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Sciopero del 26 settembre: grande partecipazione. Significativa risposta alle barbariche misure antioperaie


 
27/07/2012
 
 
Uno sciopero davvero imponente si è svolto mercoledì 26 settembre in Grecia. Migliaia di lavoratori hanno infranto le intimidazioni e le minacce dei padroni, superato le difficoltà che le "riforme" hanno creato per la vita loro e delle loro famiglie, ignorato le illusioni e sono scesi in sciopero. Decine di migliaia di lavoratori hanno partecipato alle manifestazioni del PAME che si sono svolte in 70 città in tutto il paese.
 
Ad Atene e Salonicco le manifestazioni del PAME sono state impressionanti per la militanza e l'enorme partecipazione delle persone: tale che nemmeno i nemici giurati del PAME possono negare. Ci sono volute parecchie ore di marcia per attraversare Piazza Syntagma. Decine di migliaia di lavoratori, disoccupati, pensionati, immigrati, lavoratori autonomi e piccoli commercianti hanno preso parte alla mobilitazione del PAME in tutto il paese. L'alto livello di partecipazione dei giovani ha distinto il corteo.
 
La dimostrazione massiccia del PAME ad Atene è frutto del lavoro dei sindacati, dei comitati di lotta e dei comitati popolari che nel periodo precedente hanno organizzato assemblee, incontri e dibattiti nei vari settori, in molti stabilimenti, luoghi di lavoro e quartieri. Tutto ciò dimostra il rafforzamento nel movimento operaio dell'orientamento di classe, e indica la via da seguire.
 
Prima della manifestazione, i picchetti del PAME in molti luoghi di lavoro hanno sconfitto l'intimidazione dei padroni e contribuito in modo decisivo allo sciopero. Le parole d'ordine che hanno prevalso sono state: "Nessun altro sacrificio per la plutocrazia. Possiamo vivere senza memorandum. Fuori dall'Unione europea". Questo sciopero è una risposta significativa, dato che in questo periodo il governo di coalizione di ND, PASOK e Sinistra Democratica insieme alla Troika stanno perfezionando il nuovo massacro popolare in nome del già programmato e "salvifico" taglio del debito.
 
Allo stesso tempo, se l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale litigano su chi debba trarre beneficio dai nuovi tagli, sono d'accordo sull'addebitarli al popolo. Con il nuovo pacchetto di misure, che mira a garantire la ripresa e il recupero della redditività, i capitalisti e l'UE chiedono la completa abolizione dei contratti collettivi di lavoro. Chiedono che i salari e gli stipendi siano stabiliti unilateralmente dai datori di lavoro e dal governo. L'abolizione del salario minimo riguarda sia i lavoratori del privato che del pubblico impiego, portando a una riduzione complessiva dei salari e delle pensioni.
 
L'aumento del 33% del numero delle marche per ottenere la pensione significa che l'età pensionabile non si fermerà a 67 anni, come sostengono ufficialmente, ma molto più avanti, cioè a 72 anni: allineandosi con la speranza di vita media, come previsto dal Trattato di Maastricht. Coloro che possiedono una casa o un negozio saranno tassati senza pietà. Inoltre, sono previsti consistenti tagli nelle prestazioni e nella spesa sanitaria attraverso la chiusura o la fusione di ospedali. Ci saranno nuovi insopportabili balzelli accanto ai vecchi; taglieranno l'elettricità a chi non potrà saldare il conto, multeranno, taglieranno stipendi, pensioni e indennità mentre aumentano i prezzi di tutte le merci.
 
"Non abbiamo mai detto che rovesceremo le cose con un singolo sciopero. La lotta per essere efficace richiede un conflitto aperto con i padroni nei settori chiave. Questo è ciò che temono", ha detto tra l'altro Giorgos Perros, membro della Segreteria esecutiva del PAME, nel suo discorso allo sciopero.
 
"Le vere lotte sono quelle che portano al conflitto e alla rottura con la UE. Questo non è voluto da alcuni  perchè non serve agli interessi dei monopoli. Quando questi signori sostegono che il memorandum è una politica inefficace sono ipocriti e mentono. Le vere lotte passanno attraverso la condanna delle concezioni razziste e naziste di Alba dorata".
 
Accanto ai sindacalisti che conosciamo bene ora abbiamo una nuova generazione di burocrati che proviene dalla stessa fucina del compromesso e batte in ritirata davanti ai grandi interessi, indossano una nuova maschera e adottano nuovi costumi. Stiamo parlando dei sindacalisti di "Intervento indipendente" che fanno riferimento a SYRIZA. Dopo aver tardivamente constatato il fallimento di gran parte del GSEE e di ADEDY [le due sigle sindacali presenti in Grecia, rispettivamente del settore privato e di quello pubblico, ndt], innalzano ora la bandiera di lotta. Lotte senza alcun costo, né sacrificio. Considerano lo sciopero solo come una perdita di salario e pretendono di trovare nuove forme di lotta al di fuori delle fabbriche, dei servizi e dei luoghi di lavoro".
 
Una folta delegazione del CC del KKE guidata dalla Segretaria Generale Aleka Papariga, ha partecipato alla dimostrazione del PAME. La Segretaria ha reso la seguente dichiarazione:
 
"Perché le lotte siano efficaci è necessario un nuovo slancio nella riaggregazione delle forze e forme avanzate di lotta su esigenze radicali. Le persone devono credere che una Grecia al di fuori dell'Unione europea, una Grecia guidata dal popolo possa garantire prosperità sociale ed evitare il peggio. Se le persone non diventano consapevoli, allora i partiti al potere avranno il sopravvento, così come i plutocrati e i vari dirigenti del sistema che spudoratamente si prendono gioco di loro".
 
Gli incidenti limitati, che i mezzi di comunicazione, in particolare i media internazionali, hanno esagerato, sono strumentali a nascondere le dimensioni e la piattaforma dello sciopero. Il KKE ha così commentato:
 
"La gigantesca mobilitazione della polizia per fronteggiare poche decine di incappucciati, gli arresti anche di studenti prelevati ben lontani dal centro di Atene sin dalle prime ore del mattino in avanti, la caccia e il gioco del mordi e fuggi di piazza Omonia, dimostrano la volontà del governo e dei vari meccanismi di intimidire le persone. Dimostrano, inoltre, che avevano preparato un piano di repressione del movimento popolare, anche se non è stato pienamente attuato oggi allo sciopero generale e alle enormi manifestazioni di piazza del PAME in tutta la Grecia".
 
Dal giorno successivo allo sciopero, sono in preparazione i prossimi passi, con prontezza militante per nuove mobilitazioni in tutti i settori e luoghi di lavoro, per impedire l'attuazione delle misure che ci impoveriscono. Il popolo deve rafforzare la sua lotta senza paura, non deve accettare la schiavitù contemporanea.
 

Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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