[19-20.09.2006] Incontro straordinario dei Partiti Comunisti e Operai del Mediterraneo Meridionale e Orientale, della Regione del Golfo e del Mar Rosso
Incontro straordinario dei Partiti Comunisti e Operai
del Mediterraneo Meridionale e Orientale, della Regione del Golfo e del Mar Rosso
Atene, 19-20 Agosto 2006
Contributo del Partito Comunista di Grecia (KKE)
25 Agosto 2006
Cari compagni,
Abbiamo proposto che questo incontro straordinario dei Partiti della nostra regione, allargato ad altri partiti, si tenesse a causa della provocatoria aggressione dell’esercito israeliano ai popoli di Palestina e Libano e a causa della nuova situazione che si è sviluppata nell’intera regione.
Innanzitutto, abbiamo l’opportunità di ricevere informazioni di prima mano da parte dei nostri compagni di Libano e Palestina.
In secondo luogo, abbiamo modo di discutere e di scambiare opinioni in merito alla situazione e, ciò che più conta, di assumere iniziative e di coordinare la nostra attività sia a livello politico-ideologico che in termini di azioni di solidarietà, di iniziative comuni che svelino la natura delle operazioni imperialiste, le decisioni e le misure che dall’imperialismo vengono assunte contro i popoli, i movimenti e i governi che non si adattano ai suoi piani. Inoltre, come comunisti, dal momento che rappresentiamo la più consistente forza in lotta contro l’imperialismo, abbiamo il dovere di assumere un ruolo di avanguardia, allo scopo di incitare il popolo ad organizzare la lotta contro gli interventi e le guerre imperialisti, di far emergere le vere ragioni delle guerre e delle misure antidemocratiche, di smascherare la natura dell’imperialismo e del sistema imperialista, di affermare la necessità di un radicale cambiamento degli attuali rapporti di forza e di approfondire la lotta per una reale democrazia e per il socialismo.
Oggi emerge con sempre maggiore evidenza l’obiettivo delle cosiddette misure contro il terrorismo e delle dichiarazioni imperialiste riguardanti la necessità di combattere le idee e le organizzazioni estremiste. Tali dichiarazioni non si riferiscono evidentemente solo ai diversi attentati di matrice oscura, ma ad ogni atto di resistenza, compresa la lotta armata, diretto contro l’occupazione, contro l’invasione, contro la violenza che l’imperialismo e gli stati-terroristi, come Israele, esercitano. L’obiettivo è quello di fare in modo che qualsiasi cosa si muova contro l’ordine imperialista, l’oppressione, la barbarie venga rimossa. Per questo, noi ci pronunciamo categoricamente contro tali misure e punti di vista e li combatteremo risolutamente.
Fin dal mese di giugno, al momento dei barbari attacchi dell’esercito israeliano contro i palestinesi nella Striscia di Gaza e nel West Bank, abbiamo condannato il governo israeliano poiché esso non può usare il pretesto, secondo cui starebbe agendo per autodifesa. Il governo israeliano ha fatto di tutto per distruggere ogni possibilità di negoziato con i palestinesi, rifiutando di riconoscere il nuovo governo palestinese ed Hamas in quanto partito politico che ha conquistato la maggioranza dei seggi alle elezioni, e spingendo la situazione palestinese ad un punto morto. Sono seguite poi, per iniziativa del governo israeliano, degli USA e dell’UE, misure indirizzate a soffocare economicamente il popolo palestinese. Il pretesto per l’aggressione contro i palestinesi è rappresentato dalla cattura di un soldato israeliano da parte dei combattenti di Hamas in seguito al rapimento israeliano di 8 ministri del nuovo governo e di altri membri del parlamento, compreso il suo presidente. Ecco il comportamento di un paese che afferma di trovarsi sulla difensiva! Il mondo ha anche appreso che i palestinesi stanno cercando di ottenere la liberazione di migliaia di prigionieri politici che languono nelle carceri israeliane. E allora perchè i palestinesi non dovrebbero resistere, non dovrebbero difendere la loro dignità, non dovrebbero combattere per la loro indipendenza, per un loro stato?
