Secondo turno delle elezioni regionali e locali
Espressione di rabbia per le politiche del governo (PASOK-ND) e l'UE
15/11/2010
Il 14 novembre ha avuto luogo il secondo turno delle elezioni regionali e locali. La rabbia dei lavoratori greci contro le misure del governo socialdemocratico del PASOK, imposte con il sostegno della UE e del FMI, è stata molto chiara.
Occorre tener presente che al primo turno delle elezioni il KKE, rappresentato dalle liste di "Raggruppamento del Popolo", è stato l'unico partito ad accrescere i suoi consenti (+3,3% rispetto alle elezioni parlamentari del 2009), raggiungendo l'11% e ottenendo quasi 600.000 voti (592.977), circa 80.000 in più rispetto alle elezioni parlamentari dello scorso anno. Questo risultato è particolarmente importante per noi, soprattutto in considerazione dell'aumento dell'astensionismo (l'affluenza alle urne è stata del 61%).
Il KKE ha ottenuto 41 consiglieri regionali e oltre 500 consiglieri comunali.
Al secondo turno il KKE era rappresentato solo in 2 comuni, Petroupolis (area della classe operaia ateniese) e Ikaria. Nel resto dei comuni, dove concorrevano le forze dei due grandi partiti borghesi (PASOK-ND), attraverso varie liste "indipendenti", e i rappresentanti dei partiti filoeuropeisti, il KKE ha invitato il popolo a votare scheda bianca o nulla.
I risultati mostrano che al ballottaggio la partecipazione era ancora più bassa rispetto al primo turno (circa il 45%), con un incremento dei voti bianchi e nulli.
Nel comune di Petroupolis, il candidato del KKE ha ottenuto il 21,6% e nel secondo turno ha vinto con il 55%.
Nel comune di Ikaria, in cui il KKE ha tradizionalmente buoni risultati (nelle elezioni parlamentari dello scorso anno ha ricevuto il 35% dei suffragi), il rappresentante del KKE ha ottenuto al primo turno il 43,9%. Tuttavia il suo avversario, sostenuto da tutte le altre forze politiche del paese dal socialdemocratico PASOK al conservatore ND, dalla sinistra opportunista SYN/SYRIZA al nazionalista LAOS, ha vinto. Il candidato comunista ha ottenuto infatti il 48% dei consensi.
Il KKE continuerà la lotta immediatamente senza sosta dopo la fine dello scontro elettorale. Si stanno organizzando manifestazioni di massa per lunedì 15 novembre, ad Atene, Salonicco e altre città, in occasione della visita in Grecia dei rappresentanti della Troika (UE, FMI, Banca centrale europea).
Dichiarazione del SG del CC del KKE Aleka Papariga riguardo i risultati delle elezioni amministrative
Il SG del CC del KKE, Aleka Papariga, ha rilasciato la seguente dichiarazione nella tarda notte di domenica riguardo gli esiti dei ballottaggi:
"Il secondo turno delle elezioni degli organismi di governo locale ha reso ancora più esplicito il messaggio inviato al primo turno elettorale, in particolar modo la rabbia del popolo rispetto le politiche del governo e quelle di ND. Quando si parla di rabbia e malcontento non ci si riferisce al modo in cui viene gestito il potere governativo, ma al peggioramento delle condizioni di vita del popolo, alla perdita delle ultime conquiste che erano state preservate a causa del memorandum e del suo pretestuoso utilizzo.
La discussione relativa alla mancata partecipazione riguarda anche noi. E' noto che noi siamo contro l'astensionismo mentre siamo a favore della partecipazione attiva e apprendiamo con soddisfazione che una gran parte di coloro che hanno votato per il Raggruppamento del Popolo la prima domenica, ha annullato la scheda al secondo turno. Quelli che si sono rammaricati per l'astensione sono degli ipocriti. Chi ha smobilitato il popolo? Chi ha ridicolizzato le lotte, la partecipazione organizzata nelle assemblee popolari nei quartieri e nei luoghi di lavoro? Chi ha sbeffeggiato gli scioperi? E' chiaro che se una gran parte della popolazione è scontenta e si trova al di fuori dell'azione sindacale organizzata dei lavoratori e degli strati popolari, in tempo di elezioni scelga di rimanere a casa. Chi ha promosso l'idea tra la gente che non c'è nulla al di là della strada a senso unico della UE e dei monopoli?
Noi siamo del parere che crescerà l'ondata di indignazione e risentimento. Possiamo osservare un processo positivo nella presa di coscienza del popolo, nonostante il processo sia incompleto. Siamo pronti a incontrare quelli che hanno votato contro ND e PASOK, quelli che si sono astenuti per motivi politici, nonostante siamo in disaccordo con questa forma di protesta. Desideriamo incontrarli per costruire un fronte unitario di organizzazione e lotta, soprattutto nei luoghi di lavoro e anche nei quartieri.
Se volete, la manifestazione che stiamo organizzando per domani non è un fine in sé, ma un punto di partenza. Deve essere organizzato un contrattacco sistematico contro le nuove aspre misure di prossima attuazione, misure implacabili e inimmaginabili. Siamo in grado di prevederne la tendenza. Ora esistono delle possibilità da non sprecare nell'astensione ma da utilizzare attraverso una partecipazione attiva in modo da prevenire alcune delle misure e, se volete, anche per ottenere alcuni vantaggi. C'è una via d'uscita.
Nulla è mai stato inevitabile nella storia di questo paese, o nella storia del mondo.
La crisi si approfondirà, in Grecia e nell'UE. I segni sono chiari. Il popolo attraverso le lotte relative alle questioni più urgenti come la disoccupazione e la sicurezza sociale deve pianificare un radicale rovesciamento dei rapporti di forza soprattutto nel movimento sindacale e negli organismi dove è dominante l'aristocrazia sindacale, costituita da personaggi compromessi che intendono assoggettare il popolo e non emanciparlo. Non c'è altra soluzione che un mutamento dei rapporti di forza dal basso, per indurre un cambiamentto in alto. La crisi, destinata a intensificarsi, alimenta la discussione sui vari scenari di collaborazione, dibattiti e incontri. La nostra posizione è chiara: nessun accordo con qualsiasi partito che sostenga le politiche dell'Unione europea, il memorandum e i monopoli. Nessun accordo con i partiti e le forze che soccombono in nome del realismo e cercare di smorzare e ostacolare il radicalismo. Siamo aperti a un'azione comune sulla base del criterio che questa azione comune deve essere in difesa degli interessi della classe operaia, dei piccoli imprenditori e degli agricoltori piccoli e poveri. Soprattutto abbiamo bisogno di un'alleanza sociale ben definita. E' da lì che nasce un cambiamento nel rapporto di forze.
La discussione su questi diversi scenari non è casuale. Possiamo ben vedere alcuni sviluppi, con alcuni partiti e personaggi pronti a legittimare la politica del governo o a sostenere il recupero di ND. Noi intendiamo creare un fronte sociale popolare quale garante del percorso. Solo quando il popolo diventa protagonista, potremo intravedere una vera speranza per una via d'uscita. Tutto il resto sono chiacchiere che mirano a trattenere la gente nelle loro case e ad aspettare sui loro divani che i soliti partiti (che hanno fallito verso il popolo), risolvano i problemi o ad attendere la comparsa di facce "nuove" sulla scena politica. Il vecchio e il nuovo dovrebbe riflettersi nel confronto tra il potere politico dominante e il popolo".
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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