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Comunisti ed elezioni

Comunisti ed elezioni
 
del Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del KKE
 
22/10/2009
 
Il KKE riguardo i risultati delle recenti elezioni politiche in Grecia anche in confronto con quelle di Germania e Portogallo
 
Il 4 ottobre 2009, si sono svolte le elezioni anticipate in Grecia, in concomitanza con le elezioni in Portogallo e Germania. Alcune letture dei risultati delle elezioni all'estero hanno espresso analisi che vedono "una svolta a sinistra in Grecia" o "una vittoria della sinistra".
 
Queste analisi si basano sulla somma delle percentuali conseguite da 3 partiti: il Partito socialdemocratico PASOK, fautore di dure politiche antipopolari e uno dei due pilastri fondamentali del sistema politico borghese, la formazione della "nuova sinistra" SYRIZA, un miscuglio di eurocomunisti e ex comunisti di matrice socialdemocratica, e il KKE che lotta quotidianamente per gli interessi della classe operaia e gli strati popolari, per una trasformazione della società, per il rovesciamento del potere della classe borghese e la costruzione del socialismo.
 
La somma arbitraria di forze politiche così dissimili tra loro sotto il nome di "Sinistra" mostra come tale locuzione non corrisponda alle reali divisioni politiche e sociali della società: mette insieme forze che sostengono l'istituzione imperialista della NATO (PASOK), l'Unione Europea (PASOK e SYRIZA) e il KKE, che invece è impegnato nella lotta contro questi due organismi imperialisti e chiede il ritiro del nostro paese da entrambi; aggrega PASOK e SYN, forze politiche che hanno assimilato l'idea borghese di competitività dell'economia greca, con il KKE che su questo ed altri concetti della classe borghese si scontra lungo l'intero fronte ideologico-politico, che porta il peso maggiore della lotta contro la ristrutturazione antipopolare e che con determinazione contrasta le forze del capitale.
 
Considerazioni essenziali sui risultati elettorali
 
Il KKE ha raccolto 517.138 voti nelle ultime elezioni, 66.612 in meno rispetto a quelle del 2007 in cui aveva ottenuto 583.750 preferenze. Di conseguenza si è registrato un modesto calo dall'8,15% al 7,54%. Il KKE ha perso un seggio in Parlamento, con 21 deputati (anziché 22) dei 300 seggi parlamentari. Nel contempo, dobbiamo far rilevare ai lettori all'estero, che nelle elezioni del 2007 PASOK stava vivendo una grave crisi, tanto da considerarsi certa la vittoria di Nuova Democrazia (ND – centro destra), come di fatto avvenne a causa del forte malcontento popolare. Per questo motivo è opportuno confrontare i risultati delle elezioni del 2004. In quella occasione il KKE ottenne 436.561 voti, raggiungendo il 5,9% di preferenze. In conclusione, nel 2007, il KKE conseguiva un notevole incremento elettorale: circa 150mila voti in più, con un incremento del 2%.
 
Inoltre, nelle elezioni del 2009 le forze del sistema bipartitico borghese (PASOK e ND) hanno accumulato in totale il 77,4% dei voti, la percentuale più bassa dal 1981: PASOK ha ottenuto in questa tornata il 43,92% (+5,8%) mentre ND il 33,48% (-8,4%).
 
Un aumento è per LAOS Partito nazionalista, che ha raccolto il 5,63% (+1,8%), tuttavia una analisi attenta mostra come il partito liberale ND, che costituisce il "serbatoio" di voti da cui LAOS trae forza, ha perso oltre l'8% di preferenze.
 
SYRIZA è scesa dalla 4° alla 5° posizione, ottenendo il 4,6% (-0,4%). Questo cedimento è stato nascosto dal giubilo dei mezzi di comunicazione di massa sostenitori della socialdemocrazia, che stavano diventando nervosi perché SYRIZA superava appena la soglia di sbarramento (3%) quando i sondaggi di 15 mesi prima li davano in netta ascesa.
 
Infine, il partito "Ecologisti - Verdi", che nonostante il sostegno evidente di cui godeva da parte dei media e dei circoli economici, non ha oltrepassato la soglia del 3% per eleggere rappresentanti in Parlamento, ottenendo solo il 2,5%.
 
Aspetti qualitativi sui risultati elettorali del KKE
 
I risultati elettorali del KKE mostrano che il partito raccoglie le percentuali più elevate nei centri urbani, dove in media ottiene l'8,8%. Nelle aree suburbane la percentuale è del 6% e nelle zone rurali al 6,1%. Il KKE raggiunge percentuali elevate (dal 10% al 20%) nei quartieri della classe operaia di Atene, Pireo, Salonicco, Patrasso e in altre grandi città.
 