Poi è seguito l’attacco al Libano. Il pretesto è stato ancora un incidente, questa volta tra Hezbollah e una pattuglia israeliana, culminato nella cattura di 2 soldati, nell’intento di scambiarli con prigionieri politici libanesi detenuti nelle prigioni israeliane. Non è la prima volta che si verificano simili incidenti e scambi di prigionieri. Per questo, l’invasione dell’esercito israeliano seguita all’incidente ha spinto alcune personalità e parti a parlare di un eccessivo uso della forza da parte di Israele.
Il nostro partito, nell’analizzare la situazione, ha ritenuto che l’attacco sia stato pianificato dagli israeliani e che formi parte di un più vasto piano, definito di “democratizzazione” del Medio Oriente, che ha come obiettivo quello di ridisegnare la carta della regione. E’ il piano pensato da Bush, il piano della NATO con il sostegno UE. Costoro vogliono rovesciare ogni governo, pur non necessariamente ostile, poiché non tollerano l’aspirazione di questi paesi a conservare l’indipendenza nazionale. Sostengono forze completamente obbedienti e desiderano popoli del tutto sottomessi.
L’iniqua guerra di occupazione che il governo israeliano sta conducendo da anni rende più chiara la situazione che l’ONU si trova oggi ad affrontare. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non è stato capace di assumere alcuna decisione sostanziale per far fronte ai criminali attacchi sferrati dall’esercito israeliano alla Palestina e al Libano. Non ha neppure condannato l’uccisione di 4 osservatori ONU, operata da Israele. Il provocatorio sostegno accordato ad Israele dagli USA e dalle altre potenze imperialiste, presenti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha come scopo quello di prendere il tempo necessario per completare lo sporco piano indirizzato ad eliminare ogni resistenza in Libano e Palestina. Il piano proposto da USA e Francia muoveva nella stessa direzione, ignorando le posizioni del governo del Libano.
L’iniziativa francese è da mettere in relazione con le contraddizioni imperialiste che si manifestano nella regione. La Francia, in linea di massima, concorda con il piano per un Nuovo Medio Oriente, reso esplicito durante il vertice G8 in Russia e con la dichiarazione che ne è seguita, come pure con la posizione che l’UE ha assunto sulla medesima materia nel vertice con gli USA del 2006, in ragione della quale l’attuale intervento negli affari interni del Libano, basato anche sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha ottenuto un consenso unanime. Recentemente, la Francia si era presentata come una potenza che desidera giocare la parte del protettore del Libano e della Palestina, provocando tensioni con gli USA e Israele.
Finalmente, il 12 agosto 2006, dopo oltre un mese di infruttuose operazioni aeree, marittime e terrestri dell’esercito israeliano e il fallimento del tentativo di eliminare la resistenza palestinese, il quale ha causato enormi danni materiali e migliaia di vittime tra l’inerme popolazione libanese, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sotto la pressione delle tensioni interimperialiste e dell’ondata di riprovazione pubblica provocata dalla barbarie israeliana e dall’inazione dell’ONU, è approdato ad un compromesso con la risoluzione 1701/2006.
Noi non consideriamo ciò la base di una soluzione giusta, in grado di creare le condizioni per garantire la sicurezza, la sovranità e l’integrità territoriale del Libano. La risoluzione dà ad Israele il diritto di reclamare il fatto di agire per autodifesa ed, allo stesso tempo, di intervenire negli affari interni del Libano, malgrado il governo, i partiti politici e le organizzazioni di questo paese abbiano una posizione opposta sulla questione del disarmo. La dislocazione di una consistente forza militare sotto gli auspici dell’ONU, con poteri accresciuti nel Sud Libano, coincide con la richiesta di Israele e degli USA di occupare ogni luogo in cui potrebbe imporsi l’autorità di Hezbollah. Si presentano i pretesti che permettono di colpire ogni espressione della resistenza libanese. Questa risoluzione sparge i semi di un nuovo ancor più serio conflitto.
