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Intervento di Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio Politico del CC del KKE


 
Meeting Internazionale di Madrid - 15/12/2012
 
Contro Euro, Unione Europea e Nato.
 
Intervento di Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio Politico del CC del KKE
 
Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale, ha partecipato all'incontro politico organizzato sabato 15 Dicembre dal Partito Comunista dei Popoli di Spagna con lo slogan: "Per l'uscita dall'Unione Europea, dall'Euro e dalla NATO". Oltre al KKE, hanno partecipato il CSP-Partito Comunista (Italia), l'Unione dei Rivoluzionari Comunisti di Francia e il Polo della Rinascita Comunista in Francia. Di seguito il discorso del compagno G. Marinos.
 
Cari compagni:
 
Ringraziamo il Partito Comunista dei Popoli di Spagna e i nostri compagni degli altri partiti. Apprezziamo molto l'organizzazione di questo incontro e cercheremo di contribuire al dibattito sulla UE con le posizioni e l'esperienza del KKE.
 
Il KKE ritiene che l'Unione Europea sia una alleanza interstatale imperialista il cui principio sono gli interessi dei monopoli europei, del grande capitale europeo, l'aumento della sua redditività e il rafforzamento della competitività mediante l'aumento del grado di sfruttamento della classe operaia, l'eliminazione dei diritti lavorativi, il peggioramento della vita dei popoli.
 
Si tratta di un'unione imperialista interstatale che apre il cammino alla libera attività del capitale a livello nazionale, regionale e internazionale, all'espansione delle attività commerciali dei grandi gruppi economici, alla conquista di nuovi mercati e di sfere d'influenza per saccheggiare le risorse energetiche.
 
Qualunque cosa facciano i meccanismi di manipolazione, non possono occultare il fatto che l'Unione Europea in questo momento sconta 30 milioni di disoccupati e altrettanti sottoccupati, mina il futuro della gioventù, condanna alla povertà estrema oltre 127 milioni persone.
 
L'Unione Europea ha preso parte alle guerre imperialiste in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, insieme con gli Stati Uniti e la NATO e sta attualmente svolgendo un ruolo essenziale nell'intervento e nelle minacce contro la Siria e l'Iran utilizzando pretesti indecenti quando in realtà cerca di conquistare nuovi mercati, assicurarsi risorse di gas naturale e petrolio.
 
Questa è l'Unione Europea, l'unione dell'anticomunismo che pretende di calunniare il contributo storico dei comunisti nella lotta per il progresso sociale, che calunnia il contributo decisivo dell'Unione Sovietica alla sconfitta del fascismo nella Seconda Guerra Mondiale e che cerca di identificare in modo storicamente infondato il comunismo, vero nemico del capitale e del capitalismo, con il fascismo che è un prodotto del sistema al servizio del capitale.
 
Gli ultimi 20 anni hanno insegnato molto.
 
In primo luogo, all'inizio degli anni '90 con il trattato di Maastricht si posero le basi per lo sviluppo della libera circolazione di capitali, merci, servizi e lavoro. Si attuarono le note ristrutturazioni capitaliste per eliminare i diritti del lavoro e della sicurezza sociale, imponendo barbare misure contro i lavoratori. La strategia di Maastricht, di Lisbona e di "UE 2020", sono funzionali in modo pianificato all'aumento della competitività e della redditività dei gruppi economici monopolistici, per soddisfare le attuali esigenze del capitale che in condizioni di crisi intensifica l'offensiva per ridurre ulteriormente il prezzo della forza lavoro, intensificando il grado di sfruttamento della classe operaia.
 
In secondo luogo, l'obiettivo principale della Politica Agricola Comune (PAC) dell'Unione Europea è la concentrazione della terra e della produzione in poche mani, per ampliare, rafforzare i rapporti capitalistici nella produzione agricola, in modo che si formino grandi aziende agricole capitaliste ad alta competitività. Questa politica è stata disastrosa per molti piccoli e medi contadini. Le colture tradizionali sono state ridotte, il settore zootecnico è stato attaccato, la Grecia è stata invasa da prodotti agricoli importati e il deficit commerciale è cresciuto.
 
In terzo luogo, attraverso il cosiddetto spazio di "Libertà, Sicurezza e Giustizia" si blinda gradualmente la costruzione dell'UE, il potere politico dei monopoli, il sistema capitalista. Si rafforza la repressione e l'autoritarismo, si criminalizzano le lotte operaie e popolari, si adottano dure misure contro gli immigrati, si istituisce un meccanismo di sorveglianza e persecuzione dei lavoratori.
 
Quarto, la "Politica di Sicurezza e di Difesa Comune" è utilizzata dall'UE come strumento di intervento politico e militare in tutto il mondo, per il controllo e lo sfruttamento dei nuovi mercati da parte dei monopoli, per la conquista di nuove posizioni nell'antagonismo inter-imperialista.
 
