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[09.12.2008] KKE-KNE: Aggiornamento sulla situazione in Grecia

 
Aggiornamento sulla situazione in Grecia
 
09/12/2008
 
Cari compagni,
 
ecco alcuni aggiornamenti sugli sviluppi in Grecia:
 
Attività del KKE e del KNE
 
Dal primo momento KKE e KNE hanno condannato l'assassinio del giovane quindicenne ad opera della polizia, mettendo in luce le enormi responsabilità politiche del governo della ND (Nuova Democrazia) e sottolineando che le misure e gli atteggiamenti antidemocratici e autoritari, da repressione di stato, sono la naturale conseguenza di una politica che colpo dopo colpo attacca i diritti sociali e del lavoro dei lavoratori e della gioventù.
 
Una delegazione del KKE si è recata alla sede centrale di polizia ad Atene domenica e ha presentato una protesta per la morte del ragazzo, il cui funerale si svolgerà oggi, alle 3 pm.
 
Ieri, 8 dicembre, il KKE ha tenuto una serie di manifestazioni di protesta e dimostrazioni nelle principali città della Grecia contro la repressione di Stato. Ad Atene il Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE, Aleka Papariga, ha tenuto un comizio molto partecipato nel centro della città. Ha rilevato che gli eventi che hanno portato all'uccisione del ragazzo sono "Cronaca di una morte annunciata" inerente a una politica che considera il popolo un nemico, una politica che aborrisce lo sciopero, le dimostrazioni, la lotta.
 
Inoltre, i deputati del KKE ha presentato un'interrogazione parlamentare al governo sul caso.
 
Nel contempo il KKE ha anche invitato i sindacati e altre organizzazioni di massa del popolo e della gioventù a organizzare proprie azioni di protesta di massa, sottolineando che la repressione di stato e l'autoritarismo hanno come obiettivo in primo luogo e soprattutto il movimento del lavoro e popolare.
 
Da lunedì mattina 8 dicembre, tutte le facoltà sono chiuse su iniziativa del KNE.
 
Il coordinamento studentesco di Atene ha deciso di chiudere tutte le scuole dall'8 al 10 del mese di dicembre e ha convocato una manifestazione per il 9 dicembre ad Atene, mentre le organizzazioni studentesche locali daranno vita a forti proteste in tutto il paese.
 
Anche oggi 9 dicembre, è stato indetto uno sciopero di 24 ore dai professori delle scuole medie e superiori, mentre i lavoratori del pubblico impiego si asterranno dal lavoro dopo le 12, in concomitanza dei funerali del ragazzo ucciso.
 
I professori dell'istruzione superiore saranno in sciopero martedì per 24 ore, in segno di lutto per la perdita del giovane Alexis. Gli asili e le elementari rimarranno aperti. Tuttavia, la Federazione degli insegnanti prepara uno sciopero. I funerali del quindicenne si svolgeranno al cimitero Fáliron alle 15.00
 
Mercoledì 10 dicembre, lo sciopero generale per le pensioni, i salari, contro i licenziamenti, per il diritto all'istruzione e alla sanità, sarà sicuramente legato agli eventi.
 
A proposito dei disordini
 
Il KKE ha sottolineato che ora è necessaria una condanna politica contro il governo, di tutto il sistema di intimidazione e di repressione di Stato, anche negli aspetti invisibili. La risposta all'autocrazia di stato è nell'organizzazione della lotta all'interno di un movimento di massa cosicché la vere responsabilità non siano coperte.
 
I continui disordini organizzati e coordinati a cui assistiamo parallelamente alle enormi mobilitazioni e proteste hanno poco a che fare con l'espressione spontanea di collera e rabbia, e sempre più assumono la forma di aperte provocazioni contro la crescente ondata di protesta. In ogni caso la reazione non risiede nella rappresaglia. Tali eventi sono piuttosto favorevoli a chi vuole imporre paura e intimidazione ai cittadini, a chi cerca di impedire l'emergere di un movimento organizzato e potente di massa capace di spazzare via non solo la Nuova Democrazia ma qualsiasi altro governo antipopolare, per spianare la strada a un reale cambiamento nei rapporti di forza a favore del popolo. I disordini saranno usati come pretesto per un ulteriore intensificazione delle misure e dei comportamenti antidemocratici e repressivi.
 
Il contesto politico
 
Gli eventi colgono la Grecia in un momento in cui la conflittualità popolare è crescente, con il governo ND in posizione critica. Le annunciate "misure anticrisi" a favore dei monopoli, le richieste degli industriali per un'ulteriori rovesciamento dei diritti sociali e del lavoro – si parla anche della settimana lavorativa di 4 giorni! – il deficit dello Stato, gli scandali, la disoccupazione crescente sono già motivi di insoddisfazione. Nel contempo i centri di potere agiscono concretamente per rinverdire il sistema dell'alternanza bipolare che ha già perso di credibilità agli occhi degli strati popolari. In effetti negli ultimi sondaggi di opinione PASOK sembra in testa.
 
A parere del KKE il compito più urgente è il rafforzamento dell'azione organizzata delle masse del movimento del lavoro e popolare. Questa è la risposta adeguata contro le politiche repressive antipopolari. Solo così è possibile controllare e isolare le manovre, le provocazioni e i piani per intrappolare l'emergente radicalizzazione della lotta e, al tempo stesso, aprire la via a sviluppi favorevoli al popolo.
 
 
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Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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