[07.10.2008] Il Partito Comunista greco sulla crisi dell'economia internazionale
Il Partito Comunista greco sulla crisi dell'economia internazionale
Dichiarazione dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista della Grecia [KKE]
07/10/08
Il fenomeno di crisi economica degli Stati Uniti e degli Stati membri della UE, deflagrato nella forma di una tendenza al fallimento nel settore finanziario, è manifestazione dell'anarchico sviluppo capitalista. La decadenza e il parassitismo dell'economia è causato dalla proprietà azionaria privata e concentrata dei mezzi di produzione, oggetto di acquisto e vendita quotidiana di azioni (titoli di nessun valore, che promettono utili futuri) attraverso banche, assicurazioni, mercati azionari, ecc.
Le crisi sono sempre state e saranno l'inevitabile destino di tutte le economie capitalistiche, con che si dimostra che il capitalismo non è eterno.
Non vi è alcuna politica in grado di alleviare il sistema dall'intrinseca decadenza, indipendentemente dal fatto che banche e istituti tra i più indebitati siano salvati da un intervento di stato o lasciati alle sorti del mercato.
A prescindere dalla profondità e dalla portata della crisi economica, i manipolatori del sistema tremano di fronte al pericolo di perdere il controllo su ciò che rischia di mettere a repentaglio la loro stabilità politica.
La crescita dello sfruttamento sui lavoratori dipendenti e della pressione sui lavoratori autonomi, volte ad accumulare profitti, assedia e strangola l'economia. Il pericolo di soffocamento riguarda anche i dipendenti ben retribuiti del sistema finanziario e del ceto medio, che in precedenza avevano innalzato il proprio reddito attraverso obbligazioni, fondi comuni di investimento, azioni, e naturalmente, minaccia anche i lavoratori comuni, che rischiano in massa il posto di lavoro o i loro piccoli risparmi.
Quella che la borghesia considera una minaccia alla sua stabilità economica e politica è una speranza per le forze lavoratrici e popolari. E' fondamentale non perdere di vista l'unica vera via d'uscita: uniti, dovremmo attaccare la bestia ferita, non darle il tempo né lo spazio per il recupero. Sono assolutamente necessari il passaggio alla proprietà sociale e concentrata dei mezzi di produzione, la pianificazione centralizzata della produzione sociale, il controllo sociale e dei lavoratori, cose che implicano un rovesciamento a livello di potere.
Non si tratta né di una visione apocalittica, né di un'esagerazione. Noi non sosteniamo che una crisi come quella del 1929 sia in corso. Tuttavia, la capacità della borghesia di introdurre sempre nuove regolamentazioni per salvare il sistema ingannando e raggirando le forze popolari e lavoratrici, ha perso la dinamicità che aveva nel ventennio successivo alla fine della II Guerra Mondiale.
Chiediamo al popolo di voltare le spalle alle dichiarazioni deliberatamente fuorvianti di razionalizzazione e umanizzazione del capitalismo, che demonizzano il liberalismo per salvarlo.
Oggi, forse le condizioni per rovesciare il potere capitalista non sono ancora mature, ma ci sono tutti i segnali della possibilità di accelerare i tempi verso sviluppi in favore dei popoli.
Il KKE ha promosso e sostenuto proposte immediate per l'aumento delle retribuzioni e delle pensioni, considerate massimaliste da ND [Nuova Democrazia – centro destra], PASOK [socialdemocratici] e SYN – sinistra ecologista. Le promesse in favore del popolo, sono parole vuote e il popolo deve giudicarle per quello che sono, valutando il comportamento dei partiti politici.
Il governo ND è determinato a procedere con le cosiddette riforme a favore dei grandi capitali: i monopoli. PASOK, il principale partito di opposizione non suggerisce alcuna alternativa; con l'appoggio di SYN/SYRIZA, inganna e alimenta illusioni, promuovendo superate e fallimentari teorie politiche, blaterando di una più equa distribuzione della ricchezza nel capitalismo. Gli sviluppi economici statunitensi ed europei dimostrano una volta di più che le alternative borghesi di una diversa gestione del sistema sono del tutto contraddittorie e contro gli interessi popolari.
Il KKE esorta ancora una volta il popolo al contrattacco e alla lotta per ottenere:
- Sussidi per gli affitti per i disoccupati e i giovani. Prestiti senza interessi per le giovani coppie per la casa.
- Sospensione di tutti i pignoramenti e delle vendite all'asta delle abitazioni principali dei lavoratori che non riescono a pagare le rate del mutuo. Il diritto delle banche di pignorare e vendere le case mediante asta deve essere abolito per legge.
- Abolizione dell'aumento degli interessi per tutti i prestiti.
- Esclusione dal reddito imponibile del totale complessivo degli interessi sui mutui per l'abitazione principale.
- Congelamento delle rate dei mutui per i lavoratori che si trovano disoccupati.
- Realizzazione di programmi di edilizia popolare. Case moderne e sicure a prezzi bassi.
- Sostanziale aumento delle retribuzioni in base alle moderne esigenze della gente: 1400 € stipendio base, 1150 € pensioni minime, indennità all'80% dello stipendio base per l'intero periodo di disoccupazione. Piena tutela economica nei licenziamenti.
- Aumento del reddito non soggetto a tassazione per chi vive solo (e senza figli) fino a 15.000 €.
- Abolizione dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) sui beni di massa e sul carburante utilizzato per il riscaldamento e i veicoli.
- Previdenza sociale esclusivamente pubblica per tutti, nuove disposizioni per evitare la rapina sui fondi pensione e per impedire gli investimenti in "obbligazioni strutturate".
Il KKE chiama i lavoratori, i contadini, i lavoratori autonomi, i movimenti progressisti dei giovani e delle donne:
- A contrattaccare e lottare uniti per le necessità urgenti del popolo.
- Ad abbandonare i partiti che appoggiano la via a senso unico dell'Unione Europea e la conseguente subordinazione: ossia ND, PASOK e i loro alleati.
- A sostenere il KKE, il partito che garantisce l'unica reale soluzione economica e politica alternativa per il popolo.
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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