Sull'isola di Ikaria, che è stata luogo di esilio per i comunisti, dove il KKE raggiunge tradizionalmente alte percentuali, il partito è arrivato primo con il 37%.
 
Come mostra la ricerca sociologica, il KKE raggiunge percentuali superiori tra i giovani nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni (11%) e gli studenti universitari (11%), tra gli operai di età tra i 45 e i 54 anni (9%) e i lavoratori dipendenti del settore privato (11%) e tra i disoccupati (11%).
 
Valutazione dei risultati
 
Il CC del KKE nelle sue prime valutazioni concluse che "il risultato elettorale del KKE non rispecchia l'influenza e il prestigio che il partito si è guadagnato nell'azione politica, né trova corrispondenza nel ruolo e nella posizione assunta rispetto allo sviluppo delle lotte, senza le quali i risultati sarebbero stati sfavorevoli (...) Il KKE ha ingaggiato una dura battaglia in condizioni di crisi economica e di ripresa delle forze socialdemocratiche. Nonostante non sia riuscito a rafforzarsi, il partito ha dimostrato capacità di recupero, è riuscito a contrastare i tentativi di rimuoverlo dalla terza posizione in seno al Parlamento, a utilizzare la pressione ideologica per erodere la politica dominante. Il KKE, nella sua perseveranza tra grandi questioni, paure, ricatti e manipolazione, ha mostrato la sua capacità, la correttezza della linea politica e la preparazione utile a essere domani più decisivi in prima linea".
 
E' ovvio che nella vittoria elettorale del PASOK ha svolto un ruolo determinante la logica del "male minore", così come il meccanismo del "voto di scambio" in alcuni settori della classe operaia, avvantaggiandosi del duro stato di disoccupazione e povertà nella situazione di crisi globale del capitalismo, intensificando l'insicurezza e la pressione per soluzioni rapide. Chiaramente, ci sono altre ragioni di questo risultato, come ad esempio la campagna anticomunista che è stata sviluppata in Grecia nell'ultimo periodo e di cui abbiamo parlato analiticamente in occasione delle elezioni Europee del 2009.
 
Ci sono anche ragioni di ordine più generale: come ad esempio l'effetto della situazione del movimento sindacale in Europa e in Grecia, i legami deboli del partito con i nuovi strati della classe operaia che richiedono ulteriori sforzi per consolidarsi. In questo momento, il KKE sta studiando le prime conclusioni tratte dal CC, sta analizzando le debolezze e le esperienze raccolte attraverso l'azione.
 
Il risultato indica che gli sforzi per cacciare il KKE dalla terza posizione, perseguiti negli ultimi anni e favoriti anche dall'intervento statunitense, non sono riusciti. Questi sforzi sostenuti da potenti centri di informazione che controllano i mass media elettronici, mirano all'ascesa di SYRIZA o di Laos o degli ecologisti per scalzare il KKE dalla posizione politica che oggi occupa.
 
Fattori esterni
 
Dobbiamo tenere presente che, come sostiene il CC del KKE: "Attraversiamo un periodo che vede l'intensificazione degli scontri interimperialisti nell'area".
 
Lo sforzo della Russia per promuovere la costruzione di oleodotti e gasdotti in Europa, in concorrenza con piani analoghi degli Stati Uniti, si riflettono negli accordi che sono stati firmati dal governo precedente e si riflettono anche nella partecipazione della Grecia in alcuni di questi piani russi (oleodotto Burgas-Alexandroupolis, sezione del gasdotto "South Stream"). In parallelo, l'impegno della Cina per farsi strada nei mercati europei l'ha indotta (attraverso la società Cosco) ad acquistare infrastrutture portuali, base per i containers commerciali.
 
Sia la Russia che la Cina mirano a concretizzare piani specifici per migliorare il loro ruolo negli affari internazionali, a formare alleanze con sezioni del capitale dell'Unione Europea guadagnando quote di mercato europeo, così come in tutta l'area.
 
Non è un caso che il Presidente americano, Barack Obama, si sia precipitato, primo tra tutti i leader stranieri, quando ancora i risultati elettorali non erano stati annunciati, a salutare la vittoria del PASOK e di George Papandreou. Questo non è un caso, visto che prima delle elezioni G. Papandreou aveva commentato scetticamente la costruzione di Burgas-Alexandroupolis, lasciando nell'indeterminatezza l'altro piano russo per la "South Stream".
 