Quinto, l'Unione Economica e Monetaria (UEM), che ora comprende 17 Stati e la moneta comune, l'euro, ha guidato l'integrazione capitalista ma ha anche intensificato le contraddizioni inter-imperialistiche. Il sistema necessita di stabilità monetaria, che è stata e ancora è usata per l'imposizione di dure misure anti-popolari. Infatti, nonostante i passi compiuti nella direzione dell'integrazione capitalista, l'Unione Europea come unione di Stati con diversi livelli di sviluppo, si trova ad affrontare gravi problemi dovuti alla disuguaglianza capitalista come fortemente evidenziato durante la crisi capitalista. I borghesi e gli apologeti del capitalismo e dell'UE sono preoccupati per il futuro della zona euro, per lo sviluppo delle contraddizioni e degli antagonismi inter-imperialistici, per il rafforzamento delle tendenze centrifughe.
 
Le leggi del capitalismo sono implacabili. L'acuirsi della contraddizione fondamentale tra il carattere sociale della produzione e l'appropriazione capitalistica dei suoi risultati ha portato alla crisi di sovra-accumulazione di capitale e non ad una crisi del debito o crisi del neoliberismo come sostengono i partiti socialdemocratici e opportunisti.
 
Oggi, quattro anni dopo lo scoppio della crisi, il problema appare di nuovo nella zona euro, colpita da una nuova recessione nel 2012, con un ulteriore calo della produzione e dell'economia.
 
In queste condizioni, il capitale richiede una maggiore redditività. Per quest'obiettivo si serve dalla cosiddetta "Governance Economica Europea", ovvero il quadro delle misure economiche e finanziarie anti-popolari, che inoltre significa una supervisione da parte di funzionari dell'UE negli Stati membri e il trasferimento cosciente dei diritti di sovranità da parte della borghesia e dei suoi rappresentanti politici.
 
Nella stessa direzione si muove il "Meccanismo Europeo di Stabilità", che è stato creato per trattare i fallimenti controllati, com'è il caso della Grecia. Allo stesso tempo, è in corso la discussione e il dibattito su due opzioni anti-popolari importanti: la prima è il "Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020" nel quale si esprimono serie contraddizioni inter-imperialistiche tra Germania e Francia e tra Germania e Gran Bretagna. La seconda è la recente proposta della Commissione Europea sul tema dell'"Approfondimento dell'Unione Economica e Monetaria" per la protezione della zona euro.
 
In conclusione, possiamo dire che l'aggressività della UE non si limita ad una o l'altra politica. La questione di base è che l'unione capitalista è stata creata per soddisfare le necessità del grande capitale e in base a questo obiettivo si elabora e modernizza la strategia dell'alleanza predatoria, si sviluppano le rispettive politiche anti-popolari. Per questo rispondiamo con decisione ai partiti borghesi e alle forze opportuniste e diciamo chiaramente ai popoli che: l'UE come unione interstatale del capitale diventerà sempre più reazionaria.
 
Mettiamo ciò in evidenza, rivelando il ruolo del Partito della Sinistra Europea (PSE), un partito nato dalle viscere dell'UE che attua la sua strategia e che a questa unione imperialista rende conto.
 
Il KKE è in costante conflitto con l'Unione Europea. La sua attività è collegata alle tante mobilitazioni operaie e popolari importanti che nel tempo sono andate adottando obiettivi di lotta sempre più radicali.
 
La punta di lancia di questi obiettivi è la disarticolazione della Grecia dall'UE (e dalla NATO) e la cancellazione unilaterale del debito con il potere popolare e la socializzazione dei mezzi concentrati di produzione.
 
Ciò è molto importante perché la disarticolazione degli organismi imperialisti è associata al percorso di sviluppo socialista, tenendo conto che solo su questa strada un paese può avere uno sviluppo che abbia come criterio il soddisfacimento delle necessità popolari, cercando di creare relazioni di reciproco beneficio con gli altri Stati e popoli.
 
Il KKE considera che non sia possibile risolvere i problemi popolari, né si possano soddisfare le necessità popolari anche se un paese si ritira dall'UE, dalla zona euro e dall'Euro in quanto proseguirà ad avanzare sua cammino di sviluppo capitalista, si perpetuerà il regime di sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, rimarrà il dominio del capitale, rimarranno i presupposti per la manifestazione della crisi capitalista e la partecipazione alle guerre imperialiste.
 
Per tanto, consideriamo necessaria l'intensificazione degli sforzi per il rafforzamento della lotta anti-monopolista, anti-capitalista e la ricomposizione di ampie forze operaie e popolari, la formazione di una forte alleanza popolare con la classe operaia come forza principale in direzione del rovesciamento della barbarie capitalista e della disarticolazione delle unioni imperialiste.
 
Dicembre 2012
 
 

Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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