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[15.09.2005] Contributo al Meeting di Lisbona: 60 anni dopo la vittoria sul fascismo



"60 anni dopo la Vittoria sul nazifascismo,
le attuali realtà e lotte dei Comunisti e delle altre forze progressiste"

Lisbona, 2 Settembre 2005

Rendiamo innanzitutto omaggio al compagno Alvaro Cunhal, figura preminente del movimento comunista che è stato identificato con la lotta popolare portoghese contro il fascismo.

Dopo l’affermazione della contro-rivoluzione negli ex paesi socialisti, è iniziato il sistematico tentativo delle forze reazionarie e anticomuniste di revisionare la storia. Ciò è parso particolarmente evidente in occasione del 60° anniversario della vittoria del popolo. Di fatto il capitale monopolista non ha mai accettato l’esito della II Guerra Mondiale. È dovere dei comunisti e di tutti i progressisti far rispettare la verità, confutare la falsificazione della storia, il tentativo calunnioso di associare il comunismo con il fascismo, Stalin con Hitler.

Quest’offensiva si prefigge diversi scopi: dare un carattere anti-socialista, e anti-comunista della II Guerra Mondiale e coprire il fatto che la fondamentale guida, l’anima e la forza principale di questa lotta titanica furono i partiti comunisti, col contributo decisivo del primo stato socialista della storia; avvelenare le coscienze della gioventù; giustificare i crimini odierni dell'ordine imperialista; manipolare i movimenti popolari che stanno sorgendo.

Negli ex paesi socialisti d'Europa assistiamo a persecuzioni e accuse contro i comunisti e alla restaurazione dei simboli dell’hitlerismo. La liberazione dall'Armata Rossa viene chiamata "occupazione", i fascisti vengono riabilitati e ricevono ricompense come "eroi nazionali." Le forze politiche che tollerano o incitano il crescere dell’anti-comunismo in Europa si stanno assumendo la tremenda responsabilità del risorgere delle forze neofasciste

L’UE ha un ruolo notevole in questa campagna ed il Parlamento europeo, in occasione del 60° anniversario, ha adottato una decisione ripugnante- alla quale il nostro Partito si è opposto sottoscrivendo la mozione dei 16 MEP che la contesta, denunciando la manipolazione e la falsificazione della storia.

Le critiche alla prima esperienza socialista del "Partito della Sinistra europea" rientrano nel flusso della corrente principale dell'ideologia dominante di offensiva anti-comunista; contribuiscono ad oscurare la visione socialista, invece che alla sua ripresa. La SE confuta la teoria del socialismo scientifico, le tradizioni comuniste e l'esperienza delle rivoluzioni socialiste nel XX secolo. Sceglie la strada, pericolosa e senza sbocco, dell’abbandono dell'identità comunista e dell’incorporazione nelle strutture dell’UE.

Particolarmente provocatorio è stato il recente atto dell’autorità tedesca di identificare come "estremista" la Federazione Internazionale dei Combattenti della Resistenza (FIR) ed includerla nell'elenco dei "nemici della costituzione".

Gli sviluppi nell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa sono anche più gravi e pericolosi. La decisione della sua Commissione Politica di registrare un rapporto sulla "Necessità di una condanna internazionale del Comunismo", da presentare alla regolare sessione d’Ottobre di quest’anno, costituisce un tentativo di incriminare tutto il movimento e le idee comuniste.

Falsificando la storia, le classi dominanti non cercano solo di rivalutare imperialismo e fascismo. Cercano anche di occuparsi dei segnali (speranzosi) di risveglio popolare, di legittimare il declino dell’UE agli occhi del popolo. I recenti referenda sono stati un forte rifiuto delle voci che dicevano che il popolo "avrebbe accettato l'UE come una realtà." Nonostante la contro-rivoluzione e la sconfitta del movimento rivoluzionario, lo spettro del Comunismo si aggira ancora per l’Europa. Milioni di persone, all’Est e all'Ovest, fanno riferimento al socialismo che noi abbiamo conosciuto. Alcuni chiamano questo "nostalgia", altri "fuga in avanti". Il fatto è che il problema dell’alternativa posto sul tavolo, crea piuttosto fastidioso alla classe al potere.

Ora gli imperialisti, non riuscendo a soggiogare i movimenti e la resistenza del popolo, cercano di allargare la così detta "guerra al terrore" ad una guerra "contro gli estremisti e l’estremismo violento". La richiesta contestuale delle forze dominanti che i movimenti popolari "ripudino la violenza", significa non dare alcuna prospettiva di cambiamento radicale.

Questo spiega perché i partiti socialdemocratici europei non tollerano che nei loro programmi si faccia alcun riferimento al "socialismo democratico" , perché le loro forze si sono allineate con i cambiamenti reazionari nei sistemi politici, così come con l'ansia di dare all’UE una parvenza di difesa di un "nuovo contratto sociale" e di un "nuovo consenso sociale", per trasformarla apparentemente in una "Europa sociale".