Il KKE, alla luce dell’esperienza delle forze “peace keeping” nei Balcani, in Afghanistan e altrove, ha adottato una posizione di non condivisione della formazione di un simile contingente in Libano, che avrà grandissimi poteri di intervento negli affari interni del paese, e dichiara la sua opposizione a qualsiasi forma di partecipazione della Grecia all’impresa. A tal proposito, è da rilevare anche la crescente attività della NATO nella regione e il piano che prevede un suo più energico ruolo contro la lotta dei popoli.
C’è poi la quotidiana strage dei palestinesi, causata dalle operazioni militari di Israele, che continuano senza sosta dal mese di giugno. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non ha niente da dire sugli episodi vergognosi che stanno avvenendo a Gaza e nella West Bank? Sull’arresto dei membri del governo palestinese recentemente eletto? Cosa dovrebbero provare e fare i palestinesi di fronte a un simile oltraggio?
Si sa anche molto bene che i popoli e i governi di Siria e Iran sono nel mirino di USA e Israele, come pure di altre potenze imperialiste come la Francia.
Qualsiasi opinione si abbia in merito a specifici governi e organizzazioni, è doveroso comunque rispettare la sovranità nazionale e il principio di non ingerenza negli affari interni degli stati. Ancor più, non si può legittimare il fatto che gli USA e le altre potenze imperialiste si arroghino il diritto di agire in nome della democrazia e della libertà, quando in realtà intendono difendere solo gli interessi dei loro monopoli.
I popoli che oggi vengono attaccati stanno difendendo con il sangue la loro libertà, indipendenza e sovranità nazionale, il loro diritto a scegliere il proprio destino, contro gli imperialisti e le lezioni che questi vogliono impartire attraverso la loro superiorità militare. Il Nuovo Medio Oriente che gli imperialisti desiderano instaurare, devastando città e villaggi, massacrando civili, si sta dimostrando difficile da realizzare. Un Nuovo Medio Oriente sarà quello che sorgerà dalla resistenza e dal sacrificio inestimabile dei popoli di Palestina, Libano, Iraq e degli altri popoli della regione.
E’ molto positivo che in un momento così difficile (l’estate) 71 partiti comunisti ed operai abbiano redatto una dichiarazione comune di solidarietà con i popoli di Libano e Palestina, e che contemporaneamente molti singoli partiti abbiano diffuso proprie prese di posizione, soprattutto dopo il massacro di civili a Qana. Dimostrazioni di massa contro la guerra ingiusta di conquista scatenata da Israele, con il sostegno di USA e UE, si sono svolte in molti paesi del mondo, in ogni continente.
Ci preme rilevare la ferma posizione internazionalista ancora una volta assunta dal PC di Israele, indicandola come un esempio per lo stesso nostro partito.
Vogliamo rendere omaggio anche all’eroica resistenza del popolo libanese e al coerente comportamento del PC Libanese, i cui militanti si sono battuti fino al martirio contro l’invasione israeliana, in difesa della sovranità nazionale e dell’indipendenza del Libano.
Salutiamo inoltre l’eroica resistenza del popolo palestinese, dei partiti e delle organizzazioni che si battono contro l’occupazione, gli embarghi, gli insediamenti e il muro che ghettizza, contro i barbari e incessanti attacchi alla Striscia di Gaza e alla West Bank. Siamo fermamente solidali con la lotta del popolo palestinese per la sua indipendenza, per la creazione di un proprio stato sovrano nella Striscia di Gaza e nella West Bank, con capitale Gerusalemme Est.
Cari compagni,
Pensiamo che sia necessario intensificare i nostri sforzi e la nostra lotta contro l’aggressività imperialista e i piani che riguardano l’intera regione, focalizzando l’attenzione sui seguenti punti:
- Difendere l’indipendenza nazionale e l’integrità territoriale di ogni paese contro tutti gli interventi imperialisti, con qualsiasi pretesto avvengano.
