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Il forte sciopero del 10 febbraio 2010


Decine di migliaia di operai e impiegati sia del settore pubblico che privato hanno partecipato allo sciopero indetto dal Fronte Militante di Tutti i Lavoratori (PAME - All Workers’ Militant Front), unione dei sindacati di classe in Grecia. Il PAME ha organizzato manifestazioni di massa in 66 città di tutto il paese, a cui hanno aderito 300 sindacati tra maggiori e minori del pubblico e del privato.

Il successo dello sciopero costituisce una delle risposte alle misure antipopolari annunciate dal governo socialdemocratico del PASOK, che comprendono la riduzione dei salari e delle pensioni nonché l'aumento dell'età pensionabile. I lavoratori hanno voltato le spalle all'appello del governo "per salvare il paese" dalla crisi, mettendo in evidenza come la Grecia non sia a rischio di bancarotta e indicando il grande capitale quale responsabile del disavanzo e dell'indebitamento. E' il grande capitale che, prima e durante la crisi, ha introitato favolosi profitti ricattando i ceti popolari e la classe lavoratrice su cui scarica il peso della crisi.

Il 24 febbraio è indetto un nuovo sciopero che darà seguito alla mobilitazione.

Fin dall'alba del 10 febbraio, migliaia di lavoratori e studenti si sono uniti ai picchetti davanti ai cancelli delle fabbriche e a agli altri luoghi di lavoro. Le grandi aziende industriali, le multinazionali, i cantieri edili e il porto più importante della Grecia nel Pireo, si sono fermati. La classe operaia in Grecia è uscita rafforzata dalla dura battaglia di preparazione dello sciopero e dei picchetti e dallo smascheramento delle forze al servizio dei padroni e del sindacalismo giallo che controlla la Confederazione dei lavoratori nel settore privato (GSEE) e del settore pubblico (ADEDY).

Si rileva anche come la tattica concertativa perseguita dal GSEE, che non ha partecipato allo sciopero, giochi a sostegno del governo. ADEDY ha invece indetto una manifestazione nel centro di Atene, ma con scarsa partecipazione.

Al contrario alla manifestazione di massa del PAME di Atene che si è svolta davanti al Parlamento greco hanno partecipato decine di migliaia di persone che nonostante la pioggia, sono convenute per condannare l'attacco e la politica antipopolare del 'blocco nero', costituito dal governo, dai padroni, dalla UE e dai partiti della plutocrazia che vogliono imporre alla classe operaia quei "sacrifici" richiesti dall'Unione Europea e dal governo.

Vasilis Stamoulis, Presidente della Federazione sindacale dei lavoratori del settore tessile ha pronunciato un discorso alla manifestazione di massa. Anche i rappresentanti del movimento dei contadini All Peasants’ Militant Rally [PASY] e del Comitato di Coordinamento Pan-ellenico dei lavoratori autonomi hanno esteso il loro saluto. Una delegazione del CC del KKE guidata dalla Segretaria Generale Aleka Papariga ha partecipato alla manifestazione.

Alla mobilitazione di massa è seguita una marcia di protesta nelle strade del centro di Atene, fino al Ministero del Lavoro. I manifestanti hanno fatto chiaramente capire che non sono disposti ad alcun sacrificio per la plutocrazia e rivendicano:
  • Occupazione stabile per tutti
  • Orario di 7 ore al giorno per 5 giorni lavorativi
  • Stipendio minimo di 1.400 ¤
  • Età pensionabile a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini, abbassate a 50 e 55 per i lavori usuranti
  • Misure di tutela concreta ai disoccupati e alle loro famiglie e non miserabili buoni acquisto
  • Indennità di disoccupazione di 1.120 euro per l'intero periodo di disoccupazione senza condizioni e presupposti
  • Assistenza sanitaria e farmaceutica completa
  • Tassazione secca del 45% alle grandi imprese. Abolizione di tutte le agevolazioni fiscali e i privilegi.

La Segretaria Generale del CC del KKE Aleka Papariga al raduno di massa di PAME ha così esortato:

"Non prestate attenzione a ciò che vi dicono! L'unica cosa che li interessa è il salvataggio dei banchieri, degli industriali e della grossa distribuzione. Imporranno misure sempre peggiori a meno che i lavoratori non li fermino sfidando i dettami del governo. Blocchiamo queste misure, solleviamoci e lottiamo! Stanno per sferrare nuovi colpi in materia di sicurezza sociale e fiscalità. Blocchiamo la loro strada! Non prestate loro fede! Voltategli le spalle!"


Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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