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I lavoratori delle "Acciaierie Greche" distruggono i piani del padrone e continuano a combattere con altre forme di lotta


 

30/07/2012

 

Aspropyrgos, Acciaierie Greche

 

Gli operai delle Acciaierie greche tornano al lavoro entrando dall'ingresso principale della fabbrica dopo uno sciopero di 9 mesi (272 giorni). Formano un corteo, il pugno alzato con un garofano in mano. Attuano la decisione della 20° Assemblea Generale, che ha avuto luogo sabato. L'assemblea ha dichiarato che riprenderà il lavoro e la lotta continuerà in altre forme. Così, ancora una volta i lavoratori delle acciaierie hanno distrutto i piani del padrone Manesis, che avrebbe voluto la fine dello sciopero e lo smantellamento del sindacato. In tal senso Manesis è stato pienamente sostenuto dal governo, che gli ha messo a disposizione la macchina repressiva di stato.

 

Gli operai, insieme a tutti i membri del consiglio sindacale delle "Acciaierie greche" guidati dal presidente del sindacato Giorgos Sifonios hanno varcato i cancelli in modo coordinato e organizzato, come i veri vincitori dello sciopero di 9 mesi. Il padrone aveva posto oltraggiose e offensive richieste, utilizzando le forze di polizia antisommossa. Aveva chiesto che i lavoratori entrassero in fabbrica uno a uno, mostrando alla polizia la carta di identità e attendendo il permesso del datore di lavoro per accedere agli impianti. La risolutezza dei lavoratori ha costretto il padrone a cedere. Le forze antisommossa della polizia e le altre forze di polizia si sono ritirate e gli operai sono entrati nella fabbrica per proprio conto e diretti ai loro posti applauditi e acclamati dai presenti: "questi 9 mesi di sciopero non saranno dimenticati", "L'acciaio si è temprato col sangue e il sudore, gli operai metallurgici non si arrenderanno", "lotta, rottura, rovesciamento, i metallurgici aprono la via".

 

La proposta di sospendere lo sciopero e continuare a combattere utilizzando altre forme di lotta è stata approvata all'unanimità dal consiglio del sindacato. E' stata presentata dal presidente del consiglio, Sifonios Giorgos e adottata dalla stragrande maggioranza del gruppo. La relazione afferma:

 

"272 giorni fa, quando Manesis ci ha ricattato costringendoci a scegliere tra la giornata lavorativa di 5 ore o 180 licenziamenti abbiamo tenuto un'assemblea e abbiamo deciso all'unanimità di entrare in sciopero. Abbiamo fatto quello che ogni onesto lavoratore orgoglioso di sé stesso e della sua classe dovrebbe fare. Nessuno di noi poteva prevedere che avremmo ingaggiato una lotta che si annovera tra le più luminose del movimento operaio nel nostro paese e a livello internazionale, che sarebbe diventata un punto di riferimento. (...) In conclusione, non avremmo mai gestito questa lotta se ci fossimo fatti intimidire, se non fossimo stati uniti e decisi.

 

