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Sfida popolare organizzata e di massa contro le nuove tasse


29/09/2011

Migliaia di persone hanno partecipato ieri alle manifestazioni organizzate dai sindacati di classe in Atene, Salonicco e altre città greche contro la nuova tassa di rapina che condanna il popolo alla bancarotta. Lavoratori dipendenti e autonomi, disoccupati, studenti, pensionati radunati attorno i loro sindacati, i comitati popolari nei quartieri e le organizzazioni di massa hanno espresso in modo organizzato il rifiuto a pagare la tassa procapite bruciando le cartelle esattoriali e hanno chiesto che a fallire siano quelli che hanno creato la crisi: la plutocrazia e i suoi rappresentanti.

Martedì pomeriggio il Parlamento ha varato la nuova imposta sugli immobili, mentre il governo perora un nuovo disegno di legge fiscale al servizio della plutocrazia. La manovra prevede un'addizionale sull'energia elettrica, con la minaccia di tagliare la luce a chi non paga. Inoltre, le nuove misure predatorie includono una riduzione del reddito minimo assoggettato alle imposte a € 5.000, vale a dire 357 euro al mese, l'abolizione delle agevolazioni fiscali (ad esempio sulle spese di affitto), l'aumento dell'IVA, ecc.

L'Ufficio Stampa del CC del KKE rileva nel suo comunicato: "La bancarotta incontrollata delle famiglie è una realtà" e aggiunge: "La furia nella manovra fiscale è l'ennesima prova che l'offensiva antipopolare non è temporanea e verrà rafforzata in futuro. Viene chiesto di pagare nuove tasse a pensionati poveri con 400 euro al mese, a persone che cercano di sopravvivere con redditi inferiori alla soglia di povertà ufficiale. Ai lavoratori resta ciò che basta per riuscire ad andare al lavoro, tutto il resto deve essere restituito agli industriali, ai banchieri, agli armatori ...

Nel contempo, il governo, dopo la riduzione provocatoria delle aliquote fiscali sui profitti del grande capitale, sta studiando ulteriori tagli sulla loro tassazione. Ha già annunciato paradisi fiscali per il grande capitale, dove la tassazione degli utili sarà ulteriormente ridotta e non ci sarà contrattazione collettiva di lavoro. Questa è l'unica via politica per i monopoli. Mentre la sola via per il popolo è che la crisi sia pagata dal grande capitale, che oggi contribuisce per meno di 2,8 miliardi di euro a un gettito annuale di oltre 50 miliardi di euro. Gli armatori, le banche e gli industriali devono essere tassati sostanzialmente e direttamente.

L'unico dovere del popolo è di alzare la testa e combattere per i propri diritti. Ogni persona cosciente degli strati popolari ha la responsabilità di rifiutare di pagare le tasse ingiuste e impedire l'attuazione delle misure barbariche. Prendere parte nella lotta di classe e popolare organizzata sul posto di lavoro e nei quartieri in modo da dare forma a una forte alleanza popolare tra operai, lavoratori autonomi di città e campagna, giovani e donne, per il rovesciamento del potere dei monopoli, per il ritiro dall'Unione europea con il potere popolare".

L'attività per il rovesciamento della barbarica politica in corso continua con la preparazione dello sciopero nel settore pubblico e nelle ex municipalizzate del 5/10 e lo sciopero generale nazionale del 19/10.


Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


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