioni hanno preso? Hanno creato un meccanismo politico che funziona più o meno in questo modo: se un paese nell'area euro è in una posizione critica, se viola le regole del gioco e non può fare altrimenti, perché è sulla soglia del fallimento, gli Stati membri della UE si incontreranno per stabilire se tale paese ha davvero bisogno e se si trova realmente a rischio di fallimento.
Verranno allora decise le condizioni per il suo sostegno, i finanziamenti e i prestiti o l'eventualità di estromettere il paese dalla zona euro. Ogni decisione deve essere assunta all'unanimità.
E' chiara la difficoltà per i paesi capitalistici di raggiungere una decisione comune e che non ci può essere piena solidarietà tra gli Stati capitalisti e tra la borghesia dei singoli Stati. Tuttavia, questo meccanismo politico, indipendentemente dalla concessione del finanziamento e dall'esito del dibattito sulla permanenza del paese nella zona euro, ha il preciso obiettivo di indurre gli Stati borghesi e i loro governi a rispettare le regole della UE e del capitalismo globale per rendere la forza lavoro più economica e per derubare e reprimere ulteriormente il popolo".
Aleka Papariga ha sottolineato che i lavoratori dovrebbero trarne le conclusioni politiche e rendersi conto che ciò di cui abbiamo bisogno oggi non è il semplice avvicendamento di governo, quanto il cambiamento della natura del potere.
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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