Ci siamo impegnati molto. Abbiamo organizzato 20 assemblee generali del sindacato, dove abbiamo esaminato collettivamente la situazione e deciso i nostri passi successivi. Accanto al consiglio del sindacato abbiamo costituito comitati che hanno contribuito ad alzare il livello di organizzazione, di salvaguardia, di propaganda e solidarietà. Tutti i membri delle nostre famiglie hanno partecipato alla lotta, donne e bambini. Ci siamo appellati alla classe operaia, a tutti i lavoratori abbiamo chiesto di sostenere la nostra lotta. Abbiamo alimentato un movimento senza precedenti di solidarietà in ogni angolo della Grecia e in molti paesi del mondo. Di fronte alla fabbrica abbiamo organizzato più di 50 eventi, incontri, concerti, presentazioni di libri, attività rivolte alle donne e ai bambini. Abbiamo festeggiato insieme Natale, Capodanno, Carnevale e Pasqua. Attraverso la nostra lotta siamo diventati "una famiglia", come i lavoratori dovrebbero essere. Migliaia di lavoratori sono venuti ai cancelli delle "Acciaierie greche", giovani, pensionati, studenti, studenti lavoratori provenienti da tutto il mondo. Il nostro sciopero è diventato una scuola di formazione di classe e di riscossa. La nostra lotta ha varcato i cancelli della fabbrica "Acciaierie Greche" e ha raggiunto l'intero pianeta. Abbiamo influenzato decine di fabbriche in Attica e in altre città. In tutta la Grecia e in decine di città all'estero si sono svolti centinaia di incontri e azioni di solidarietà. Abbiamo avviato l'organizzazione di una serie di scioperi di solidarietà negli altri impianti della fabbrica, a Thriasio, in Attica, a Volos al fine di organizzare al meglio la resistenza degli operai metallurgici nei luoghi di lavoro. Il nostro sciopero ha ispirato i lavoratori, i giovani e gli studenti a lottare. Abbiamo ricevuto centinaia di lettere di solidarietà da parte di giovani studenti. Su di noi sono state scritte poesie e canzoni ed è certo che molte ne saranno scritte in futuro. La gente leggerà della nostra lotta, ne parlerà e ne canterà negli anni a venire.

 

La sua ricca esperienza e il suo epilogo saranno utilizzati nelle lotte future. Questo è il motivo della sua importanza. Ci sono persone, alcune in buona fede e altre no, che sollevano la questione: "Qual è il risultato di questa lotta?", "Cosa hanno guadagnato i metallurgici, dal momento che le loro richieste non sono state soddisfatte?". La risposta è semplice: né le lotte passate né quelle future avranno risultati garantiti. Le lotte sicure non esistono, se non nella mente dei burocrati, di quelli che si sono "piazzati", quelli che hanno paura, quelli che si sono compromessi.

 

Il risultato di una lotta non si può giudicare solo dai guadagni materiali. Ci sono lotte che hanno esiti maggiori poiché aprono la strada ai passi successivi, alle lotte future della classe operaia nel suo complesso. Contribuiscono in modo significativo al risveglio generale, al rifiuto dell'intimidazione: diventano punti di riferimento. Tale è lo sciopero dei metalmeccanici ed è in questa luce che dobbiamo valutarlo. Così pensano tutti lavoratori ed è per questo che ci hanno già considerati vincitori.

 

Che cosa abbiamo ottenuto attraverso la nostra lotta? La nostra lotta mette in primo piano il valore della lotta unitaria di classe, la grandezza e la forza della solidarietà tra i lavoratori. Ha dimostrato i meriti e le buone tradizioni del movimento operaio e popolare del nostro paese, la tempra e la disciplina, caratteristiche d'avanguardia dei lavoratori industriali. Ha superato la paura, l'arroganza dei padroni, ha colpito il fatalismo e la rassegnazione. Ha assestato un duro colpo al cosiddetto realismo, alla logica compromissoria del cosiddetto dialogo sociale. Ha dimostrato chiaramente chi è che produce la ricchezza e chi la ruba.

 

Ai cancelli delle "Acciaierie greche" si è evidenziato lo scontro tra due classi contrapposte, tra due mondi e due civiltà antitetiche. Da un lato la classe dei Manesis, con il loro governo, il loro stato e il loro sistema giudiziario, i loro mezzi di propaganda e i loro protetti nel sindacato. Dall'altra parte i metalmeccanici, la loro classe, la solidarietà e il sostegno del movimento operaio di classe e dei loro alleati.

 

Nessuno dei nostri avversari, né Manesis, né il governo, né il sindacalismo concertativo filo-padronale e filo-governativo, si aspettava di trovarci così forti. Ci hanno sottovalutato, hanno pensato che fossimo inferiori, impauriti, sottomessi e sono stati pienamente smentiti. Hanno anche cercato di screditare gli sforzi di migliaia di lavoratori mobilitati per sostenere la nostra lotta materialmente, dicendo che "eravamo pagati per scioperare". Hanno chiamato corruzione le offerte di solidarietà che abbiamo ricevuto, raccolte dagli scarsi mezzi della classe operaia per sostenere noi e le nostre famiglie. Hanno fallito, perché la nostra grande lotta non può essere calunniata. Abbiamo prevalso, questa è la nostra conclusione! Abbiamo prevalso perché eravamo nel giusto ed eravamo uniti. Non sono riusciti a dividerci, non importa quanto fortemente ci abbiano provato, perché abbiamo operato sul principio "uno per tutti, tutti per uno". Perché abbiamo combattuto e, allo stesso tempo, salvaguardato la nostra lotta.