Durante l'intero periodo pre-elettorale questo tema specifico è diventato una questione nevralgica e ciò dimostra chiaramente come la rivalità interimperialista svolga un ruolo nel conflitto politico interno tra i borghesi e le forze politiche del paese. Oltre tutto questo, prima delle elezioni PASOK lasciava aperta una possibile revisione del contratto con la cinese Cosco. Una sezione della stampa borghese "inchiodava" G. Papandreou affermando che se fosse stato eletto avrebbe dovuto servire i piani americani, aggiungendo allusioni anche a carico del Ministro degli esteri Dora Bakogianni, che ora reclama la direzione di ND.
 
"Dove c'è fumo c'è arrosto". E' un dato di fatto che i circoli monopolistici, nazionali ed esteri, e le grandi potenze siano interessate ad avere il sostegno delle varie forze politiche. Un esempio emblematico è fornito da Mr. Alex Rondos, di cui dovremmo ricordarci il percorso: consulente di G. Papandreou (Ministro degli esterni nel precedente governo del PASOK), con un ruolo nella caduta di Milosevic in Serbia, per diventare un consulente di M. Saakashvili.
 
La posizione del KKE sulla questione delle controversie interimperialiste
 
Qui vorremmo fare riferimento alla posizione del KKE sui due casi sopraccitati.
 
Il KKE sottolinea che la costruzione o meno di oleodotti e gasdotti e la trasformazione o meno della Grecia in un centro per l'"energia" non comporterà per i lavoratori greci un accesso più facile (meno costoso) alle risorse energetiche. Significherà più profitti per i privati che beneficeranno dei progetti specifici: un vantaggio diretto dallo sfruttamento del gasdotto e dei vantaggi indiretti, con le alleanze con sezioni del capitale provenienti da altri paesi, ad esempio Russia, Italia, Germania, ecc.
 
La costruzione di condutture per l'energia, proprio come tutti i progetti per le infrastrutture energetiche, sarebbe utile per la classe operaia solo nel quadro di un'economia popolare, che ne assicurasse l'utilizzo sulla base delle esigenze dei popoli e non sul profitto capitalista. Ma questo, naturalmente, richiede un sistema radicalmente diverso in cui il potere sia dei lavoratori, ossia il sistema socialista.
 
Il Partito Comunista di Grecia ha denunciato la privatizzazione dei porti e la firma del contratto con Cosco. Il KKE ha chiesto prima e dopo le elezioni parlamentari che non ci fosse "nessuna revisione o rinegoziazione, ma l'annullamento completo dell'accordo con la Cosco, nonché la cancellazione di tutte le leggi che i governi del PASOK e di ND hanno votato per la privatizzazione dei porti". I comunisti hanno sostenuto lo sciopero a oltranza dei portuali del Pireo contro la privatizzazione del porto.
 
Il KKE chiama i lavoratori a non accondiscendere al potere imperialista in nome, come dicono alcuni, dell' interesse nazionale. Dietro l'interesse nazionale si trovano gli interessi degli industriali, spesso in collusione con quelli degli armatori, dei banchieri e certamente non quelli della classe operaia e degli altri strati popolari.
 
Cosa significa il risultato del Partito Comunista di Grecia?
 
I rivali del KKE, i capitalisti, con il loro sistema meccanicistico tentano di dettare i criteri di valutazione dei risultati elettorali. Cercano di inferire che le tesi del nostro partito avrebbero minato la nostra presa sulle persone.
 
La realtà dimostra l'ascesa del KKE negli ultimi anni. La sua influenza è cresciuta sia tra i lavoratori che nel movimento popolare e anche in occasione delle elezioni, raccogliendo parti significative della classe operaia, dei ceti popolari e dei giovani alla lotta contro il grande capitale, contro i suoi rappresentanti politici e sindacali e la politica antipopolare in generale.
 
La realtà dimostra che il Partito Comunista di Grecia è un partito rivoluzionario che si concentra ed educa le forze nella lotta per il socialismo. Il KKE non ha illusioni parlamentari. Non crede nella progressiva crescita delle sue percentuali tra una tornata elettorale e l'altra che possa condurre alla formazione di un governo "socialista" attraverso le elezioni. Il KKE ha respinto in quanto inammissibile e pericolosa l'idea di partecipazione e sostegno a governi di "centro-sinistra" o "sinistra" per gestire il sistema capitalista. La politica delle alleanze del Partito Comunista di Grecia progetta la costruzione di un fronte democratico antimperialista e anti-monopolista, dove le forze sociali e politiche che sono disposte a lottare contro i monopoli e l'imperialismo convergano e portino avanti un quadro di lotta finalizzato al potere popolare ed economico.
 
