Sul vertice UE
Dichiarazione dell'Ufficio Politico del CC del KKE
14/12/2011
L'accordo dell'Eurogruppo (UE a 17) per un quadro di piu severo controllo
della disciplina fiscale non costituisce un rafforzamento ne dell'Euro o
dell'Eurogruppo ne tantomeno della UE.
E stato raggiunto un fragile compromesso dove dominano gli interessi e la
volonta della Germania, che non consentira certamente di attenuare le
contraddizioni, ne di superare le ineguaglianze ne tantomeno affrontera la
crisi economica. In ogni caso, l'adesione alla rigorosa gestione fiscale e
contestata anche all'interno della Germania.
L'unificazione del mercato europeo nel quadro della UE del 1991 e del 2000
appartiene al passato. I partiti comunisti e operai o le forze al loro
interno, che si erano arrese alla "inevitabilita" della UE, dovrebbero ora
combatterne il suo carattere imperialista, dovrebbero chiamare il movimento
popolare-operaio a rompere completamente con l'UE, indipendentemente dal
fatto che operino in un paese appartenente al nucleo dominante della UE o in
uno dei paesi che si trova in una orbita piu o meno lontana da esso.
Il movimento popolare in Grecia e in ogni stato membro della UE non deve
essere intrappolato in attesa dello sviluppo delle contraddizioni tra i
governi borghesi e le varie sezioni del grande capitale, ma deve imporre la
sua impronta sugli sviluppi. Deve marciare verso il disimpegno dall'Unione
europea con il potere popolare dei lavoratori.
Ora che sta diventando sempre piu evidente che l'Unione europea e il
guardiano del potere e dei profitti dei monopoli, ora che le forze
centrifughe si stanno rafforzando, indebolendo la predatoria alleanza
imperialista, e particolarmente importante che sia sconfitta la linea
opportunista che si appella a una ricerca utopica di un nuova "architettura
a favore del popolo" dell'UE. Questa linea porta al disarmo del movimento
popolare. L'UE e il capitalismo non possono essere umanizzati.
Gli operai, gli strati popolari, devono riflettere attentamente e riuscire a
individuare le forze politiche che hanno detto la verita e quelle che hanno
cercato di ingannarli per tutto il periodo precedente.
Il KKE, gia dal primo memorandum, ha evidenziato il carattere antioperaio e
antipopolare dei Memorandum-Trattati di ogni governo greco con l'UE, il FMI
e i cartelli del capitale finanziario internazionale per la ristrutturazione
o la rinegoziazione del debito pubblico greco.
Tutti i protocolli e le loro revisioni sono una progressione pianificata
della bancarotta economica del popolo, con l'obiettivo di un deprezzamento
limitato per il capitale dei vecchi creditori dello stato greco da una parte
e la mancata attivazione del "Credit Default Swaps", con conseguenti
profitti per le aziende che avevano scommesso su un fallimento greco.
La verifica e le discussioni del governo con la Troika concernenti
l'adeguamento dell'economia greca alle nuove e piu severe esigenze di
disciplina fiscale nell'ambito dell'eurozona, sulla base dei recenti
risultati dell'Eurogruppo, comportano nuovi e insopportabili oneri per il
popolo. Si tratta di un nuovo tsunami di misure antioperaie coniugato a un
sistema fiscale predatorio del popolo. Il nuovo pacchetto antipopolare
include: riduzioni del salario minimo, dei salari nelle ex imprese di stato,
delle gratifiche stagionali nelle aziende private, delle pensioni
complementari e TFR, dei contributi del datore di lavoro ai fondi di
previdenza sociale, della permanenza della tassa di proprieta e altri oneri
fiscali. I controlli fiscali per l'abbattimento dell'evasione fiscale dei
redditi piu alti e solo uno specchietto per le allodole, mentre l'intenzione
di ridurre ulteriormente la tassazione degli utili aziendali e estremamente
chiara.