 

Abbiamo dimostrato nel migliore dei modi, chi è che produce la ricchezza e in quali mani sta il potere: "senza di noi, nessun ingranaggio può girare"...

 

Abbiamo raggiunto qualcosa che 9 mesi fa sembrava incredibile. Gli operai sono scesi in sciopero per 9 mesi per evitare che i loro colleghi fossero licenziati. Hanno scioperato per 9 mesi per ottenere la reintegrazione sul posto di lavoro dei compagni. Cosa che non era mai accaduta prima. Il nemico non riusciva a batterci ed è stato costretto a gettare la maschera della "democrazia e del dialogo" e ha mostrato il suo vero volto, il volto del tiranno, del nemico dei lavoratori. Sono stati costretti a mettere da parte tutti i pretesti e a ricorrere alla loro arma finale: i meccanismi repressivi. Oggi quest'arma supera le nostre forze.

 

Tutto l'apparato statale, il governo, i partiti del capitale, il sistema giudiziario classista, i mass media, decine di pattuglie antisommossa, decine di mezzi di polizia e centinaia di poliziotti in borghese sono stati coordinati per proteggere il loro capo, Manesis, e per sferrare un colpo ai suoi nemici: i lavoratori in sciopero. Ci hanno aggredito dopo che li abbiamo ingrassati con il nostro sudore in tutti questi anni.

 

Manesis presto riporterà al tavolo le richieste di modificare gli orari di lavoro e gli stipendi stabiliti dal nostro contratto collettivo. Ha temporaneamente abbandonato il suo intento a causa dello sciopero. L'avversario lo sa. Sanno che la lotta non si fermerà con lo sciopero e studiano le misure per affrontarci nel tempo a venire.

 

Saremo in grado di affrontare la nuova situazione come abbiamo affrontato i momenti difficili della nostra lotta. Uniti, guidati collettivamente dal consiglio del nostro sindacato. L'avversario tenta di dividerci per agire liberamente in futuro. Tenendo conto della nuova situazione e della necessità di continuare a lottare in modo organizzato e coordinato, il consiglio ha proposto la sospensione di questa forma di lotta.

 

Torniamo a lavorare per nostra scelta e volontà, in modo organizzato, coordinato, tenendo la testa alta. Facciamo affidamento sul nostro sindacato oramai collaudato e continueremo utilizzando altre forme di lotta. Continueremo a combattere per ottenere soddisfazione delle nostre rivendicazioni. Perché i nostri 40 colleghi licenziati siano immediatamente riassunti e il resto dei nostri colleghi reintegrati in tempi prestabiliti. Fino ad allora nessun altra persona a parte i nostri colleghi licenziati dovranno essere assunti. Tutti insieme - il consiglio di fabbrica, il comitato delle donne, il comitato dei colleghi licenziati - continueremo a combattere intorno a questioni riguardanti i prestiti contratti dai nostri compagni con le banche, le nostre bollette non pagate, i nostri problemi per accedere ai farmaci, ai servizi sanitari e altro ancora. Restiamo vigili e pronti a reagire immediatamente e lottare nel caso in cui il padrone chieda ancora una volta un cambiamento di orario e una riduzione degli stipendi. Useremo tutti i nostri mezzi per indagare l'esistenza di materiali radioattivi utilizzati nelle "Acciaierie greche", come è stato recentemente denunciato nell'impianto di Volos. Useremo tutti i mezzi legali per risolvere questi problemi.