Il Partito Comunista di Grecia è ben consapevole del fatto che la coscienza politica e ideologica delle masse dei lavoratori richiede un processo di scontri successivi con i capitalisti, con l'ideologia e il potere politico del capitale e con le sue istituzioni, che comprendono i partiti politici nelle loro "differenti" forme.
 
L'abbandono da parte degli elettori dei partiti borghesi e il sostegno elettorale per il Partito Comunista di Grecia concretizza uno scontro con l'apparato di sfruttamento, un atto di emancipazione.
 
La percentuale elettorale del KKE non ha alcuna relazione con i consensi elettorali conseguiti dalle forze che hanno subito "mutazioni". Questo è il motivo per cui il risultato elettorale del KKE non può essere confrontato con quelli della cosiddetta "sinistra", utile per la gestione del sistema capitalistico (PASOK e SYRIZA), e neanche con i risultati dei partiti o delle coalizioni del nostro paese o di altri paesi che hanno al loro nucleo "forze comuniste mutanti" (per esempio SYRIZA in Grecia, Die Linke in Germania e Bloco in Portogallo).
 
Nonostante le loro dichiarazioni tali forze si inseriscono nel sistema. Sono forze costitutive della gestione capitalista. Sostengono il centro imperialista dell'Unione Europea che diffonde l'illusione che il capitalismo possa essere "umanizzato". Essi non possono essere modelli di sviluppo di partiti rivoluzionari, perché hanno abiurato la visione rivoluzionaria mondiale del marxismo-leninismo e le tradizioni del movimento comunista. Spesso, queste forze sono protagoniste della propaganda anticomunista che ripete le accuse borghesi contro il socialismo costruito in URSS e nei paesi dell'Europa dell'Est nel XX secolo. In realtà, questi partiti cercano di disorientare o ridurre la radicalizzazione popolare. La loro simultanea crescita ha a che fare con le difficoltà che i partiti socialdemocratici tradizionali affrontano in molti paesi della UE in questo periodo. Per esempio, l'ascesa di SYRIZA da un anno e mezzo a questa parte corrisponde alla grave caduta del principale partito socialdemocratico della Grecia, PASOK. Quando PASOK ha superato i suoi problemi interni e la borghesia gli ha restituito la fiducia del potere governativo, appoggiandolo con ogni mezzo, PASOK ha facilmente recuperato il " terreno perso" da SYRIZA.
 
Il KKE sottolinea che la necessità di un cambiamento nei rapporti di forza e la mobilitazione attorno al Partito Comunista implica la necessità di realizzare uno scontro con lo sfruttamento capitalistico, non solo in vista della sua abolizione ma anche per la soddisfazione dei bisogni immediati, come ad esempio il miglioramento delle condizioni di lavoro (salari, orari di lavoro, pensione, assicurazione), la sopravvivenza degli agricoltori poveri o dei piccoli negozianti e produttori, la garanzia dell'istruzione, della sanità e dei servizi pubblici e gratuiti.
 
Costruzione del partito, dei sindacati e della lotta di classe
 
Il KKE lavora in questa direzione con lo scopo allargare sempre di più le Organizzazioni di Base del Partito (PBO), soprattutto nei luoghi di produzione e di lavoro. I comunisti sono in prima linea di tutte le lotte, piccole o grandi che organizza il PAME (All Workers’ Militant Front - Fronte Militante di tutti i Lavoratori). PAME è un fronte di organizzazioni orientate alla lotta di classe. Grandi confederazioni del comparto industriale, organizzazioni sindacali distrettuali (Labour Centres) e un gran numero di sindacati aderiscono a PAME e organizzano la lotta di classe dei lavoratori nel nostro paese contro i padroni, i governi antipopolari, le compromesse organizzazioni sindacali, vale a dire la Confederazione generale dei lavoratori greci (GSEE) e la Confederazione dei sindacati dei dipendenti pubblici (ADEDY).
 
Così, durante l'estate, ad esempio, la Federazione dei lavoratori dell'Industria alimentare, che partecipa in PAME, ha organizzato un grande sciopero che ha portato ad un arresto di produzione in grandi fabbriche. Come risultato, i lavoratori hanno conseguito diversi progressi. Lotte analoghe sono state combattute in molti settori e luoghi di lavoro. Sicuramente nei luoghi di lavoro dove queste lotte si sono manifestate i lavoratori hanno apprezzato ancora di più la lotta dei comunisti. E lo diciamo per l'evidenza delle prove; durante il brevissimo periodo pre-elettorale, i comunisti sono riusciti a entrare in migliaia di fabbriche, cantieri e altri luoghi di lavoro, dove hanno discusso le posizioni politiche del partito, durante le pause e le riunioni dei lavoratori.
 