- Richiedere la fine immediata delle operazioni dell’esercito israeliano contro Libano e Palestina e il suo ritiro incondizionato.
- Contrastare la creazione di una nuova forza militare sotto gli auspici dell’ONU, che in realtà avrà il compito di far passare ciò che l’attacco militare e l’invasione israeliana non sono riusciti ad ottenere, vale a dire il disarmo e l’eliminazione della resistenza popolare armata.
- Richiedere che le forze militari dei nostri paesi non partecipino alla missione militare ONU in Libano.
- Ristabilire l’integrità territoriale del Libano ed ottenere il ritiro dell’esercito israeliano dai territori occupati del Sud Libano, compresa l’area di Sheba.
- Richiedere il rilascio immediato da parte di Israele di tutti i prigionieri politici libanesi e palestinesi, come pure dei deputati e ministri palestinesi.
- Richiedere il ritiro immediato dell’esercito israeliano dai territori occupati nel 1967, il completo smantellamento degli insediamenti e la creazione di uno stato palestinese, con capitale Gerusalemme Est.
- Richiedere la risoluzione del problema dei rifugiati e il ritorno dei profughi palestinesi, sulla base della risoluzione 194 dell’Assemblea Generale dell’ONU e in linea con le conseguenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Cari compagni,
Riteniamo che il messaggio politico del nostro incontro potrebbe basarsi sulla Dichiarazione comune dei 71 partiti, aggiornata ai recenti sviluppi della situazione, e sulla definizione di azioni comuni.
Per quanto riguarda le mobilitazioni di massa e gli sforzi per far convergere nelle lotte il più vasto fronte, si presenta anche la necessità di coordinare i nostri sforzi per chiarire il carattere della guerra e della strategia dell’imperialismo, il significato delle contraddizioni interimperialiste nello scatenamento e nella scalata delle guerre e dei conflitti locali. Anche per spiegare le tattiche che gli imperialisti adottano al fine di imporre una pace proficua per loro e umiliante per il popolo.
Emergono nuove questioni teoriche e politiche che possono arricchire la strategia del movimento comunista e, più in generale, antimperialista. Naturalmente, non siamo oggi in grado di affrontare tutte le questioni, dal momento che nel contesto di un incontro straordinario dobbiamo innanzitutto concentrarci sulle azioni pratiche immediate. Sono questioni che richiedono ulteriori elaborazioni e discussioni, come quella riguardante il coordinamento tra la lotta patriottica contro la guerra e la lotta di classe, quella relativa alle alleanze e alle coalizioni, al ruolo attuale dei partiti comunisti in un periodo di diffusa ed estremamente pericolosa aggressività imperialista.
Quali possibili azioni comuni immediate, proponiamo:
- Delegazioni comuni di solidarietà dei Partiti Comunisti e Operai in Libano, Palestina e Israele.
- Coordinamento dei nostri partiti nel Parlamento Europeo.
- Invito a rappresentanti dei Partiti Comunisti e Operai della regione (Palestina, Libano, ecc.) a prendere parte alle sessioni del Parlamento Europeo.
- Pressione su ogni governo che non condanni l’aggressione israeliana e che appoggi l’invio di una forza internazionale ai confini del Sud Libano.
- L’avvio di dibattiti nei parlamenti di ogni paese, risoluzioni di condanna, ecc.
- Dimostrazioni, mobilitazioni, ecc.
- Sostegno a iniziative di organizzazioni di massa e movimenti.
- Promozione di azioni comuni di massa dei nostri partiti, a giornate di mobilitazione concordate.
- Sostegno alla mobilitazione e al coordinamento delle organizzazioni giovanili dei nostri partiti nella condanna degli interventi e delle guerre imperialisti attraverso eventi comuni, azioni speciali nei festival, ecc.
- Contributo alla mobilitazione del movimento di massa e delle organizzazioni internazionali, come WFTU, WFDY, WPC, WIFD, ecc.
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
e-mail:cpg@int.kke.gr