 

Ringraziamo dal profondo del nostro cuore tutti i lavoratori in Grecia e da tutto il mondo che per 9 mesi hanno sostenuto la nostra lotta moralmente e materialmente. Vorremmo in particolare ringraziare il PAME (Fronte Militante Tutti i Lavoratori) che ci ha aiutato durante la nostra lotta, giorno e notte, e continuerà a sostenerci in futuro. Ha sostenuto concretamente tutte le nostre decisioni e iniziative, ha diffuso il nostro messaggio eroico in tutta la Grecia e in tutto il mondo. Ecco perché l'avversario lo calunnia e lo combatte quotidianamente.

 

Siamo emersi come avanguardia di lotta. Ma non ci illudiamo: ci rendiamo conto che una piccola frazione della classe operaia, quale siamo, non può combattere tutto l'apparato statale e cambiare seriamente la situazione, se tutta la classe operaia non seguirà il percorso da noi tracciato, se il rapporto di forze politico generale non cambia a favore del movimento operaio.

 

Cari colleghi,

 

Già, la nostra lotta ha dato un grande contributo. I nostri figli terranno la testa alta e saranno orgogliosi che i loro padri e le madri hanno compiuto il loro dovere. Non si sono arresi, hanno ignorato le intimidazioni e le minacce del padrone. Non hanno chinato il capo ma lottato per un futuro migliore per i propri figli. Le prossime generazioni ammireranno la nostra lotta e ne parleranno, ispirati dal suo esempio. Torniamo a lavorare fieramente e continueremo a lottare per soddisfare le nostre rivendicazioni, con altre forme di lotta.

 

Viva la lotta eroica dei metallurgici!

Viva la classe operaia!

Viva la solidarietà dei lavoratori!

La lotta continuerà fino alla vittoria finale!

 

Nella sua dichiarazione la Segreteria esecutiva del PAME sottolinea che: "I semi che hanno piantato i metallurgici delle Acciaierie Greche sbocceranno nelle lotte future, poiché una nuova bufera di misure antioperaie si sta approssimando. Ogni momento di questa lunga lotta di nove mesi è stata una lezione importante per la classe operaia, da cui trarre conclusioni utili in materia di lotta di classe.

 

Ha insegnato l'eroismo e l'abnegazione! Ha dimostrato la natura della solidarietà di classe! Ha mostrato la necessità della lotta organizzata! Ha rivelato la lotta incessante tra capitale e lavoro salariato. La lotta dei metalmeccanici ha sospeso temporaneamente l'attuazione dei piani generali degli industriali. Lo sciopero è iniziato quando nei cassetti dei consigli di amministrazione di diverse fabbriche erano pronti gli ordini di rotazione con turni flessibili e altre misure di carattere generale. E' dimostrato che solo la lotta di classe, il confronto con i padroni, il governo e le organizzazioni imperialiste può dirsi lotta. La lotta dei metallurgici ha sfidato il cosiddetto pragmatismo del sindacalismo filopadronale e filogovernativo. In queste condizioni le Federazioni gialle sono state costrette a indire lo sciopero e l'astensione dal lavoro. Siamo orgogliosi dei metallurgici e di chi li ha sostenuti. Il pugno che hanno tenuto alto per nove mesi rappresenta la forza delle lotte future. L'Assemblea Generale del sindacato dei metallurgici ha ritenuto che sia giunto il momento di concludere questo grande sciopero.

 

Quelli che si fingevano combattenti e che cercavano di spegnere lo spirito radicale nella coscienza degli operai, hanno cercato in tutto questo tempo di evidenziare i difetti dello sciopero, hanno cercato di isolare e calunniare il sindacato della fabbrica. Ora cercano di presentarsi come profeti e critici. Tuttavia, la lotta non è prevedibile, come i battiti di un orologio.

 

La lotta dei metallurgici ha dimostrato che quando la classe operaia decide di puntare in alto, gli ingranaggi dello sfruttamento cessano di girare. Quando il forno resta freddo, ogni singolo Manesis diventa una nullità. La lotta ha mostrato la forza inesauribile e nascosta dei lavoratori che si rivela quando credono nella loro forza e decidono di avviare un confronto. La vita stessa ha posto questa lotta tra le battaglie di classe più dure e luminose. Si tratta di un mattone nella lotta incessante dei lavoratori contro i loro sfruttatori", conclude la dichiarazione PAME.


Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


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