Ricomporre il movimento sindacale e del lavoro: un elemento fondamentale della lotta
 
La liberazione e l'emancipazione dalle contraddizioni borghesi che intrappolano il popolo nel potere borghese è un tema della lotta di classe.
 
Non sono le istituzioni elettorali borghesi che decidono se il KKE sarà un partito capace di riunire la maggior parte dei lavoratori, un partito riconosciuto dalle altre forze popolari come avanguardia. Al contrario, questo è il processo che deciderà del destino di queste istituzioni, la loro destabilizzazione e il loro necessario rovesciamento.
 
Così, il problema principale del movimento operaio non è l'inganno politico delle elezioni nazionali, del Parlamento europeo o nelle amministrative. Il compito primario del movimento del lavoro è far fronte a questo inganno all'interno del movimento stesso. Pertanto, il problema principale diventa la ricomposizione del movimento.
 
Con ciò intendiamo che la maggioranza dei lavoratori si organizzi nei propri sindacati e che organizzino lotte per tutti i dipendenti di un'impresa, di un settore o di tutti i settori, non importa se una parte dei dipendenti gode di un contratto o di trattamenti pensionistici migliori; significa che il movimento operaio sia organizzato e organizzi lotte, non solo contro un padrone, ma contro il governo di tutti i padroni, non solo nei confronti del partito borghese di governo, ma contro tutti i partiti borghesi, che come partiti contrapposti ai lavoratori utilizzano i movimenti sindacali per realizzare la gestione del governo borghese, per servire gli interessi dei monopoli.
 
In altre parole, la ricomposizione del movimento del lavoro richiede che la maggioranza dei lavoratori militi e sia organizzata nei sindacati, lotti per i suoi diritti isolando l'influenza esercitata da PASOK, ND, sindacati e confederazioni degenerate, in modo che GSEE diventi un "guscio vuoto" che la vacuità della retorica "di sinistra" di Synaspismos/SYRIZA. PAME deve diventare la forza trainante del movimento sindacale capace di mobilitare centinaia di migliaia di lavoratori in tutti i centri urbani.
 
Le lacune delle forze del partito devono essere superate
 
Le difficoltà soggettive e oggettive che il KKE affronta possono essere superate con uno slancio più forte, soprattutto dal punto di vista ideologico. Innanzitutto con il rafforzamento del nostro fronte ideologico, l'elaborazione di nostre posizioni in ogni settore e ambito, lo studio della storia del nostro partito e del movimento comunista internazionale, la qualità delle nostre pubblicazioni e i nostri media, la scuola di partito per l'istruzione marxista, ecc.. Poi la nostra capacità di lavorare in modo che tutti questi aspetti diventino l'abc del funzionamento interno delle PBO (organizzazioni di base), dei gruppi comunisti nelle scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, nei centri commerciali, nei sindacati e nelle organizzazioni di massa, ecc.. Tutto ciò ha a che fare con la nostra abilità di rendere ogni gruppo di comunisti, non importa se aderenti al partito, ogni gruppo del KNE [l'Organizzazione giovanile del Partito] più capace di far crescere e diffondere la nostra ideologia e l'organizzazione di massa. I sindacalisti comunisti svolgono un ruolo di primo piano in questa azione.
 
Deve crescere anche la nostra forza organizzativa. Dobbiamo pensare in modo più creativo, adottare misure diverse e coraggiose, acquisire le necessarie conoscenze e competenze, in particolar modo riguardo il funzionamento, il contenuto e l'azione delle PBO. Questo processo porterà sostanziali cambiamenti qualitativi nel funzionamento, nel contenuto e nell'attività dei sindacati, nelle organizzazioni di massa, nelle associazioni giovanili e femminili. Inoltre, le forme di organizzazione e mobilitazione delle forze nella lotta sindacale, ma anche nella lotta culturale e per l'intrattenimento educativo, devono diventare più attraenti, senza mai perdere il loro carattere politico, né sostituire la lotta di classe nella soddisfazione di queste esigenze.
 
Il KKE si assume le sue responsabilità. Ha esperienza e si trova in uno stato di prontezza, di migliore unità politica-ideologica e di maturità rispetto alle elezioni parlamentari del 2007, indipendentemente dalla percentuale dei consensi elettorali. Il KKE impiegherà tutte le sue capacità per organizzare il contrattacco del popolo contro i piani dei monopoli, del nuovo governo, dell'Unione Europea e dell'imperialismo internazionale. Questo processo porterà alla maturità ideologica e politica nuovi segmenti di lavoratori, forgerà la lotta di classe e produrrà cambiamenti nell'equilibrio dei rapporti di forza.
 

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