Il KKE pone le premesse al popolo greco di un ampio quadro di lotta, che risponda all'offensiva del capitale, che soddisfi le possibilità create dall’attuale sviluppo delle forze produttive e getti le basi per le complessive richieste riguardo reddito popolare, sanità ed istruzione esclusivamente pubbliche e gratuite. Il KKE chiama gli strati popolari a scendere in prima linea, per un diverso percorso di sviluppo della società greca, un percorso nel quale i principali mezzi di produzione apparterranno al popolo, sarà messa a punto la pianificazione centrale della vita economica su scala nazionale e sarà stabilito il controllo dei lavoratori in modo che le necessità popolari siano sufficientemente soddisfatte.

Le lezioni tratte dalla vittoria anti-fascista sono vitali per la lotta rivoluzionaria. La fine della guerra ha portato un'ondata di trasformazioni socialiste. Tuttavia nell’Europa occidentale, Grecia inclusa, i comunisti non sono riusciti ad elaborare una strategia per trasformare la lotta per la liberazione in lotta per il potere.

Il socialismo si è confermato come la sola alternativa alla barbarie capitalista; non vi è alcuna terza via mediana e la classe lavoratrice è l'unica forza sociale che possa condurre la lotta per l’emancipazione sociale. Gli sviluppi sottolineano la necessità imprescindibile che i partiti si dotino della teoria rivoluzionaria del Marxismo-leninismo e di un programma di trasformazione socialista. Non è a caso che l'identità comunista ed il ruolo indipendente dei PC sono stati sempre al centro della lotta ideologica.

Si è visto che, anche se le caratteristiche nazionali e storiche e le necessità particolari di uno specifico paese devono essere prese in considerazione nello sviluppo delle strategie politiche, in se stesse non devono contraddire le leggi generali della lotta di classe e della rivoluzione socialista. Nel corso degli anni, varie posizioni opportuniste sono state giustificate in quanto "particolarità nazionali", come il così detto Eurocomunismo (la cui linea era in effetti la stessa in ogni paese!). La nuova corrente dell'opportunismo nel periodo del dopoguerra non si è limitata al movimento nell'Europa capitalista ma anche creato pressioni che hanno influenzato la costruzione del socialismo.

In quelle condizioni il movimento comunista in Europa non riuscì ad elaborare una strategia unitaria. Inoltre sopravvalutò le forze del socialismo in Europa e le possibilità offerte dall’azione parlamentare. Il fronte ideologico contro la Social Democrazia era particolarmente debole. Così le forze Social Democratiche e neo-opportuniste furono in grado di minare la costruzione socialista e la lotta rivoluzionaria nell’Europa occidentale.

Non è possibile che le contraddizioni inter-imperialiste scompaiano. La lotta per il bottino tra gli US e l'UE sta intensificandosi, così come le contraddizioni tra le forze principali all'interno dell'UE e tra i poteri regionali. La situazione nei Balcani e nell’ampia area del Mediterraneo orientale ha la possibilità di diventare esplosiva; nel frattempo le fiere rivalità inter-imperialiste oggi sottolineano il pericolo di un guerra mondiale generalizzata nella quale l’umanità potrebbe di nuovo essere gettata.

La politica del "divide et impera" sta venendo di nuovo usata dall’imperialismo come tattica. Ciò è stato evidente nella preparazione della guerra contro la Jugoslavia, dove nazionalismo, razzismo e fanatismo religioso sono stati coltivati e strumentalizzati. Non c'è altra risposta che la linea di internazionalismo proletario, solidarietà antimperialista, unità della classe operaia internazionale, chiamata a raccolta degli strati popolari.

Tenuto conto dei nuovi sviluppi e dinamiche nella lotta antimperialista, così come della necessità di avanzare l’opposizione popolare all’UE, il KKE, congiuntamente al Partito Comunista turco (TKP), convoca una conferenza internazionale ad Istanbul il 1° Ottobre, alla vigilia del vertice UE- indetto per il 3 Ottobre, con l’atteso inizio dei negoziati di accesso della Turchia.

Il nostro Partito il 18-20 Novembre, ospiterà ad Atene il Meeting Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori del 2005, con soggetto "L’attuale tendenza del capitalismo: impatto economico, sociale e politico. L'alternativa comunista ", come fu convenuto lo scorso giugno dal gruppo di lavoro del meeting.

Il nostro Partito crede nella stretta cooperazione dei PC, col pieno rispetto dell'indipendenza e sovranità di ogni Partito: avrà un impatto positivo sull'azione comune di più ampie forze antimperialiste, affiancherà le forze popolari ad emanciparsi dall'influenza politica dell’ideologia dominante.

Traduzione dall’inglese Bf


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