L'adattamento dell'economia greca al nuovo quadro fiscale della eurozona e,
quindi, profondamente antipopolare e non portera una soluzione alla
contrazione della produzione industriale o dell'attivita economica nel suo
complesso, cioe verso l'uscita dalla crisi, ne alla riduzione del debito
pubblico.
E la stessa ricetta del FMI e della Banca Mondiale adottata per la crisi in
Argentina, dove la dichiarazione obbligatoria del fallimento per i creditori
e nata dopo che miseria e la disoccupazione erano arrivate alle porte di una
crisi politica pericolosa per il potere capitalista.
Sia il capitale nazionale che il suo potere politico cosi come i suoi
alleati internazionali imperialisti non sono mai stati interessati ai
bisogni piu elementari dei lavoratori e del popolo ma alla manipolazione
della classe operaia e delle forze popolari. Le differenze tra le sezioni
del capitale, nazionale o straniero, sono complementari e legate
all'obiettivo di salvaguardare il maggior profitto possibile e manipolare la
coscienza della classe operaia.
La sezione del capitale, nazionale ed estera, che oggi sostiene il ritorno
della Grecia a una moneta nazionale, legata al dollaro o alla sterlina
britannica, non e in alcun caso interessata ad abolire le misure antioperaie
e antipopolari incluse nel memorandum dai governi greci con l'UE e il FMI o
attuate dai governi greci avendo come pretesto il memorandum e con la
minaccia dello spettro del mancato pagamento delle rate.
Viene nascosto al popolo greco che la valuta dell'Argentina non era legata
all'euro, ma al dollaro, mentre piu tardi il suo relativo disimpegno non ha
posto un freno alla poverta e alla disoccupazione.
Per questa ragione le rivendicazioni e le lotte della classe operaia e
popolare in Grecia non devono limitarsi al rovesciamento del governo
odierno, ma devono essere indirizzate alla lotta che creera le condizioni
sociali e politiche per il rovesciamento del potere del capitale, dei
monopoli, per la presa del potere popolare della classe operaia. Per questo
motivo e importante che il contrattacco popolare si svolga in modo che il
grande capitale paghi per la crisi e in modo che l'equilibrio delle forze
cambi a spese dei servi politici dell'UE e della classe dominante.
Non e vero che questa lotta sara condotta in una regione, in un mondo
internazionalizzato, dove dominano solo i forti interessi capitalistici e la
minaccia della violenza del suo potere.
Non e vero che per la ragione di cui sopra la lotta per il potere popolare
della classe operaia in Grecia e condannato ad un vicolo cieco.
La verita e che le stesse contraddizioni, le stesse difficolta
nell'esercizio del potere borghese, le tristi prospettive per il lavoro, il
reddito e il tenore di vita, esistono per la classe operaia, gli impiegati e
gli altri strati popolari, in molti altri paesi d'Europa e altri continenti,
dalla vicina Italia alla lontana Australia, dall'Irlanda al Medio Oriente.
Ancor di piu quando la concorrenza capitalista nella regione del
Mediterraneo orientale-Medio Oriente sta sempre piu assumendo la forma di
una guerra per il controllo del mercato delle materie prime e delle vie di
trasporto.
Il futuro dei popoli europei, della classe operaia e del ceto medio, si
trova lungo la linea di rottura con i cartelli imperialisti, in una linea di
solidarieta con ogni alleanza della classe operaia e popolare per il
rovesciamento del potere borghese, in paesi con economia capitalista piu
forte o piu debole, in stati capitalisti con una posizione superiore o
inferiore nella piramide imperialista.
Questa linea di lotta e una necessita anche per la sopravvivenza di ampie
sezioni dei lavoratori salariati e autonomi, pensionati e giovani
provenienti da famiglie popolari.
Il KKE da e dara tutto il suo sostegno a questa dura lotta di classe,
l'unica che da una prospettiva al popolo.
Atene 14/12/2011
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura
e Documentazione Popolare
e-mail:cpg@int.kke.gr