All'interno del sistema capitalista non esiste una via d'uscita dalla crisi favorevole ai popoli!
Estratti dell'intervista alla SG del CC del KKE, Aleka Papariga, nel programma del mattino dell'emittente televisiva ANT1 (05/01/12)
06/01/2011
- Il KKE non sembra aspirare al potere borghese. Non chiede di essere votato per formare un nuovo governo che offra ricette diverse. Cosa proponete per uscire dalla situazione?
Quando diciamo al popolo che il sistema capitalista attuale - e facciamo riferimento al sistema capitalista europeo che ha completato il suo intero ciclo - non può oggettivamente fornire soluzioni, poiché ha dato tutto quello che poteva dare, significa che non ci si deve aspettare che il KKE partecipi al sistema politico borghese, in un governo per gestire un sistema che non può dare alcunché.
- Parlate dunque di rovesciare il sistema.
Naturalmente.
-Non siete interessati a partecipare ad una formazione governativa?
La questione non è se ci interessa. Il punto è che sarebbe deleterio per il popolo. Ci troveremmo di fronte alle più aspre contraddizioni, come celebrare i nostri 90 anni di storia mentre si discute di abolire le gratifiche pasquali e natalizie. Non è una questione di ciò che vogliamo.
- Supponiamo, per ipotesi, che la popolazione greca vi premi con un risultato importante, che cosa direte? Non governiamo per evitarvi dei danni? Non possiamo nell'ambito del sistema capitalista?
Quando il popolo greco vorrà accordare al KKE una tale maggioranza, sarà determinato a gettarsi nella lotta. Noi spieghiamo la nostra linea politica nella sua interezza e non illudiamo che un governo possa offrire due o tre buone soluzioni. Questo è ciò che dicono, mentendo, gli altri partiti. Due sono i casi: o i politici e quadri degli altri partiti sono incompetenti, cosa che non credo, o mentono coscientemente.
Se, partecipando a un governo, potessimo prevenire le conseguenze della crisi e risolvere i problemi del popolo, lo faremmo: non temiamo di assumerci dei rischi; ma ciò è impossibile. Lasciate che quei partiti che parlano di governi progressisti, di sinistra, di centro-sinistra o di centro-destra, formino un governo. Il giorno dopo avrebbero a che fare con altre misure di austerità, nuovi prestiti, avrebbero a che fare con la Confindustria ellenica. Lo sa cosa succede oggi? Quando in un settore o in una fabbrica, i padroni, per la pressione esercitata dalla lotta, intendono fare qualche piccola concessione, la Federazione degli Industriali subito lo impedisce, perché questo creerebbe un precedente per le altre fabbriche. I lavoratori non affrontano solo il loro padrone, ma i proprietari del capitale e dei mezzi di produzione nel loro complesso.
- Parliamo di elezioni. I sondaggi prevedono che non avremo un governo monocolore. Cosa farete? Sarete il solito KKE, che grida di essere l'unico partito a incarnare la sinistra?
Noi non diciamo quello che lei afferma. Noi cerchiamo di esprimere oggettivamente, attraverso le nostre posizioni, gli interessi contemporanei della classe lavoratrice e di una vasta sezione dei lavoratori autonomi, non tutti, e una gran parte degli agricoltori, non tutti. Si definiscono forze sociali. Ci rivolgiamo ai lavoratori, anche quelli che votano Nuova Democrazia o PASOK [rispettivamente conservatori e socialdemocratici, i due maggiori partiti dello spettro politico greco, ndt]. Guardiamo alle forze sociali, perché, quando si parla in termini di sinistra, destra, centro, oggi non vuol dire nulla.
Il popolo non ha nulla da perdere, al contrario, può guadagnare qualcosa se dalle elezioni emerge un governo debole. Più è forte il governo, più duro e determinato sarà contro il popolo.
Cerchiamo di essere realistici circa le prossime elezioni. E' possibile che il popolo esca rafforzato e sia in grado di erigere ostacoli contro il lavoro del prossimo governo. Il popolo non deve intimorirsi. Se non è possibile formare un governo monocolore, i partiti verranno a patti l'un con l'altro. Sono già pronti. Non ascoltate quel che il signor Samaras, il signor Papandreou o il prossimo leader del PASOK vanno dicendo. Bramano di cooperare. Ci auguriamo che verrà un momento in cui la formazione di un nuovo governo sarà impossibile e il popolo intervenga. E' importante che non venga un governo forte. Non sarà un governo favorevole al popolo.
- Questa è una piccola astuzia, in senso politico. Dite che non può esservi alcun governo progressista, escludendo la possibilità non solo di un governo del vostro Partito ma anche con Syriza e Sinistra Democratica.
Lo diciamo chiaramente.
- Lo dite chiaramente...
Non può esistere alcun governo progressista che coesista con i monopoli, che all'interno della UE possa negoziare favorevolmente, non solo in ambito economico ma in qualsiasi campo. E' ciò che tutti sostengono, ma che non può accadere. Sono aspetti inconciliabili. Potremo però avere un movimento forte già dal giorno seguente le elezioni.
- Molte persone nutrono delle aspettative su di voi. Dicono che il KKE può avere una delle poche opportunità mai avute nel periodo post-dittatura di far sentire la sua presenza grazie ai voti popolari. Vogliono sentire le proposte del KKE per una via d'uscita. Questo chiedono le persone che non hanno legami ideologici con il KKE.
Abbiamo una proposta per una via d'uscita. Non l'abbiamo diffusa solo su carta stampata. Organizziamo raduni, incontri in tutta la Grecia. Non può essere presentata in un minuto. Alla domanda se è possibile una via d'uscita ora, mentre tutto rimane lo stesso attraverso un nuovo governo e le decisioni parlamentari, la risposta è che non è possibile. Vale a dire, non ci può essere alcuna via d'uscita nel quadro del sistema attuale.
- Parlate di rovesciare il sistema.
Sì, ma questo non può accadere in una sola notte e con un singolo assalto. Noi sosteniamo che in ogni battaglia il popolo compie dei progressi in quanto corpo militante, anche attraverso parziali conquiste. Non possiamo escludere la possibilità di un rovesciamento radicale negli anni a venire. Sarà il popolo stesso a decidere, mentre nel contempo si prepara ed esercita la necessaria pressione per prevenire peggioramenti e ottenere vantaggi. Non siamo in grado di determinare la data per il cambiamento del sistema politico, né prevedere un arco di tempo plausibile di uno, due, tre anni, perché questo dipende dalla maggioranza del popolo. Non è una questione che riguarda solo il KKE. Se il popolo non prendere la decisione, il cambiamento non avrà luogo.
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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