Nota informativa della sezione internazionale del CC del KKE sul ruolo di CSI-ITUC [Confederazione Internazionale dei Sindacati - International Trade Union Confederation] e CES-ETUC [Confederazione Europea dei Sindacati - European Trade Union Confederation]
Ai Partiti Comunisti e Operai
Mentre è in corso la crisi economica capitalistica, il grande capitale e i suoi governi di tutta Europa sferrano una nuova offensiva. La drastica riduzione dei salari, le nuove tasse, la riduzione delle pensioni, l'ulteriore smantellamento dei sistemi di sicurezza sociale e l'attacco al lavoro ne sono gli elementi portanti. Queste misure promosse con il pretesto della crisi non sono temporanee: sono permanenti e sono state decise anni fa sulla base dei trattati europei, in primo luogo il Trattato di Maastricht e la Strategia di Lisbona.
In queste condizioni, le forze compromesse all'interno del sindacato e del movimento sindacale che promuovono la concertazione sociale e la collaborazione di classe tra i lavoratori, fingono ipocritamente di opporsi a questo attacco antipopolare e di ingaggiare una presunta lotta contro tali misure. Queste forze sono la CSI e la CES, nonché le confederazioni concilianti, come GSEE, la Confederazione dei lavoratori del settore privato in Grecia, e ADEDY, la Confederazione dei lavoratori del settore pubblico, che hanno avviato un dialogo ufficiale con l'Unione Europea e le altre organizzazioni imperialiste da decenni, collaborando e concordando con i monopoli le misure antipopolari da adottare in ciascun paese. Questi sforzi sono coadiuvati da alcune "istituzioni", come la socialdemocratica "Fondazione Ebert" che cercano di manovrare i sindacati facendo leva sul consenso sociale.
Tutti questi organismi sono impegnati insieme con la plutocrazia europea a fare tutto quanto in loro potere per disarmare il movimento e attaccare i diritti dei lavoratori. Per anni hanno siglato accordi con i capitalisti per ridurre salari e pensioni, consentendo licenziamenti e agevolazioni fiscali per il capitale. Diffondono svariate illusioni: che possa esistere un capitalismo dal volto umano, che i mercati possano essere regolamentati e controllati, che le speculazioni siano guidate, quando invece costituiscono un elemento intrinseco al sistema di sfruttamento. Questi organismi propongono rivendicazioni funzionali al profitto dei padroni, sposando la linea della redditività del capitale e della competitività. Le forze riformiste e opportuniste, il sindacalismo giallo che sostiene CSI, guardano alla mobilitazione organizzata per il 24 marzo, pienamente in linea con gli obiettivi del capitale europeo, come un "momento importante".
Ma queste forze non solo sono incapaci di organizzare la lotta dei lavoratori, ma lavorano per promuovere la collaborazione di classe e disorientare le fila dei lavoratori contro gli interessi del popolo. Si collocano dall'altra parte della barricata. Ciò dovrebbe risaltare nonostante assumano, sotto la pressione delle forze di classe e dei lavoratori, iniziative ipocrite che non possono che condurre alla disillusione alla smobilitazione delle masse popolari e lavoratrici.
L'esperienza del KKE e la sua lotta in Grecia evidenziano come l'emancipazione e l'unità del movimento operaio richiedano il rafforzamento della lotta contro i rappresentanti del capitale all'interno del movimento sindacale. I lavoratori devono alimentare le forze orientate alla lotta di classe, rafforzare l'organizzazione nei luoghi di lavoro per combattere la plutocrazia e le politiche antipopolari. Non possiamo riporre le nostre speranze in CSI e CES. Erano e rimangono al servizio del capitale. I loro interventi, le loro mobilitazioni hanno lo scopo di controllare la reazione dei lavoratori, di manipolarli e ostacolare lo sviluppo della lotta di classe.
All'ordine del giorno vi è la necessità di dare una strategia unitaria alle forze di classe e coordinarle a livello internazionale attraverso la Federazione Mondiale dei Sindacati (FSM-WFTU - World Federation of Trade Unions). A questo punto vi è un conflitto aperto tra le forze di classe e quelle del compromesso, della "collaborazione sociale" e del "riformismo". Questo conflitto rafforzerà in modo decisivo la FSM e faciliterà la liberazione delle forze di classe.
L'esperienza fin qui condotta sottolinea la necessità di coordinare l'azione di massa nei luoghi di lavoro e nei quartieri popolari per respingere l'offensiva coordinata del capitale, dell'Unione Europea e dei governi borghesi. Sono i lavoratori che producono la ricchezza, è loro dovere riappropriarsene.
08/03/10
Sezione Internazionale del CC del KKE
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
e-mail:cpg@int.kke.gr